Skaugen era ritornato in volo da Stavanger e voleva un rapporto dettagliato. A quanto pareva, era riuscito a fare un passo avanti e adesso era ansioso di confrontare i risultati. Era stata Tina ad avere l'idea di parlare prima a quattr'occhi con Johanson, per concordare una posizione comune. Ma ora lui era lì, solo, a bersi il caffè.
Probabilmente era stata trattenuta.
Il cellulare suonò. Era lei.
«Dove diavolo sei?» gridò Johanson. «Ho dovuto bere anche il tuo caffè.»
«Mi dispiace.»
«Non importa, per me il caffè non è mai abbastanza. Seriamente, che cos'è successo?»
«Sono già nella sala riunioni. Volevo chiamarti, ma eravamo troppo impegnati.»
Aveva una voce strana. «È tutto a posto?» chiese Johanson.
«Certo. Vuoi venire? La strada la conosci.»
«Arrivo subito.»
Dunque Tina era già lì. Quindi dovevano parlare di qualcosa che non era destinato alle orecchie di Johanson.
Ma certo… Il loro maledetto progetto di trivellazione.
Quando entrò nella sala, Tina, Skaugen e Stone erano davanti a una grande carta, che mostrava la zona in cui era stata pianificata la trivellazione. Il capo progetto stava parlando con Tina e cercava di controllarsi. Lei sembrava tesa. Anche Skaugen non aveva una faccia contenta. All'ingresso di Johanson si girò, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso appena accennato. Hvistendahl era in fondo alla sala e stava telefonando.
«Sono arrivato troppo presto?» chiese Johanson in tono cauto.
«No, è un bene che sia arrivato.» Skaugen indicò il tavolo nero e lucido. «Sediamoci.»
Tina sollevò lo sguardo. Sembrava che si fosse accorta solo in quel momento di Johanson. Lasciò Stone a metà del discorso, andò verso Johanson e lo baciò sulle guance. «Skaugen vuole dare il benservito a Stone», gli sussurrò. «Ci devi aiutare, hai capito?»
Johanson non fece una piega. Tina voleva che lui la sostenesse. Era impazzita a coinvolgerlo in una simile situazione?
Lei si sedette. Hvistendahl chiuse il cellulare. Johanson avrebbe voluto andarsene subito, lasciando Tina coi suoi problemi. Con molto distacco disse: «Allora, per prima cosa, ho fatto delle ricerche mirate, com'eravamo d'accordo. Cioè mi sono rivolto ai ricercatori e agli istituti che hanno ricevuto incarichi o sono stati consultati dalle industrie energetiche».
«È stata una manovra intelligente?» chiese Hvistendahl sorpreso. «Pensavo che volessimo agire senza attirare l'attenzione… Ascoltare i rumori del bosco, insomma.»
«Il bosco era troppo grande, ho dovuto limitarlo.»
«Voglio sperare che lei non abbia detto a nessuno che noi…»
«Niente paura. Ho solo fatto un po' di domande. Un biologo curioso dell'NTNU.»
Skaugen strinse le labbra. «Immagino che non sia stato sommerso d'informazioni.»
«Dipende.» Johanson indicò una cartellina. «Basta leggere tra le righe. Gli scienziati non sono bravi a mentire, odiano fare politica. Quello che ho è un dossier di sfumature. Qua e là si può letteralmente vedere il bavaglio. In ogni caso, ho la ferma convinzione che il nostro verme sia stato trovato anche da altri.»
«Ne è convìnto, ma non lo sa per certo», disse Stone.
«Finora nessuno l'ha ammesso esplicitamente. Ma alcuni sono diventati improvvisamente molto curiosi.» Johanson guardò Stone direttamente negli occhi. «Soltanto ricercatori d'istituti che lavorano a stretto contatto con industrie petrolifere. Uno di loro s'interessa esclusivamente dell'estrazione del metano.»
«Chi?» chiese Skaugen in tono aggressivo.
«Uno a Tokyo… Un certo Ryo Matsumoto. Il suo istituto per la precisione, con lui non ho parlato.»
«Matsumoto? E chi è?» chiese Hvistendahl.
«Il più importante ricercatore giapponese di idrati», rispose Skaugen. «Anni fa, per arrivare al metano, ha condotto prove di carotaggio sul permafrost canadese.»
«Quando ho rivolto ai suoi uomini alcune domande sui vermi, sono entrati in fibrillazione», proseguì Johanson. «Mi hanno posto altre domande. Volevano sapere se i vermi potevano destabilizzare gli idrati. E se ce n'erano tanti.»
«Questo non prova che Matsumoto abbia informazioni sui vermi», borbottò Stone.
«E invece sì. Perché lavora per la JNOC», ringhiò Skaugen.
«La Japan National Oil Corporation? Si occupa di metano?»
«Eccome. Nel 2000, a Nankai-Trog, Matsumoto ha iniziato a sperimentare diverse tecniche di estrazione. Sui risultati dei test c'è il silenzio totale, ma da allora è trapelato che, nel giro di pochi anni, inizierà l'estrazione a scopi commerciali. Quell'uomo canta come nessun altro il
«Va bene», annuì Stone. «Ma non ha confermato di aver trovato i vermi.»