«Se va avanti così, dovremo cambiare mestiere», gli disse Susan Stringer, non appena fu entrato nella biglietteria. Era dietro il bancone e sistemava gli opuscoli nell'apposito espositore. «Potremmo osservare scoiattoli, che ne dici?»
La Davies Whaling Station era un vero bazar — un negozio pieno di opere di artigianato, souvenir kitsch, vestiti e libri — e Susan Stringer era incaricata di gestirla. Come aveva fatto anche Anawak, lavorava per pagarsi gli studi. Anawak, invece, laureatosi quattro anni prima, era rimasto alla Davies a fare lo skipper. Nei mesi estivi si era dedicato alla scrittura di un libro sull'intelligenza e sulle strutture sociali dei mammiferi marini; quel libro, insieme coi suoi spettacolari esperimenti, aveva attirato l'attenzione degli specialisti, che avevano iniziato a trattarlo come un astro nascente della scienza. Alla spicciolata, gli erano arrivate offerte allettanti, posti ben retribuiti di fronte ai quali l'idea di una vita semplice in mezzo alla natura di Vancouver Island rischiava di perdere il suo fascino. Anawak sapeva che prima o poi avrebbe ceduto e si sarebbe stabilito in una delle città da cui provenivano le offerte: il suo futuro sembrava già deciso. Aveva trentun anni e ben presto sarebbe diventato professore oppure avrebbe avuto un posto di ricercatore in un grande istituto, avrebbe pubblicato articoli su riviste specialistiche e partecipato a congressi. Avrebbe abitato nell'attico di una casa di lusso, contro le cui fondamenta si sarebbero infrante le ondate del traffico dell'ora di punta.
Cominciò a sbottonare la tuta arancione. «Se almeno si potesse fare qualcosa», disse cupo.
«Fare che cosa?»
«Cercare.»
«Non volevi parlare con Rod Palm dell'interpretazione degli esami telemetrici?»
«L'ho fatto.»
«E allora?»
«Non c'è molto, a quanto pare. In gennaio hanno messo dei rilevatori di posizione a qualche leone marino e a qualche foca, tutto lì. I dati ci sono, ma le trasmissioni finiscono poco dopo l'inizio della migrazione. Silenzio radio.»
«Non preoccuparti. Arriveranno. Migliaia di balene non spariscono nel nulla.»
«A quanto pare invece è proprio così.»
Lei sorrise. «Forse sono in coda a Seattle. A Seattle c'è sempre coda.»
«Molto spiritosa.»
«Forza, rilassati! Anche i primi anni qualche volta hanno tardato. Che dici, ci vediamo stasera allo Schooners?»
«Io… no. Devo preparare l'esperimento col beluga», rispose Anawak.
Susan lo osservò, accigliata. «Se lo vuoi sapere, esageri un po' col lavoro.»
Lui scosse la testa. «Devo farlo, Susan. Per me è importante e poi non capisco nulla del corso azionario.»
La stoccata era rivolta a Roddy Walker, il ragazzo di Susan. Faceva il broker a Vancouver e avrebbe trascorso qualche giorno a Tofino. La sua idea di vacanza consisteva nel dare sui nervi agli altri, parlando ininterrottamente al cellulare o elargendo consigli finanziari, ovviamente sempre a voce altissima. Susan aveva compreso da tempo che tra i due giovani non sarebbe mai nata un'amicizia, soprattutto dopo che Walker aveva tormentato Anawak per una serata intera, interrogandolo sulle sue origini.
«Forse non ci crederai, ma Roddy sa parlare anche di altre cose», disse lei.
«Davvero?»
«Se glielo si chiede con gentilezza», disse.
Una frase un po' tagliente. «Va bene. Allora verrò più tardi», concluse lui.
«Sciocchezze. Non verrai neppure più tardi.»
Anawak sorrise. «Se me lo chiedi con gentilezza…»
Sapevano entrambi che non si sarebbe presentato, tuttavia Susan disse: «Ci troviamo verso le otto, in caso ci ripensi. Forse dovresti alzare il tuo sedere ricoperto di molluschi. C'è anche la sorella di Tom e viene per te».
La sorella di Tom non era il peggiore degli argomenti per convincerlo. Ma Tom Shoemaker era il direttore amministrativo della Davies, e ad Anawak non piaceva l'idea di stringere legami proprio quando aveva già in mente di andarsene. «Ci penserò.»
Susan sorrise, scrollò la testa e uscì.