Judith Li socchiuse le palpebre. «Ne è sicura? Questi presunti continenti non sono simili ai continenti che conosco.»
Samantha sorrise. «E non potrebbero neppure. Questi sono i continenti come apparivano centottanta milioni di anni fa, riuniti in uno solo. Pangea, il continente primordiale. Probabilmente anche l'ordinamento delle linee magnetiche corrisponde a quell'epoca.»
«Lo ha verificato?»
«L'ordinamento del campo magnetico è difficile da ricostruire. Invece la costellazione delle masse terrestri di allora è nota. Ci è voluto un po' per capire che ci hanno mandato un modello della Terra, ma poi i conti sono tornati. In fondo è molto semplice. Come nucleo dell'informazione hanno scelto l'acqua e l'hanno accoppiata coi dati geografici.»
«Come fanno a sapere qual era allora l'aspetto della Terra?» si meravigliò Vanderbilt.
«Perché lo ricordano», rispose Johanson.
«Lo ricordano? L'oceano primordiale?» esclamò Vanderbilt.
«Esatto», annuì Johanson. Ieri notte abbiamo trovato l'ultima tessera del puzzle. Gli yrr dispongono di un DNA ipermutabile. Supponiamo che, all'inizio del Giurassico, circa duecento milioni di anni fa, si sia manifestata la loro consapevolezza. Da allora apprendono costantemente. Nei romanzi e nei film di fantascienza ci sono alcune frasi diventate ormai classiche, del tipo: 'Non so cos'è, ma ci sta venendo addosso', oppure: 'Mi passi il presidente'. Un'altra di queste frasi canoniche è: 'Sono superiori a noi', e quasi sempre il libro o il film ci restano debitori di una spiegazione. In questo caso, possiamo completarla: gli yrr sono superiori a noi.»
«Perché immagazzinano il loro sapere nel DNA?» chiese Judith Li.
«Sì. Questa è la differenza fondamentale con gli uomini. La nostra cultura si trasmette attraverso la voce, i testi scritti o le immagini. Ma non possiamo trasmettere all'istante le cose che viviamo. Col nostro corpo muore anche il nostro spirito. Quando diciamo che non si devono dimenticare gli errori del passato, non facciamo altro che dar voce a un desiderio irrealizzabile. Ciò che si ricorda si può soltanto dimenticare. Nessun uomo può ricordare quello che un altro essere umano ha vissuto prima di lui. I ricordi li possiamo registrare e richiamare, però noi non c'eravamo. Ogni bambino deve imparare le stesse cose, mettere la mano sul fornello rovente per capire che scotta. Per gli yrr non è così. Una cellula impara e si scinde. Sdoppia il proprio genoma con tutte le informazioni, un po' come se duplicassimo il nostro cervello con tutti i ricordi. Le nuove cellule non ereditano un sapere astratto, bensì l'esperienza immediata, come se fossero state presenti anche loro. Dall'inizio della loro esistenza, gli yrr sono capaci di un ricordo collettivo.» Johanson guardò Judith Li. «Ora ha capito chi si è messo contro di noi?»
Judith annuì lentamente. «Per annientare l'insieme bisognerebbe eliminare tutti i suoi ricordi.»
«Temo che, per riuscirci, dovremmo distruggere tutti gli individui», replicò Johanson. «E questo è impossibile per diversi motivi. Non sappiamo quanto sia fitta la loro rete. Probabilmente formano catene cellulari lunghe centinaia di chilometri. Diversamente da noi, non vivono nel presente. Non hanno bisogno di statistiche, di valori medi, di simboli che stanno in piedi con le stampelle. In associazioni sufficientemente grandi, sono essi stessi la statistica, la somma di tutti i valori, la loro stessa cronaca. Conoscono uno sviluppo che si estende per millenni, mentre noi non siamo nemmeno in grado di agire nell'interesse dei nostri figli e dei nostri nipoti. Siamo stati spodestati. Gli yrr confrontano, analizzano, riconoscono, fanno pronostici e agiscono sulla base di un ricordo costantemente presente. Non va persa nessuna prestazione creativa, tutto fluisce nello sviluppo di nuove strategie e concetti! Una selezione che non finisce mai, diretta verso soluzioni migliori. Attingere, modificare, raffinare, imparare dagli errori, confrontarsi col nuovo, fare previsioni, agire.»
«Che cosa fredda e disgustosa», disse Vanderbilt.
«Trova?» Judith Li scosse la testa. «Io invece ammiro quegli esseri. Elaborano nel giro di qualche minuto strategie che per noi richiederebbero anni. Già soltanto sapere quello che non va… Semplice, si ricorda perché gli errori si sono fatti di persona, anche se fisicamente non si esisteva ancora.»