Improvvisamente si rese conto che stava guardando proprio nell'interno del tubo e, al pensiero delle dimensioni di quella cosa gli si contrasse lo stomaco. Il terrore s'impadronì di lui. Di colpo, dal nulla, entrò nella chiusa il quinto delfino, e Anawak balzò indietro, dominando a fatica l'impulso di fuggire. Il delfino andò contro la copertura di vetro. Anawak si costrinse a star calmo. Un attimo dopo, anche il sesto delfino superò la paratia. Le lastre d'acciaio si chiusero, scivolando. I sensori analizzarono l'acqua, mandarono l'okay a Roscovitz e la paratia di vetro della chiusa si aprì.
Con un lungo balzo, Kate Ann saltò sul Deepflight.
«Che vuoi fare?» chiese Roscovitz.
«Gli animali sono dentro. E io faccio il mio lavoro, tutto qui.»
«Ehi, non mi sembra il momento adatto.»
«E invece lo è.» La donna si piegò sulle ginocchia e aprì un portello. «Adesso riparo questo maledetto affare.»
«Ci sono cose più importanti, Browning», sbottò Peak, irritato. «La smetta di fare i capricci.» Non riusciva a staccare gli occhi dai monitor. Stavano diventando sempre più luminosi.
«Sal, avete finito là sotto?» Era la voce di Johanson.
«Sì. Cosa vedete?»
«Il bordo del tubo scivola sotto la nave.»
«Quella sostanza ci può fare qualcosa?»
«Difficile. Non riesco a immaginare un organismo che riesca anche solo a far vacillare l'
«Ed è sotto di noi», disse Rubin dal bordo del bacino. Si girò. I suoi occhi luccicavano. «Apra ancora la paratia. Presto.»
«Come?» Roscovitz sgranò gli occhi. «È impazzito?»
Con pochi passi, Rubin gli fu a fianco. «Generale?» gridò nel microfono della console.
Il collegamento gracchio. «Che c'è, Mick?»
«Abbiamo la fantastica possibilità di prendere un bel po' di quella gelatina. Ho suggerito di riaprire la paratia, ma Peak e Roscovitz…»
«Jude, non possiamo correre il rischio», intervenne Peak. «Non siamo in grado di controllarla.»
«Ci limitiamo ad aprire la paratia d'acciaio e aspettiamo», borbottò Rubin. «Forse quell'organismo è curioso. Ne catturiamo qualche pezzo e poi richiudiamo la paratia. Una bella porzione di materiale per la ricerca, che ne pensa?»
«E se è contaminata?» chiese Roscovitz.
«Oddio, quanti dubbi! Lo scopriremo, no? Naturalmente terremo chiusa la copertura di vetro finché non saremo certi che è tutto a posto!»
Peak scosse la testa. «Non mi sembra una buona idea.»
Rubin strabuzzò gli occhi. «Generale, questa è un'occasione unica.»
«Okay», disse Judith Li. «Ma siate prudenti.»
Peak sembrava contrariato. Rubin sorrise, si avvicinò al bordo del bacino e gesticolò. «Ehi, finitela», gridò a Greywolf, Anawak e ad Alicia, impegnati a togliere le bardature agli animali. «Fate…» Non potevano sentirlo. «Ah, non fa niente. Forza, Roscovitz, apra quella maledetta paratia. Non può succedere nulla finché la copertura di vetro rimane chiusa.»
«Non sarebbe meglio aspettare finché…»
«Non possiamo aspettare», lo interruppe Rubin. «Ha sentito che cos'ha detto il generale Li. Se aspettiamo, sparirà. Faccia entrare un po' di gelatina nella chiusa e poi chiuda. Me ne basta un metro cubo.»
Era stata lei a dare l'ordine.
Premette il pulsante della paratia.
Alicia era impegnata con un esemplare particolarmente agitato. Mentre cercava di togliergli la telecamera, il delfino era scappato e si era immerso verso la chiusa, trascinandosi dietro la bardatura. Lo vide nuotare in cerchio sopra la copertura di vetro e lo seguì con potenti bracciate.
Così non sentì nulla di quanto si diceva in superficie.
Poi vide cosa stava succedendo.
Per un momento fu così sbalordita che smise di nuotare e sprofondò finché le sue dita non toccarono il vetro. La paratia, sotto di lei, si stava aprendo. Il mare splendeva di un blu intenso ed era attraversato da scariche simili a fulmini.
Il delfino girava come un pazzo sopra la chiusa. Venne verso di lei e le diede una spinta. Evidentemente cercava di spostarla in là. Ma, dato che Alicia non reagiva, fece una piroetta e scappò via.
Lei fissava l'abisso luminoso.
Cosa c'era laggiù? Scorse alcune ombre indistinte che scivolavano, poi una chiazza che si avvicinava e diventava più grande.
Si avvicinava molto velocemente.
La macchia prese forma, diventando una figura.