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«Proprio così», annuì Edward. «Altra visione senza precedenti, per loro. I veri Figli della Luna si muovono raramente in branco, non riescono a controllarsi molto. Non erano preparati alla sorpresa di sedici enormi lupi irreggimentati. Caius ha davvero il terrore dei licantropi. Ha quasi perso uno scontro con uno di loro, qualche migliaio di anni fa, e non l’ha mai dimenticato».

«Quindi esistono dei veri licantropi?», chiesi. «Con la luna piena e le pallottole d’argento e tutte quelle storie?».

Jacob sbuffò. «"Veri". E io cosa sono, immaginario?».

«Hai capito benissimo».

«Sì, la luna piena è una storia vera», disse Edward. «Quella delle pallottole d’argento, no: è solo una leggenda nata perché gli umani si sentissero in grado di fronteggiarli. Non ne rimangono molti. Caius li ha fatti cacciare fin quasi all’estinzione».

«Non ne hai mai parlato perché...?».

«Non ce n’è mai stata occasione».

Alzai gli occhi al cielo e Alice rise, sporgendosi in avanti — era infilata sotto l’altro braccio di Edward — per farmi l’occhiolino.

La ricambiai con un’occhiataccia.

A nessuno volevo bene come a lei, naturalmente. Ma ora che mi rendevo davvero conto che era tornata a casa, e che la sua diserzione era stato un semplice stratagemma per far credere a Edward che ci avesse abbandonati, cominciava a montarmi una certa rabbia. Alice mi doveva delle spiegazioni.

Lei sospirò. «Sputa il rospo, Bella».

«Come hai potuto farmi questo, Alice?».

«Era necessario».

«Necessario!», sbottai. «Eri riuscita a convincermi che saremmo morti! Sono stata uno straccio per settimane».

«Poteva finire così», rispose calma. «Nel qual caso dovevi essere preparata a salvare Nessie».

Per istinto, strinsi più forte la piccola, che ora mi dormiva in braccio.

«Ma sapevi che c’erano anche altre possibilità», l’accusai. «Sapevi che qualche speranza esisteva. Ti è mai venuto in mente che avresti potuto dirmi tutto? Ho capito che Edward, per via di Aro, doveva credere che fossimo spacciati, ma almeno a me avresti potuto dirlo».

Mi guardò per un attimo, meditativa. «Non credo proprio», disse. «Non sei una brava attrice, punto e basta».

«Cioè il problema era il mio talento nella recitazione?».

«Non esagerare, Bella. Hai idea di quanto sia stato complicato organizzare tutto? Non ero nemmeno sicura che esistesse qualcuno come Nahuel: sapevo solo che stavo cercando qualcosa che non avrei potuto vedere! Prova a immaginare di individuare un punto cieco: non è certo la cosa più facile che mi sia capitato di fare. In più dovevamo inviare qui i testimoni principali, come se non avessimo già avuto abbastanza fretta. E poi ho dovuto tenere gli occhi aperti in continuazione, nel caso tu decidessi di mandarmi altre istruzioni. Un giorno o l’altro mi dirai cosa c’è a Rio. Ma, ancora prima, dovevo prevedere tutti i trucchi che avrebbero potuto utilizzare i Volturi e trasmetterti ogni indizio in mio possesso per prepararti alla loro strategia... tutto nelle poche ore che mi rimanevano per abbozzare ogni possibilità. Ma principalmente, dovevo garantirmi che foste tutti convinti che vi avessi mollati: Aro doveva essere certo che non aveste assi nella manica, altrimenti non si sarebbe mai lasciato una scappatoia del genere. E se credi che non mi sia sentita un’idiota...».

«Okay, okay!», la interruppi. «Scusa tanto! Lo so che è stato terribile anche per te. È solo che... be’, mi sei mancata da morire, Alice. Non farmi mai più una cosa del genere».

La sua risata squillante risuonò per la stanza e sorridemmo nel risentire quella musica. «Anche tu mi sei mancata, Bella. Quindi perdonami e cerca di accontentarti di essere la supereroina della giornata».

Adesso ridevano tutti, mentre nascondevo imbarazzata il viso fra i capelli di Nessie.

Edward riprese ad analizzare ogni cambiamento d’intenzioni e di controllo che si era verificato quel giorno nel prato, insistendo col dire che era stato il mio scudo a far fuggire i Volturi con la coda fra le gambe. Il modo in cui tutti mi guardavano mi metteva a disagio. Persino Edward. Era come se nel corso della mattina fossi cresciuta di tre metri. Cercai di ignorare gli sguardi ammirati e di concentrarmi sul visetto di Nessie che dormiva e sull’espressione immutata di Jacob. Per lui sarei sempre stata solo Bella e questa consapevolezza mi dava un grande sollievo.

Lo sguardo che era più difficile ignorare era anche quello che mi confondeva di più.

Nahuel, mezzo umano e mezzo vampiro, non mi aveva mai conosciuto prima. Per lui, me ne andavo in giro a sgominare attacchi di vampiri tutti i giorni e la scena nel prato non era stata niente d’insolito. Eppure quel ragazzo non mi toglieva gli occhi di dosso. O forse guardava Nessie. Anche quella possibilità mi metteva a disagio.

Lui non poteva certo ignorare che Nessie era la sola femmina della sua specie che non fosse sua sorellastra.

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