Fece il gesto dell’affermazione. — Ricordo che era sempre asciutta, perfino quando la pioggia scendeva dal cielo come un fiume, come la cascata in cui abita il mio spirito.
Che discorso! Era sorprendente come le persone sapessero parlare bene in una cultura priva di libri e olovisione. Noi, che davamo grande valore alla parola scritta e all’immagine proiettata, parlavamo a grugniti ed evitavamo il più possibile le metafore.
Guardai l’oracolo. Teneva le spalle curve contro la pioggia. La tunica gli si incollava al’corpo. Il tessuto era così sottile che non offriva quasi protezione. Poverino!
Qualcosa scattò nella mia mente. Perché questi individui non portavano pantaloni? Eppure cavalcavano. Sulla Terra, per gran parte della nostra storia, i pantaloni erano stati collegati all’uso del cavallo. Le culture che si spostavano a cavallo usavano i pantaloni. Le altre culture no.
La regola non valeva per la Cina. Lì tutti indossavano i pantaloni e l’avevano fatto per secoli, ma pochissimi andavano a cavallo.
Mi ero fatta l’idea che i pantaloni cinesi fossero giunti dall’Asia Centrale. In questo caso avevo trovato il mio legame con i cavalli.
C’era un’altra eccezione alla regola: gli indiani delle pianure del Nord America. Costoro non indossavano pantaloni. Ma non avevano i cavalli da molto tempo, quando furono annientati dalla "civiltà" dei bianchi. Forse col tempo avrebbero acquisito i pantaloni. E comunque portavano gambali.
Guardai di nuovo l’oracolo. Naturalmente la sua pelliccia era una protezione, ma di certo non lo era per i suoi organi sessuali. Mi resi conto che mi trovavo di fronte alla domanda consacrata dal tempo: che cosa si indossa sotto un gonnellino? O una tunica, a seconda dei casi. Frugai nel mio vocabolario, nel tentativo di trovare le parole giuste.
L’oracolo disse: — La pioggia è cessata. — Toccò il suo animale sulla spalla e questo si rimise in cammino sulla pista. Il mio animale lo seguì. Forse sarebbe stato meglio se avessi chiesto a Derek di domandarglielo.
Per il resto della mattinata meditai su perizomi e calzoncini corti, pantaloni alla ciclista e il problema della fertilità maschile. Se costoro si accoppiavano solo una volta all’anno, non potevano permettersi un’alta percentuale di sterilità. Forse era questa la ragione per cui non portavano pantaloni. Ma senza dubbio era disagevole per gli uomini.
Derek e Nia tornarono nel primo pomeriggio, portando del cibo: un bipede azzurro. Era un piccolo: cucciolo o pulcino o comunque si potesse chiamare.
Ci fermammo e ci accampammo. Ricominciò a piovere. Derek e io andammo in cerca di legna secca. Ne approfittai per porgli la mia domanda sull’abbigliamento.
Lui rise. — Immagino che avrei dovuto dirtelo. L’ho già chiesto all’oracolo molto tempo fa. Alcuni uomini non indossano niente. Altri portano qualcosa che sembrerebbe un sospensorio. E ci sono popolazioni nel sud che portano pantaloni corti invece del gonnellino. Ma non sa che cosa indossino sotto.
— Un sospensorio dovrebbe avere qualche effetto sulla fertilità.
— Non ho visto l’indumento in questione — disse Derek. — Non so quanto sia aderente, e inoltre non sappiamo molto sulla fisiologia di questi individui. Per quel che ne sappiamo, quelle cose che ha l’oracolo non sono testicoli. Forse conserva i suoi spermatozoi nelle orecchie.
Feci il gesto che significava "no". — Intralcerebbe il suo udito. Ma… — feci il gesto dell’assenso. — Dobbiamo fare altre ricerche.
Derek sorrise.
Aggiunsi: — Penso che lascerò a te questo particolare problema.
— Okay. Probabilmente ne verrà fuori un articolo. "Variazioni nella biancheria fra una specie umanoide aliena." Il titolo non è del tutto giusto. Non è abbastanza enfatico. Ma è sempre un inizio.
— Cominci sempre dal titolo?
— Il titolo è molto importante, mia cara Lixia. E faremmo meglio a procurarci la nostra legna prima che si metta a piovere più forte.
Quando tornammo all’accampamento, Nia aveva finito di pulire il bipede. Senza le penne aveva un’aria meno aliena, anche se non riuscivo a decidere che cosa mi ricordasse. Un coniglio? Una scimmia? L’arrostimmo. Aveva un gusto delicato, simile al pollo.
Dopo cena Derek chiamò la nave. Rispose uno dei computer. Aveva una voce femminile con un dolce accento caraibico. Eddie era occupato, ci disse. Avrebbe passato la nostra chiamata ad Antonio. Ci furono dei suoni simili a scampanii, un’intera serie, poi un bip.
— Dov’è Eddie? — s’informò Derek.