«Sembrerebbe che non li abbia mai avuti» disse lui, e intanto le faceva scorrere le dita sulla colonna vertebrale. «Non importa. Lascialo perdere, tanto non fa niente.»
Linda continuava a osservare il granchio. Poi prese un sassolino e glielo lanciò contro. L'animale indietreggiò, ma non reagì. Gli toccò le chele con un dito, ritirandolo poi immediatamente, però il granchio non attaccò.
«Forse è uno stoico.»
«Vieni, lascia perdere quello stupido granchio.»
«Non si difende.»
Darryl sospirò. S'inginocchiò di fianco a lei e, per farle piacere, diede un colpetto al granchio. «È vero», affermò. «È imperturbabile.»
Lei rise, gli girò la testa e lo baciò. La punta della lingua di Linda giocherellava con la sua. Chiuse gli occhi e si gustò il piacere…
Linda si ritrasse. «Darryl…»
Il granchio era improvvisamente salito sulla mano con cui lei si stava sostenendo. Dietro ce n'era un altro. E poi un altro ancora. Darryl spostò lo sguardo sulle rocce che dividevano la conca dalla spiaggia e pensò di avere un incubo.
Dovevano essere milioni.
Linda fissava gli animali immobili. «Mio Dio», sussurrò.
Nello stesso istante, la fiumana si mise in movimento. Darryl aveva visto dei piccoli granchi correre sulla spiaggia, e sapeva che non erano né lenti né flemmatici. Ma quelli erano ancora più veloci. La loro velocità era spaventosa, come se un'onda si stesse riversando su di loro. Le zampe dure sulle rocce producevano un leggero tamburellio.
Nuda com'era, Linda balzò in piedi e scappò. Darryl cercò di afferrare i vestiti. Aveva le vertigini. I vestiti gli caddero di mano. L'esercito dei granchi in corsa si avvicinava e lui fece un balzo indietro.
Gli animali lo seguirono.
«Non fanno niente», gridò, benché non ne fosse convinto, ma Linda si era già girata e stava correndo sugli scogli. «Linda!»
Lei inciampò e cadde. Darryl corse verso di lei. Un attimo dopo i granchi erano ovunque, e si lanciavano contro di loro, aggrappandosi al loro corpo e pizzicandoli. Presa dal panico, Linda urlava. Darryl colpiva gli animali col palmo della mano per toglierli dalla schiena di lei e dai propri avambracci. Poi Linda balzò in piedi e, sempre urlando, si passò le mani tra i capelli. I granchi le stavano correndo sulla testa. Darryl l'afferrò e la spinse in avanti. Non voleva farle male… Desiderava soltanto sottrarsi a quella valanga che si riversava dagli scogli. Ma Linda inciampò di nuovo e lo trascinò con sé. Darryl perse l'equilibrio, cadde a terra e sentì i piccoli corpi duri spezzarsi sotto il suo peso. I frammenti gli entrarono dolorosamente nella carne. Agitò mani, braccia e gambe, sentendo centinaia di minuscole zampe appuntite che gli passavano sopra. Le sue dita presero a sanguinare. Finalmente si rialzò, trascinando Linda con sé.
In qualche modo, riuscirono a correre verso la Harley, con le corazze chitinose che scricchiolavano sotto i loro piedi. Durante la corsa, Darryl girò la testa e rimase allibito: tutta la spiaggia sembrava ribollire di granchi. Arrivavano dal mare…
In lontananza comparvero le prime case di Montauk. La punta orientale di Long Island era poco meno che una striscia di terra, con la strada che correva parallela alla costa. Mentre si dirigeva verso Montauk, Darryl vide avvicinarsi sulla sinistra la fiumana bianca dei granchi. A quanto pareva, stavano arrivando dal mare anche da altri luoghi. Si riversavano dagli scogli e si dirigevano verso la strada.
Accelerò.
La fiumana bianca era più veloce.
Pochi metri prima del cartello del paese, i granchi avevano raggiunto la strada, trasformando l'asfalto in un mare di piccoli corpi. Contemporaneamente, un pick-up stava uscendo in retromarcia dal portone di una casa. Darryl sentì che la Harley sbandava e cercò di evitare il pick-up, ma la moto non rispondeva più ai suoi comandi.