«No», mentì lei. «Tutto procede al meglio.»
«Come al cinema, eh?»
«Meglio.»
Il presidente annuì, cupo. Subito dopo sorrise. Non era il solito sorriso raggiante, però aveva un tocco di quell'indispensabile determinazione a vincere per cui lei lo ammirava e rispettava.
Combat Information Center
Qualunque cosa nascondesse il messaggio mandato dai nemici nascosti in mare, lo stomaco di Murray Shankar, spinto dalla biochimica umana, brontolava tanto che, a un certo punto, Samantha Crowe non ne poté più di sentirlo e spedì il collega a mangiare.
«Non devo mangiare», insistette Shankar.
«Ma fammi il piacere», sbottò Samantha.
«Non abbiamo tempo per mangiare.»
«Lo so anch'io. Ma non ne avremo comunque, se a un certo punto qualcuno troverà le nostre ossa sbiancate. Perlomeno io mi nutro di Lucky Strike. Va', Murray. Mangia qualcosa, torna rinvigorito e risolvi il nostro problema con un impulso costruttivo.»
Shankar andò e lei rimase sola.
Aveva bisogno di stare un po' da sola. Non aveva niente contro Shankar. Era un uomo brillante e aveva aiutato parecchio. Però sembrava vivere unicamente in funzione dell'acustica. Faticava a confrontarsi con un modo di pensare non umano, e Samantha era arrivata alla conclusione che la cosa migliore sarebbe stata non avere intorno nessuno, tranne il fumo.
Fumò una sigaretta e ricominciò.
H2
O. Noi viviamo nell'acqua.Il messaggio si presentava come il disegno di una carta da parati. Un rapporto sull'H2
O. Sempre uguale, a parte il fatto che ogni molecola di H2O era accoppiata con qualche dato supplementare. Milioni di simili coppie di dati allineati. Nella trasposizione grafica, si rivelavano delle immagini formate da linee. Il pensiero più naturale era che i dati supplementari descrivessero caratteristiche dell'acqua o di qualcosa che ci viveva in mezzo.Ma forse quel pensiero era sbagliato.
Che avevano da raccontare gli yrr?
Acqua. E poi?
Samantha rifletté. Improvvisamente le venne in mente un esempio. Due affermazioni. Primo: «Questo è un secchio». Secondo: «Questa è acqua». Insieme: un secchio d'acqua. Le molecole dell'acqua erano tutte uguali, quelle che descrivevano il secchio, no. Differivano: forse si trattava della forma del secchio, della sua struttura superficiale, di eventuali decorazioni. Dati supplementari che descrivevano il secchio attraverso la codificazione di migliaia di singole affermazioni diverse, quindi una questione completamente diversa. E allora, da una parte, l'affermazione che il secchio era pieno fino all'orlo. Facilissima da trovare, visto che ogni affermazione-secchio era legata all'affermazione aggiuntiva «acqua».
Dall'altra parte, Hz
O veniva accoppiata con dati che descrivevano qualcosa che non aveva nulla a che fare con l'acqua, cioè un secchio.«Vìviamo nell'acqua.»
E dov'era, quell'acqua? Come si poteva dire qualcosa su un luogo che non aveva forma?
Si poteva descrivere qualcosa con cui esso confinava.
Le coste e i fondali marini.
Le superfici libere erano la terraferma; i loro bordi erano le coste.
A Samantha quasi cadde la sigaretta. Cominciò a dare comandi al computer. Di colpo, comprese come mai le superfici messe insieme non formavano un'immagine coerente. Perché non descrivevano uno spazio bidimensionale, bensì una figura tridimensionale. Bisognava piegarle in modo che si adattassero le une alle altre. Piegarle finché non formavano qualcosa di tridimensionale.
Una sfera.
La Terra.
Laboratorio
Nello stesso momento, Johanson era impegnato coi campioni presi dal tessuto degli yrr. Dopo dodici ore d'intensissimo lavoro in laboratorio, Sue aveva ceduto. Nelle notti precedenti aveva dormito assai poco. La spedizione stava cominciando a pagare il proprio tributo alla stanchezza. Benché procedessero a grandi passi, il senso d'insicurezza era calato su tutti, penetrando fin nelle ossa. Ognuno reagiva a proprio modo. Greywolf si era ritirato nel ponte a pozzo. Si occupava dei tre delfini rimasti, analizzava i dati ed evitava accuratamente ogni contatto. Gli altri mostravano un notevole nervosismo. Rubin compensava l'orrore con l'emicrania, e quello era il secondo motivo, oltre al meritatissimo riposo di Sue, per cui Johanson era solo nella penombra del grande laboratorio.