Mirissa aveva conosciuto altri uomini prima di Brant, ma da quando erano insieme tutti gli altri le erano sempre rimasti indifferenti. Perché allora questo interesse improvviso — ancora fingeva di credere che non si trattasse di nulla di più — per un uomo che aveva solo intravisto e di cui non conosceva nemmeno il nome? (Naturalmente a questo avrebbe provveduto l’indomani per prima cosa.) Mirissa si considerava una persona onesta e lucida; si riteneva superiore alle donne, o agli uomini, che si lasciavano trasportare dalle emozioni.
Parte dell’attrazione che sentiva per lo straniero nasceva — ne era certa — dalla novità che quell’uomo rappresentava, dai nuovi orizzonti vasti e fascinosi aperti dal suo arrivo. Poter parlare con qualcuno che aveva veramente camminato per le strade delle città terrestri, uno che aveva assistito con i propri occhi alla fine del Sistema Solare, e che di lì a qualche tempo sarebbe ripartito per altri soli, era una cosa che andava oltre i suoi sogni più sfrenati. Una volta di più Mirissa si rendeva conto della sua profonda insoddisfazione per il placido ritmo della vita su Thalassa, malgrado la relazione con Brant la rendesse felice.
Felice? Non era piuttosto un accontentarsi? Che cosa voleva,
Se fosse riuscita a trovare ciò che cercava tra questi stranieri venuti dalle stelle, non sapeva; però prima che lasciassero Thalassa per non tornarvi mai più bisognava fare un tentativo.
Anche Brant, quella stessa mattina, si era incontrato con la Waldron, che non l’aveva accolto con il calore consueto quando lui le aveva messo sulla scrivania la nassa elettrica rotta.
«Lo so che ha ben altro per la testa, ma che cosa intende fare a
Il sindaco guardò senza entusiasmo l’intrico di cavi elettrici spezzati.
Non era facile ridiscendere nella routine quotidiana dopo la vertiginosa esaltazione della politica interstellare.
«Tu che ne pensi?» gli chiese di rimando.
«L’hanno fatto apposta, non c’è dubbio. Guardi il filo… l’hanno piegato più e più volte fin quando si è rotto. La nassa non s’è guastata, ne mancano anche delle parti. Nessuno dell’Isola Meridionale farebbe una cosa del genere. A cosa gli servirebbe? Prima o poi scoprirò chi è stato, e allora…»
Il silenzio di Brant non lasciava dubbi su ciò che poi sarebbe accaduto.
«Hai dei sospetti?»
«Da quando ho cominciato a fare esperimenti con le nasse elettriche ho avuto contro non solo i Conservatori, ma anche quei matti che dicono che dovremmo mangiare solo cibo sintetico perché è male mangiare esseri viventi… animali o piante che siano.»
«I Conservatori non hanno forse tutti i torti. Se davvero le tue nasse sono efficienti come sostieni, potrebbero sul serio sconvolgere l’equilibrio ecologico.»
«In questo caso i rilevamenti statistici che facciamo regolarmente ce lo direbbero subito, e allora non faremmo altro che smettere di pescare per un po’. Comunque, sono i pesci d’alto mare quelli che m’interessano; sembra che il mio campo li attiri anche da tre o quattro chilometri di distanza. E anche se tutti quanti sulle Tre Isole non mangiassero altro che pesce, l’incidenza sarebbe irrilevante nel complesso della fauna oceanica.»
«Hai senz’altro ragione… riguardo agli pseudopesci indigeni. Meglio così, dato che per la maggior parte sono velenosi e non val la pena di lavorarli industrialmente. Ma sei
Brant guardò il sindaco con rispetto; non era la prima volta che lo coglieva di sorpresa con domande intelligenti. Non gli venne mai da pensare che la Waldron non avrebbe mantenuto la poltrona di sindaco per tanto tempo se non avesse avuto qualche dote nascosta.
«Ho paura che i tonni non ce la faranno a sopravvivere ci vorrà qualche altro miliardo di anni perché l’oceano diventi salato a sufficienza. Ma trote e salmoni vanno benissimo.»
«E sono veramente ottimi; forse riusciranno addirittura a convincere i Sintetisti ad abbandonare i loro scrupoli morali. Con questo, non è che la tua teoria mi convinca del tutto. È gente che parla molto, quella, ma che non fa nulla.»
«Hanno fatto scappare una mandria intera da quell’allevamento sperimentale, due anni fa.»
«Hanno
«Però non sarebbe difficile… una barca, di notte, un paio di subacquei…
Lì l’acqua è profonda solo venti metri.»
«Bene, farò qualche indagine. Nel frattempo, voglio che tu faccia due cose.»
«E sarebbero?» chiese Brant cercando di non mostrarsi sospettoso, ma senza riuscirci.