«Cosa volevi ottenere con quella sciocchezza del tuo 'ultimo giorno' a Vancouver Island?» chiese. «Non avrei dovuto prenderti con me. Ma tu perché mi hai fatto una testa così…»
«Io…» iniziò Alicia, poi s'interruppe. «Be', sì, volevo assolutamente venire. Sei arrabbiato?»
Anawak si girò. «Odio essere preso in giro.»
«Mi dispiace.»
«No, non ti dispiace. Ma fa lo stesso. Perché non sparisci e ci lasci fare il nostro lavoro?» Fece una smorfia. «Va' con Greywolf che vi prende tutti per la manina.»
«Mio Dio, Leon!» Alicia gli si avvicinò e lui si scostò. «Volevo assolutamente venire in mare con te. Mi dispiace di averti mentito. Okay, sono qui per un paio di settimane, e non vengo da Chicago, ma studio Biologia all'University of British Columbia. Che cosa devo fare? Pensavo che alla fine avresti trovato divertente questa balla…»
«Divertente?» gridò Anawak. «Ma hai le rotelle a posto? Che c'è di divertente nell'essere presi per i fondelli?» Gli stavano saltando i nervi, ma non poteva farci nulla e gridava contro di lei, benché sapesse che aveva ragione. Quella ragazza non gli aveva fatto nulla. Proprio nulla.
Alicia indietreggiò, sussultando. «Leon…»
«Perché non mi lasci in pace? Vattene.»
Si aspettava che se ne andasse, invece rimase lì. Anawak si sentiva stordito. La stanza girava. Per un momento ebbe paura che le gambe gli cedessero, poi improvvisamente tutto ritornò normale e mise a fuoco Alicia che gli porgeva qualcosa.
«Cos'è?» borbottò.
«Una videocamera.»
«Questo lo vedo. Ma perché?»
«Prendila.»
Lui allungò la mano, prese la videocamera e la osservò. Era una Sony Handycam molto costosa e con la copertura impermeabile usata dai turisti, ma anche dagli scienziati. «E allora?»
Alicia allargò le braccia. «Pensavo che volessi scoprire cos'è successo.»
«Non sapevo che la cosa ti riguardasse.»
«Smettila una buona volta di riversare su di me la tua rabbia!» sbottò lei. «Là fuori avrei potuto morire, e questo è successo solo un paio d'ore fa. Potrei essere sulla tua ambulanza a urlare, e invece cerco di aiutarti. Vuoi scoprire cos'è successo o no?»
Anawak respirò profondamente. «Okay.»
«Hai visto quali animali hanno attaccato la
«Sì, balene grigie e megattere…»
«No», Alicia scosse impaziente la testa. «Non quali specie. Quali
«È successo tutto troppo in fretta.»
Alicia rise. Era una risata amara, ma pur sempre una risata. «La donna che abbiamo tirato fuori dall'acqua era con me sul
«Quindi…?»
«… Quindi le ho visto questa videocamera appesa al collo. Era assicurata bene, perciò non è andata persa neppure in acqua. In ogni caso, quando voi siete tornati in mare, ho parlato un po' con la donna e lei mi ha detto che ha filmato per tutto il tempo, anche quando si è avvicinato Greywolf! In un certo senso era profondamente impressionata da lui, così ha continuato a riprenderlo.» Fece una pausa. «Se ricordo bene, dal nostro punto di vista, la
Anawak annuì e d'un tratto comprese dove voleva arrivare Alicia. «Ha ripreso l'attacco», mormorò.
«Ha filmato soprattutto le balene che ci hanno attaccato. Non so se sarai in grado d'identificarle, ma tu vivi qui e conosci gli animali. È una ripresa di buona qualità», confermò Alicia.
«Immagino che ti sia dimenticata di chiedere il permesso di tenere la videocamera», borbottò Anawak.
Alicia lo guardò con aria provocatoria. «E allora?»
Lui si girò la videocamera tra le mani. «Va bene. Lo guardo.»
«Lo
Anawak la fissò.
«Inoltre, da adesso in poi, sarai gentile con me.»
Lui espirò lentamente e, con le labbra tirate, osservò la videocamera. Doveva ammettere che, fino a quel momento, quella di Alicia era la migliore idea che fosse venuta fuori. «Ci proverò», disse.
12 aprile
Trondheim, Norvegia
L'invito raggiunse Johanson mentre si stava preparando per andare al lago.
Dopo il suo ritorno da Kiel, aveva raccontato a Tina dell'esperimento nel simulatore di abissi marini, però era stata una conversazione breve. Tina era impegnatissima in diversi progetti e il tempo che le rimaneva lo trascorreva con Kare Sverdrup. Johanson aveva l'impressione che non fosse concentrata su quella faccenda. Sembrava totalmente presa da qualcosa che non aveva a che fare col suo lavoro, ma preferì evitare di farle domande.
Qualche giorno dopo, Bohrmann lo chiamò per comunicargli le ultime novità. A Kiel avevano continuato gli esperimenti sui vermi. Johanson, che aveva già preparato le valigie e stava uscendo di casa, decise che, prima di uscire, avrebbe potuto fare una telefonata a Tina e spiegarle cosa stava succedendo. Ma non riuscì a pronunciare neppure una parola.
«Non puoi venire da noi?» gli chiese subito lei.
«Dove? All'istituto?»