«… le riprese dell'URA, esatto! Una gran parte delle cellule si muove liberamente nell'acqua, ma, al centro, le cellule sono compresse. La massa forma tentacoli. Inietta se stessa nelle teste delle balene.»
«Un momento.» Judith Li sollevò le mani. «Va bene, è stato stabilito qualche legame, ma ho l'impressione che vi stiate spingendo troppo avanti. Forse siamo stati testimoni di uno scambio. Via la gelatina vecchia, dentro quella nuova. Oppure c'è stato qualcosa di simile a un controllo. Forse la sostanza nelle teste rimanda qualcosa alla massa totale.»
«Informazioni», disse Greywolf.
«Sì!» esclamò Johanson. «Sì!»
Alicia arricciò il naso. «Dunque possono assumere qualsiasi dimensione, a seconda delle necessità?»
«Qualsiasi dimensione e qualsiasi forma», confermò Sue. «Per guidare un granchio ne basta una manciata. Quella cosa al largo di Vancouver Island intorno cui si sono raccolte le balene aveva le dimensioni di una casa, e…»
«Questo è il fatto decisivo della nostra scoperta», interloquì Rubin, scattando in piedi. «La gelatina è un materiale grezzo necessario per svolgere determinati compiti.»
Sue annuì, seccata per l'interruzione.
«Ho riguardato con attenzione le riprese fatte davanti alla scarpata continentale norvegese», proseguì Rubin, senza prendere fiato. «E credo di sapere cos'è successo! Che mi venga un colpo se non è stata quella sostanza a dare il colpo definitivo per lo smottamento della scarpata continentale. Siamo a un passo dal comprendere la verità!»
«Avete trovato una massa che svolge una gran quantità di lavoro sporco», disse Peak, per nulla impressionato. «Molto bene. E dove sono gli yrr?»
«Gli yrr sono…» Rubin si bloccò. Improvvisamente tutta la sua sicurezza era svanita. Il suo sguardo si spostava incerto da Sue a Johanson. «Ma sì…»
«Crede che quelli siano gli yrr?» domandò Samantha.
Johanson scosse la testa. «Non ne ho idea.»
Cadde un silenzio pesante.
Samantha Crowe strinse le labbra e fece un tiro di sigaretta. «Non abbiamo ancora ricevuto risposte. Chi ci può rispondere? Un essere intelligente o un'associazione di esseri intelligenti? Che ne pensa, Sigur? Gli esseri nella cisterna si comportano in maniera intelligente?»
«Sa meglio di me che la domanda è oziosa», ribatté Johanson.
«Era quello che volevo sentirle dire», sorrise Samantha.
«Come possiamo rendercene conto? Un'intelligenza extraterrestre come valuterebbe un gruppo di prigionieri di guerra rinchiusi in un campo, che non sanno nulla di matematica, hanno paura, freddo, si lamentano oppure stanno seduti in un angolo?»
«Oh, santo cielo», si lamentò Vanderbilt a bassa voce. «Adesso tiriamo in ballo pure la Convenzione di Ginevra.»
«Vale anche per gli extraterrestri?» sogghignò Peak.
Sue gli scoccò uno sguardo disgustato. «Dovremo sottoporre ad altri test la massa nella cisterna», disse. «Tra parentesi, non riesco a spiegarmi come mai ci abbiamo messo tanto a comprenderlo. Leon, cos'hai notato quando sei andato di nascosto nel bacino di carenaggio della
Anawak la guardò. «Poco prima che mi pescassero? Un bagliore blu.»
«Appunto», disse Sue, rivolta a Judith Li. «Lei ha voluto muoversi da sola, e ha tenuto sotto osservazione nel bacino la
«Certo», replicò Judith Li. «È ovvio che abbiamo analizzato l'acqua.»
«E allora?»
«Niente. Acqua normalissima.»
«Ah, bene», sospirò Sue. «Potrebbe farmi avere le analisi? Compresi i risultati di laboratorio.»
«Naturalmente.»
«Dottor Johanson…» Shankar alzò la mano. «Come pensa che avvenga questa fusione? Cosa li porta a fondersi?»
«E tutti contemporaneamente», si meravigliò Roscovitz. Era la prima volta che prendeva la parola. «Come avviene? A che scopo? Una di quelle cellule dovrà pur dire: 'Ehi, gente, venite un po' qui che facciamo una festa!'»
«Non necessariamente», disse Vanderbilt con fare scaltro. «Il grado più alto di collaborazione si trova nelle cellule del corpo umano, giusto? E non c'è nessuno che dica loro come fare.»
«Sta parlando della struttura organizzativa della CIA?» chiese ridendo Judith Li.
«Stia attenta, Suzie Wong.»
«Ehi!» Roscovitz sollevò le mani. «Io sono solo un pilota di sommergibili. Voglio capire questa storia. Negli uomini le cellule stanno incollate tutte insieme, ma qui è un'altra faccenda. Noi non ci dissolviamo a piacere, inoltre c'è un sistema nervoso centrale che funge da boss.»
«Tra le cellule umane la comunicazione avviene per mezzo di messaggeri chimici», disse Alicia.
«E questo che vuol dire? Dobbiamo immaginare queste cellule come un banco di pesci in cui tutti nuotano contemporaneamente nella stessa direzione?»
«Il movimento di un banco di pesci è simultaneo solo in apparenza», spiegò Rubin. «Il comportamento dei banchi dipende dalla pressione.»