«Le ricerche hanno portato alla conclusione che l'uomo, al di sotto di un preciso sublivello o metalivello, non è più in grado di riconoscere l'intelligenza come tale. Concepisce come intelligenza solo ciò che si muove nella cornice del suo stesso comportamento. Oltre quella cornice, nel microcosmo, appunto, semplicemente non la può vedere. La stessa cosa accadrebbe con un'intelligenza di grandi dimensioni, uno spirito molto esteso: l'uomo vedrebbe solo il caos, perché non riuscirebbe a districare quelle complesse connessioni. Le decisioni di una simile intelligenza gli rimarrebbero del tutto incomprensibili, giacché i parametri su cui essa si fonda supererebbero la sua capacità di elaborazione. Anche un cane vede nell'uomo solo il potere cui si sottopone, non lo spirito. I comportamenti umani gli sembrano privi di senso, perché noi agiamo sui fondamenti della riflessione, i quali superano le capacità percettive del cane. Allo stesso modo, non potremmo percepire Dio — ammesso che esista — in quanto intelligenza, dato che il suo pensiero deve poggiare su una riflessione totale, la cui complessità ci è completamente preclusa. Come conseguenza, Dio ai nostri occhi appare caotico e quindi serve soltanto a far vincere la locale squadra di calcio o a sventare una guerra. Un essere simile si trova ben oltre i confini estremi della capacità di comprensione umana. Cosa che, a sua volta, spinge a porsi una domanda: da parte sua. Dio è in grado di cogliere l'intelligenza del nostro sottolivello? Forse siamo solo un esperimento in una provetta…»
Deepflight
Ma Anderson non lo colpì.
Qualche secondo prima, i delfini avevano avvisato della presenza di un oggetto sconosciuto e l'equipaggio dell'
Gli uomini sul ponte e quelli agli strumenti di controllo erano molto preoccupati, non solo perché quella cosa si avvicinava a velocità crescente e senza fare il minimo rumore, ma anche perché saliva verticalmente dagli abissi. Fissavano i monitor e, dalle tenebre, videro sbucare qualcosa di rotondo, che emetteva una luce bluastra. Quindi prese forma una sfera tremolante, da un diametro di oltre dieci metri, che si avvicinò, diventando sempre più grande.
Quando Buchanan diede ordine di sparare contro quella cosa sconosciuta, era ormai troppo tardi.
La sfera esplose proprio sotto lo scafo.
Durante gli ultimi minuti, il gas all'interno si era ulteriormente dilatato, accelerando la salita. Quella palla di gelatina sottile, tesa fino a scoppiare e giunta a tutta velocità, improvvisamente si strappò nella parte superiore, si aprì e rimase come uno straccio svolazzante. Il gas liberato vorticò verso la superficie e trascinò con sé qualcosa di grande e squadrato.
Il Deepflight affondato sfrecciava verso l'
Quell'attimo si dilatò per un'eternità.
Poi seguì l'esplosione.
Ponte di comando
La nave gigantesca tremò.