Si staccò dalle rocce. Sforzandosi di mantenere la calma, risalì lentamente, continuando a espirare. Poi sbatté contro i pesci, stretti l'uno all'altro. Lo dividevano dalla superficie dell'acqua, dalla luce del sole e dalla sua barca. Il banco era completamente bloccato, un'infinita distesa d'indifferenza dagli occhi vitrei. Sembrava quasi che i pesci fossero comparsi improvvisamente proprio per lui, come se lo aspettassero.
Fu colto dal panico. Il cuore gli batteva all'impazzata. Ormai non si curava più del
Alcuni pesci guizzarono di lato.
E, in mezzo a loro, comparve qualcosa che serpeggiò verso Ucañan.
Dopo un po', il vento si fece più fresco.
Il cielo era sempre sgombro di nuvole. Era una bella giornata. Il moto ondoso era leggermente aumentato, benché ciò non costituisse un pericolo per un uomo in una piccola barca.
Però non si vedeva nessun uomo.
Non si vedeva nessuno, da nessuna parte.
Solo un
PARTE PRIMA
Anomalie
«Il secondo versò la sua coppa nel mare che diventò sangue come quello di un morto e perì ogni essere vivente che si trovava nel mare. Il terzo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti delle acque, e diventarono sangue. Allora udii l'angelo delle acque che diceva: 'Sei giusto, tu che sei e che eri…'»
«La settimana scorsa, sulla costa cilena, si è spiaggiato un gigantesco cadavere non identificato che all'aria aperta si è decomposto in poche ore. Secondo le dichiarazioni della guardia costiera cilena, si tratta solo di una piccola parte di una massa molto più grande, che era stata vista galleggiare in mare. Gli esperti cileni hanno escluso la possibilità che si tratti di un vertebrato, perché completamente privo di ossa. La massa è inoltre troppo grande per essere pelle di balena e non ne ha neppure l'odore. Le attuali conoscenze rivelano una sorprendente somiglianza coi cosiddetti
4 marzo
Trondheim, costa norvegese
In fondo, la città era troppo affascinante per ospitare scuole superiori o centri di ricerca. Specialmente a Bakklandet o a Mollenberg, non c'era nulla che potesse far pensare a una metropoli tecnologica. Nel mezzo dell'idillio variopinto di case di legno ammodernate, parchi, chiesette rurali, palafitte sul fiume e cortiletti pittoreschi sembrava non esserci posto per l'idea di progresso. E invece, proprio a due passi da lì, c'era l'NTNU, il più grande politecnico norvegese.