Improvvisamente Alicia comprese che cosa si stava scagliando contro la nave. Riconobbe il corpo gigantesco con la fronte nera e la parte inferiore bianca, i denti disposti in file uguali tra le labbra semiaperte. Era il più grande esemplare che avesse mai visto. Risaliva in verticale dagli abissi a una velocità altissima e sembrava ancora in accelerazione. Di certo non si sarebbe scansato, era ovvio. I pensieri nella testa di Alicia si accavallavano. Nel giro di qualche secondo, la donna mise insieme tutto ciò che sapeva. Che le paratie di vetro erano spesse e robuste, ma insufficienti a reggere l'impatto di una bomba vivente. Che quell'animale doveva essere lungo almeno dodici metri e che poteva catapultarsi verso l'alto con una velocità massima di cinquantasei chilometri all'ora.
Che era troppo veloce.
Fece un disperato tentativo di allontanarsi.
L'orca si schiantò contro la copertura di vetro con la stessa violenza di un siluro. L'onda d'urto fece roteare Alicia su se stessa. La donna venne investita dai frammenti dell'intelaiatura d'acciaio e dalle schegge di vetro e scorse il ventre bianco dell'orca che, praticamente illesa, si sollevava oltre la cupola di vetro distrutta. Poi qualcosa la colpì tra le scapole. Alicia gridò, si ribaltò e smarrì il senso dell'orientamento.
Fu presa dal panico.
Roscovitz ebbe appena il tempo di afferrare la situazione. Quando l'orca sfondò la paratia, il molo prese a rimbombare, tremando sotto i suoi piedi. Una gigantesca montagna d'acqua sollevò il Deepflight. Vide Kate Ann barcollare, mulinando le braccia. Per un momento, l'orca sembrò reimmergersi, poi riprese velocità, saltando da ferma.
«La paratia!» gridò Rubin. «Chiuda la paratia!»
La testa dell'orca colpì il batiscafo, lanciandolo verso alto. I supporti delle catene saltarono. Kate Ann fu scagliata in aria, si schiantò contro il quadro di comando, colpì Roscovitz in pieno petto e lo fece cadere all'indietro, mandandolo a sbattere contro la parete dell'hangar. Peak venne trascinato via insieme con lui.
«Il batiscafo!» Rubin strillava. «Il batiscafo!»
Con la fronte che sanguinava, Kate Ann cadde in acqua. Sopra di lei, c'era la poppa del Deepflight. Il batiscafo si riempì d'acqua e affondò nel giro di qualche secondo. Roscovitz si rialzò a fatica e cercò di raggiungere il quadro di comando, ma udì un sibilo. La catena strappata stava schizzando verso di lui, come una frusta. Cercò freneticamente di evitarla, ma sentì che un'estremità gli sfiorava la tempia. Poi la catena gli si attorcigliò intorno alla gola. Non riusciva più a respirare.
Fu trascinato in avanti e scivolò oltre il bordo.
Greywolf era troppo lontano per capire cosa aveva provocato la catastrofe e, dato che si trovava in acqua, non percepì la scossa. Ma vide che il batiscafo era stato strappato dal suo supporto e osservò quello che stava succedendo a Kate Ann e a Roscovitz. Vicino al quadro di comando, Rubin gesticolava e urlava. Da qualche parte dietro di lui apparve la testa di Peak. I soldati avevano imbracciato le armi e correvano verso il luogo della disgrazia.
Poi cercò freneticamente Alicia. Anawak gli stava di fianco, ma nemmeno lui riusciva a vedere la donna.
«Licia!»
Nessuna risposta.
«Licia!»
Il suo cuore venne serrato da una morsa gelida. Con un tuffo potente s'immerse e nuotò velocemente verso la paratia.
Alicia stava nuotando nella direzione sbagliata. Aveva un terribile dolore alla schiena e temeva di affogare. Improvvisamente si ritrovò davanti alla chiusa. Le due metà della copertura di vetro erano infrante e la paratia di acciaio si stava chiudendo. Oltre la chiusa, il mare era luminoso.
Si girò sulla schiena.
Il Deepflight stava arrivando verso di lei coi portelli aperti, la prua in avanti. Affondava come un sasso. Alicia sbatté i piedi con tutte le forze, consapevole che il batiscafo rischiava di colpirla. Vide i bracci meccanici ripiegati avvicinarsi sempre più e si allungò come una lontra, ma non fu sufficiente. La prese in pieno. Lei sentì le costole rompersi, aprì la bocca, gridò e ingoiò altra acqua. L'imbarcazione la spingeva verso il fondo, attraverso la chiusa e poi nel mare aperto. Il freddo le penetrò fin nelle ossa. In uno stato di semincoscienza, vide la paratia d'acciaio cozzare con un rumoroso
Da qualche parte, tra la paratia bloccata e l'imbarcazione, scorse il volto di Greywolf. Ma ormai la salvezza era un'utopia, un bel sogno.
Qualcosa di scuro, di grande, la aggredì sul fianco. Fauci spalancate, file di denti conici tutti uguali.
Il morso dell'orca le spaccò la cassa toracica.