Breton allungò una mano sul tavolo per afferrare quella di Kate.
— E io, che cosa ti ricordo?
Kate si mosse a disagio, ma non sottrasse la mano. — Forse qualcosa che voglio ricordare.
— Sei mia moglie, Kate… e io voglio che tu torni con me. — Sentì le dita di lei intrecciarsi alle sue e stringere, stringere, come se volesse fare una prova di forza. Kate aveva l’espressione di una donna in preda ai dolori del parto. Rimasero così, seduti, senza più dire niente, finché i passi di John Breton non risuonarono fuori dalla porta della cucina. John entrò, vestito di un completo grigio, e andò ad accendere la radio.
— Voglio ascoltare le ultime notizie, prima di uscire — disse.
— Io sparecchio — disse Kate, alzandosi.
Anche Jack si alzò, pieno di risentimento verso l’altro, che considerava un intruso nella sua casa, e si avviò per poi soffermarsi nella fresca penombra del soggiorno. Kate aveva risposto alla sua stretta, e questo importava… Aveva fatto bene ad agire come aveva agito, presentandosi subito a Kate e a John per spiegare loro tutto.
Mantenere segreta la sua presenza nel Tempo B sarebbe stato un procedimento più logico ed efficiente. Come quello di uccidere John, sbarazzarsi del cadavere e riprendere la sua vita insieme a Kate come se nulla fosse stato. Ma, così facendo, avrebbe sempre avuto il rimorso di avere ingannato Kate, mentre ora aveva la suprema giustificazione che lei lo preferiva all’uomo che era diventato il Breton del Tempo B. Questo era molto importante, ed era tempo di pensare ai particolari del prossimo passo… Cioè dell’eliminazione di John Breton.
Immerso nei suoi pensieri, Jack Breton si mise a passeggiare su e giù per il soggiorno, prendendo distrattamente un libro o un oggetto, e rimettendoli a posto dopo un’occhiata. La sua attenzione fu attratta improvvisamente da un mucchio di fogli coperti di una fitta scrittura a mano. Sul primo c’era uno strano disegno a spirale. Prese il foglio e vide che anche quello che aveva scambiato per un disegno, era uno scritto. Facendo roteare il foglio, Breton lesse lentamente un frammento di poesia.
Depose il foglio, e stava già allontanandosi dal tavolino, quando afferrò il senso delle parole. Ci vollero alcuni secondi prima che le chiuse della memoria si aprissero, e quando questo accadde, si senti gelare la fronte per la paura. Era lui che aveva scritto quelle parole, per se stesso, nel periodo in cui era stato sulle soglie della pazzia, dopo la morte di Kate… Ma non le aveva mai mostrate a nessuno.
E adesso, si trovavano in un altro mondo, in un altro tempo.
6
John Breton fece parecchi tentativi abortiti per andare in ufficio, ma ogni volta tornò indietro con la scusa di aver dimenticato qualche cosa: le sigarette, dei documenti, l’agenda. Quanto a Jack Breton, la tensione in continuo aumento che gli attanagliava lo stomaco lo aveva costretto a lasciare la cucina, mormorando una scusa, e a rifugiarsi nella solitudine della sua stanza. Rimase seduto rigido sul bordo del letto, con le orecchie tese, in attesa di udire il rumore della Lincoln che si allontanava lungo il vialetto, facevo scricchiolare la ghiaia.
Quando finalmente lo ebbe sentito, uscì sul pianerottolo e scese qualche gradino. Rimase lì, nel silenzio ombroso della casa, come uno scandaglio sospeso in acque profonde. “Nove anni” pensò. “La toccherò, e morirò. Morirò.”
Scese il resto delle scale, ed entrò in cucina. Kate stava lavando delle mele, vicino alla finestra. Non si voltò e continuò a sciacquare i frutti verdognoli con acqua fredda. Quel semplice lavoro domestico colpi Breton, che lo trovava assurdo.
— Kate — disse — perché lavi le mele?
— Anticrittogamici — rispose lei, sempre senza voltarsi. — Lavo sempre le mele.
— Capisco. Ma dovevi farlo proprio stamattina? È urgente?
— Voglio metterle in frigo.
— Ma non c’è premura, vero?
— No — rispose lei in tono contrito, come se fosse stata costretta ad ammettere una cosa vergognosa.
Breton si sentì in colpa… non doveva tormentarla così. — Hai mai notato che la frutta sembra più vivace e colorata, quando è immersa nell’acqua?
— No.
— Eppure è vero. Chissà perché. Kate!
Lei si voltò, e Jack le prese le mani. Erano fredde e bagnate, e ridestarono in lui lontanissimi ricordi. Baciò quelle dita fredde, come per pagare una penitenza.
— Non fare così! — Lei cercò di sottrarre le mani, ma Jack le strinse.
— Kate — la supplicò — ti ho perduto nove anni fa, ma anche tu hai perduto qualcosa. John non ti ama, e io invece sì. Tutto qui.
— Non è prudente dare dei giudizi avventati su John. È ingiusto.