«Attualmente stiamo cercando di mettere a punto le condizioni di un'era geologica di cinquantacinque milioni di anni fa. Più o meno tra Paleocene ed Eocene, sembra che sulla Terra ci sia stata una catastrofe climatica di grandi dimensioni. L'oceano si è letteralmente ribaltato. Il settanta per cento di tutti gli esseri viventi sul fondale marino è morto. Intere zone degli abissi si sono trasformate in luoghi inadatti alla vita. Invece sui continenti c'è stata una rivoluzione biologica. Nell'Artico sono comparsi i coccodrilli e i primati, e i moderni mammiferi sono migrati dalle latitudini subtropicali verso il Nordamerica. Una confusione straordinaria.»
«Come fate a saperlo?»
«Grazie ai carotaggi. Tutta la conoscenza sulla catastrofe climatica deriva da carotaggi a duemila metri di profondità sui fondali marini.»
«I carotaggi spiegano quello che è successo?» chiese Johanson.
«C'entra il metano», rispose Bohrmann. «A quell'epoca, il metano si deve essere surriscaldato e la gran massa di idrati è diventata instabile. Le scarpate continentali sono scivolate e hanno liberato altro metano. Nel giro di qualche millennio, forse addirittura di secoli, si sono sprigionati nell'oceano e nell'atmosfera miliardi di tonnellate di gas. Un circolo vizioso. Il metano genera un effetto serra trenta volte superiore a quello dell'anidride carbonica. L'atmosfera si è riscaldata e, a sua volta, ha riscaldato ulteriormente gli oceani che hanno liberato altri idrati, e così via, all'infinito. La Terra era diventata un forno. L'innalzamento attuale della temperatura delle acque profonde, compreso tra i due e i quattro gradi, non è niente a confronto dell'innalzamento di quindici gradi avvenuto allora, ma non è da sottovalutare», concluse.
«Per alcuni un disastro, per altri… un inizio di riscaldamento. Capisco. Nel prossimo capitolo della nostra breve conversazione inseriremo anche il declino dell'umanità, vero?» disse Johanson.
«Non accadrà così presto. Ma effettivamente ci sono alcuni indizi, secondo i quali ci troviamo in una fase di delicata fluttuazione dell'equilibrio. Le riserve di idrati nell'oceano sono molto instabili. È questo il motivo per cui dedichiamo tanta attenzione ai vostri vermi.»
«Che cosa c'entra un verme con le condizioni di stabilità degli idrati di metano?» domandò Johanson.
«Di fatto nulla. Il verme del ghiaccio popola la superficie degli strati superiori del ghiaccio per molte centinaia di metri. Ne scioglie qualche centimetro e si accontenta dei batteri.»
«Però questo verme ha le mascelle…»
«Quel verme è una creatura senza senso. Guardi lei stesso.»
Si avviarono verso un quadro di comando semicircolare alla fine del padiglione. A Johanson ricordava la centrale di comando di Victor, solo un po' più grande. La maggior parte delle due dozzine di monitor era accesa e mostrava riprese dall'interno della cisterna.
«Osserviamo quello che succede con ventiquattro telecamere; inoltre ogni centimetro cubo è sottoposto continuamente a misurazioni», spiegò Bohrmann. «Le macchie bianche sui monitor della fila superiore sono idrati. Vede? Qui a sinistra c'è la zona in cui, ieri mattina, abbiamo messo i policheti.»
Johanson socchiuse le palpebre. «Vedo solo ghiaccio», disse.
«Osservi meglio.»
Johanson studiò ogni particolare dell'immagine e improvvisamente si accorse di due macchie scure. Le indicò. «Che cos'è? Un infossamento?»
Sahling scambiò qualche parola col tecnico. L'immagine s'ingrandì, rendendo visibili i due vermi.
«Le superfici sono bucate», disse Sahling. «Ecco il filmato accelerato.»
Johanson vide i vermi che si muovevano, contraendosi sul ghiaccio. Ogni tanto annusavano qua e là, come per capire da dove venisse l'odore. Nella riproduzione accelerata, i loro movimenti erano strani e bizzarri. I ciuffi setolosi vibravano, come elettrizzati.
«Stia attento ora!» esclamò Sahling.
Uno dei vermi si era fermato. Sembrava percorso da onde pulsanti.
Poi sparì nel ghiaccio.
«Mio Dio, scava», mormorò Johanson.
Il secondo animale era un po' distante e muoveva la testa come se seguisse il ritmo di qualche musica. D'un tratto estrasse fuori la proboscide con le mascelle chitinose.