Guardai attentamente e vidi un puntino che scendeva lungo un pendio. — Perché non sono insieme?
— Non lo so — rispose Nia. — Forse sono entrambi uomini.
La pista entrava in un avvallamento e persi di vista i cavalieri, anche se solo per pochi minuti. Emergemmo su una modesta altura. Al centro della pista c’era un cornacurve: un animale grande, di color bigio con una macchia bianca sul petto. Le corna erano nere e lucenti come ossidiana.
Derek e io ci fermammo. I due nativi vennero a mettersi ai nostri due lati e tirarono le redini dei loro animali. Guardai il cavaliere del cornacurve.
Quasi certamente un maschio. Alto e grosso, con la pelliccia scura e ispida. La sua tunica era simile a quella che indossavo io: color panna con ricami a disegni geometrici. Sulle braccia portava grossi braccialetti d’oro e aveva al collo una collana d’oro e ambra.
Ci osservò con calma, poi parlò nel linguaggio dei doni. — Vedo che avete incontrato mia sorella. — La sua voce era sommessa e profonda.
— Inahooli — disse Derek.
L’uomo fece il gesto dell’assenso. — Sono Toohala Inzara del Clan della Cordaia e del Popolo dell’Ambra. — Fece un cenno con la mano verso nord. — Mio fratello Tzoon è più lontano, in quella direzione. Non vedo mio fratello Ara da un paio di giorni. Ma si trova là fuori da qualche parte, probabilmente a sud. Come sta nostra sorella?
— Bene quanto ci si può aspettare — rispose Derek. — È stata sola per parecchio tempo.
L’uomo fece il gesto dell’approvazione. — Ha sempre avuto un carattere irritabile ed è sempre stato difficile andare d’accordo con lei. Speravo che il suo temperamento sarebbe migliorato ora che, finalmente, ha raggiunto qualcosa di importante. Ma non è cosi?
— No — disse Derek.
—
Derek si rimise in cammino, più in fretta di prima. Noi lo seguimmo. Dopo un po’ Derek disse: — Sta andando a far visita a Inahooli. È possibile?
— Nessuno fra la mia gente farebbe una cosa del genere — disse Nia. — Sebbene io sia andata a trovare mio fratello anni fa.
L’oracolo disse: — Io vado a far visita a mia madre di quando in quando. Ma sono santo e anche un po’ pazzo. Un uomo comune non andrebbe a trovare le sue parenti.
— Questo non dev’essere un uomo comune — osservò Derek. — Arriverà al lago domani pomeriggio e troverà la tomba. Allora che cosa farà?
Nia fece il gesto dell’incertezza. — Non lo so.
— Era enorme — feci io. — I vostri uomini sono quasi tutti così grandi?
— No — rispose Nia.
— Sia ringraziato il cielo — fu il commento di Derek. — Incominciavo a pensare di incontrare tre fratelli grossi come gorilla e cercare di spiegare loro che cosa è accaduto alla loro sorella.
— Grossi come? — domandò Nia.
— Gorilla. Sono nostri parenti, ma molto più grandi di noi. — Derek stava ancora camminando velocemente. — Quando si metterà in viaggio, avrà un paio di giorni di ritardo su di noi.
— Di che cosa stai parlando? — gli domandai.
— Inzara. Se deciderà di inseguirci. Forse tre giorni, se saremo fortunati e si fermerà un po’ di tempo presso il lago. Nia, a che velocità può viaggiare un cornacurve?
— Il Popolo dell’Ambra segue le mandrie. Capisce gli animali e conosce bene la pazienza. Non sarà tanto sciocco da forzare troppo il suo cornacurve. Più probabilmente, manterrà un’andatura che è il doppio della nostra.
— Ho sempre odiato i problemi come questo. Bob ha il doppio di frutti di Alice, che a sua volta è alta la metà di Krishna. Quanti giorni ci vorranno prima che Inzara ci raggiunga?
— E adesso di che cosa sta parlando? — domandò l’oracolo.
— Niente di importante. — Riflettei un momento. — Gli ci vorranno due giorni, Derek. Dovremmo incominciare a preoccuparci la sera di dopodomani. No, il giorno dopo.
— Okay. Procederemo più velocemente che potremo. Forse il fiume è più vicino di quanto pensiamo.
— Hai paura? — chiesi.
— Certo, è naturale — rispose in inglese. — Se uccideremo altri nativi, finiremo il nostro lavoro sulla nave, molto probabilmente a pulire gli scarichi delle fognature. O forse a pulire le gabbie nei laboratori. In ogni caso, avremo finito per sempre quaggiù. — Mi lanciò un’occhiata. — Stravolgo molto i regolamenti e opero assai vicino al limite. Ma non ho intenzione di cacciarmi in guai seri.
— Perché stravolgi i regolamenti?
Lui rise. — Per dimostrare che posso.
Viaggiammo fino al tramonto, poi ci accampammo. Le nuvole si aprirono e la Grande Luna ci inondò con la sua luce. Era un po’ più che piena. Derek la osservò attentamente. — L’eruzione dev’essere terminata.
— Uhu. — Tirai fuori l’unica camicia umana che mi fosse rimasta eia esaminai. Un po’ sporca e con uno strappo. Decisi di indossarla.
— È troppo tardi — disse Derek. — Quell’uomo ha già visto la camicia di Inahooli.