Mentre Akesuk preparava il necessario per la partenza, Anawak, nel Polar Lodge, cercava di mettersi in contatto con lo Château. Dopo qualche minuto, lo deviarono su una linea a prova d'intercettazione e lo collegarono con diversi telefoni, l'uno dopo l'altro. Judith Li non era nell'hotel, si trovava a bordo di un incrociatore della Marina al largo di Seattle. Dovette attendere quindici minuti prima di averla in linea.
Le chiese se poteva restare ancora due o tre giorni e lei, dopo aver sentito che doveva occuparsi dei parenti, gli rispose che poteva fermarsi quanto voleva. Benché non si sentisse a posto con la coscienza, Anawak si convinse che probabilmente la salvezza del mondo non dipendeva dalla sua assenza di tre giorni. Inoltre rimaneva comunque a disposizione. E la sua testa continuava a lavorare, anche se si trovava nell'estremo nord.
Judith Li gli comunicò che gli attacchi col sonar alle balene erano proseguiti. «So che non le piace, ma…»
«Funzionano?» chiese Anawak.
«Siamo in procinto di sospendere gli esperimenti, perché non raggiungono gli effetti desiderati. Però dobbiamo tentare tutto. Più a lungo teniamo alla larga le balene, maggiore è la possibilità di mandare sott'acqua sommozzatori ed equipaggiamenti.»
«Vuole aumentare le possibilità? Allora allarghi il team.»
«Con chi?»
«Con tre persone.» Fece una pausa, poi decise di passare all'offensiva: «Abbiamo bisogno di più collaboratori che si occupino di fare ricerche sul comportamento e sull'intelligenza. E io ho bisogno di qualcuno che mi assista e di cui mi possa fidare. Voglio che sia convocata Alicia Delaware. È una studentessa che si occupa di ricerche sull'intelligenza. D'estate, risiede a Tofino».
«Va bene», replicò Judith Li con sorprendente velocità. «Il secondo?»
«Vive a Ucluelet e, se consulta i dossier del programma MK0, lo troverà sotto il nome di Jack O'Bannon. Sa come comportarsi coi mammiferi marini. E sa pure altre cose che ci potrebbero essere utili.»
«È un accademico?»
«No, è un ex addestratore dalla Marina. Ha partecipato all'US Navy's Marine Mammal System.»
«Capisco, ma dovremo discuterne», disse Judith Li. «Abbiamo tutta una serie di esperti in questo settore. Perché vuole proprio lui?»
«Voglio lui e basta.»
«E la terza persona?»
«È la più importante. In un certo senso, abbiamo a che fare con degli alieni. Ci sarà bisogno di qualcuno che abbia ragionato esclusivamente sul problema di come comunicare con intelligenze non umane. Prenda contatto con la dottoressa Samantha Crowe. Dirige il progetto SETI ad Arecibo.»
Judith Li sorrise. «Lei è un ragazzo intelligente, Leon. Avevamo già intenzione di coinvolgere qualcuno del SETI. Conosce la dottoressa Crowe?»
«Sì. È a posto.»
«Bene.»
«Soddisferà le mie richieste?»
«Vedrò che cosa posso fare.» In sottofondo qualcuno la chiamò. «Stia bene, Leon. E torni da noi sano e salvo. Ora devo tornare al fronte.»
L'aereo a turboelica Hawker Siddeley non si portò subito a nord, ma volò per un tratto in direzione est. Akesuk aveva convinto il pilota a fare quella piccola deviazione in modo che Anawak potesse ammirare la Great Plain of the Koukdjuak, una riserva naturale piena di stagni rotondi, in cui viveva la più grande colonia di oche del mondo. Sull'aereo c'erano altri passeggeri provenienti da Cape Dorset e Iqaluit, e tutti stavano andando a Pond Inlet. La maggior parte conosceva il panorama e pensava ai fatti propri, senza neanche sbirciare dal finestrino.
Anawak, invece, non si stancava più di guardare.
Per lui era come svegliarsi da un sonno durato anni.
Per un po' volarono lungo la costa e attraversarono il Circolo Polare. Dal punto di vista geografico, l'Artico iniziava lì. Sotto di loro, si stendeva il paesaggio ghiacciato del bacino di Foxe, coi suoi crepacci di ghiaccio grandi e piccoli, interrotti da superfici d'acqua. Dopo un breve tratto, tornarono a sorvolare la terra, frastagliata e con pareti montuose scoscese e falesie verticali. La neve brillava sul fondo di gole profonde e ombreggiate. Nei laghi ghiacciati si riversavano i rigagnoli dell'acqua del disgelo. Nella luce del sole basso, il paesaggio diventava sempre più splendido. Montagne scure si alternavano a valli innevate; davanti a loro si allungavano catene montuose coperte quasi per intero da manti di neve. Poi, repentinamente, l'aereo passò su una linea di costa azzurrognola, interrotta da macchie bianche, e apparve l'Eclipse Sound.
Anawak dimenticò tutto ciò che aveva intorno.