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— Se pensi che io possa farmi una ragione di essere ammazzato da te… questa è una prova lampante della tua pazzia. — John chiuse per un istante gli occhi. — Sei malato, Jack. E stai perdendo il tuo tempo. L’unico motivo per cui sei riuscito a metterti fra me e Kate è stato perché eravamo ormai a un punto tale, che solo l’intervento di un terzo poteva risolvere la nostra situazione. Ma Kate imparerà a conoscerti… e allora scapperà, Jack. Se la darà a gambe.

Jack lo guardava. — Cerchi di guadagnare tempo parlando. Non funziona. Questo non è uno di quei vecchi film che ti piacciono.

— Lo so. So che è tutto vero. Ti ricordi com’era nonno Breton, quella mattina che io… che noi… l’abbiamo trovato nel letto?

Jack annuì. La chiamarono propulsione involontaria dei globi oculari. Allora lui aveva otto anni, e la definizione tecnica non gli era stata proprio di alcun conforto.

— Ricordo.

— Quella mattina decisi che non sarei mai morto.

— Lo so. Credi che non lo sappia? — Jack aspirò a fondo. — Ascolta, perché non la pianti?

— Piantare che cosa?

— Tutto… Kate, la casa… Perché non te ne vai e lasci Kate a me?

Dopo aver parlato, Jack si sentì sopraffare da un’ondata di benevolenza per l’altro se stesso. Ecco, questo era il modo migliore per risolvere la situazione… Era sicuro che John sarebbe stato ben felice di accettare la vita, invece della morte in quella cantina. Lo osservò per spiarne le reazioni.

— Accetto! È chiaro che accetto — rispose John in tono più vivace. — Sono disposto ad andare ovunque… Non sono mica stupido.

— Bene, allora.

I due si fissavano, e Jack sentì qualcosa di strano nella testa. La sua mente e quella di John si erano “toccate". Il contatto era lievissimo e fuggevole, tuttavia lo agghiacciò. Era la prima volta che gli capitava qualcosa di sia pur lontanamente simile, ma lo riconosceva con assoluta certezza. E sapeva che John aveva mentito dicendo di essere disposto ad andarsene ovunque.

— Immagino che noi siamo i tipi più naturalmente portati per questi fenomeni di telepatia che, a quanto pare, sono diventati frequenti negli ultimi giorni — disse calmo John. — In fin dei conti, i nostri cervelli devono essere identici.

— Mi spiace.

— A me no. Anzi, te ne sono grato. Non mi ero reso conto di quanto significasse Kate per me. Adesso, invece, lo so… E conta troppo perché possa desiderare di andarmene e lasciarla a un uomo come te.

— Anche se l’alternativa è la morte?

— Anche se l’alternativa è la morte. — John Breton riuscì a sorridere mentre parlava.

— Così sia — disse Jack con voce piatta. — Così sia.

— D’altra parte, tu non mi avresti lasciato andare.

— Non…

— La telepatia funziona da entrambe le parti, Jack. Un momento fa ho avuto modo di leggere nella tua mente tanto bene quanto tu nella mia. Sei convinto di non poter correre il rischio di lasciarmi libero… E poi c’è un’altra cosa.

— Sarebbe? — Jack Breton aveva la sgradevole sensazione di perdere a poco a poco l’iniziativa in un dialogo in cui lui avrebbe dovuto avere il coltello dalla parte del manico.

— Nel tuo intimo, tu vuoi uccidermi. Io sono la personificazione della tua colpa. Tu ti trovi nella posizione, più unica che rara, di espiare con la più terribile delle pene, uccidendo me, pur continuando a vivere.

— Che modo contorto di parlare!

— No. Non so cosa hai provato dentro di te dopo la morte di Kate, ma è chiaro che ti ha fatto impazzire. E quando ti si presenta un problema, tu rifiuti tutte le possibili soluzioni, e ti aggrappi solo a quella che può soddisfare il tuo bisogno di uccidere.

— Quante sciocchezze! — Jack Breton andò ad accertarsi che le tende alle piccole finestre della cantina fossero ben chiuse.

— Lo hai già dimostrato, per tua stessa ammissione. — La voce di John era impastata di sonno.

— Va’ avanti.

— Quando hai fatto quel grande viaggio a ritroso nel tempo, non avevi nessun bisogno di portare il fucile e ammazzare Spiedel. Saresti riuscito lo stesso nel tuo intento: anzi, avresti ottenuto di più tornando sulla scena di quella stupida lite con Kate appena si era guastata la macchina. In quel caso, bastava che tu mi avvertissi di agire diversamente.

— Credevo di averti già spiegato i limiti della fisica cronomotoria — replicò Jack. — Non esiste una scelta consapevole della destinazione… La mente è attratta solo verso i punti chiave.

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