Ma quando ebbe diviso il mangiare e il bere con il Signore, cadde morto, e la sua anima vol`o in cielo e lod`o Dio. Ma il curato era nascosto dietro l’altare, e vedeva tutto. Cos`i vide che dopo aver diviso il mangiare e il bere col Signore, il bambino mise le braccia in croce e la sua anima gli si stacc`o dal corpo e prese il volo cantando.
Il curato corse verso il corpo del bambino che era rimasto steso davanti all’altare: era morto. Subito il curato fece annunciare in tutta la citt`a che nel duomo c’era un santo, e lo fece mettere in una bara d’oro. La gente accorse da tutta la citt`a e s’inginocchi`o intorno alla bara. Anche il contadino venne, e nel corpicino dentro la bara d’oro riconobbe il figlio e disse:
– Signore, tu me l’hai dato e tu me l’hai tolto, e ne hai fatto un Santo! – Poi torn`o casa sua, e tutto ci`o che si metteva a fare gli riusciva[76]
, cosicch'e divent`o ricco.Ma con il danaro che guadagnava faceva la carit`a ai poveri, visse una vita santa, e quando mor`i si merit`o il Paradiso, cos`i possa succedere a noi tutti.
Le domande da rispondere
1. Cosa significava per il contadino «andare a gonfie vele»?
2. Perch`e il bambino non sapeva nulla di Nostro Signore n'e dei Santi?
3. Cosa vide il bambino nel duomo?
4. Perch`e s’impaur`i il sagrestano?
5. Cosa port`o il sagrestano da mangiare al bambuno?
6. Di che cosa fecero la bara per il santo?
7. Cosa disse il padre del bambino vedendolo nella bara?
Il regalo del Vento Tramontano
Un contadino di nome Geppone abitava nel podere d’un Priore, su per un colle dove il vento tramontano[77]
distruggeva sempre frutti e piante. E il povero Geppone pativa la fame[78] con tutta la famiglia. Un giorno si decide:– Voglio andare a cercare questo vento che mi perseguita. – Salut`o moglie e figlioli e and`o per le montagne.
Arrivato a Castel Ginevrino, picchi`o alla porta. S’affacci`o la moglie del Vento Tramontano.
– Chi picchia?
– Son Geppone. Non c’`e vostro marito?
– `E andato a soffiare un po’ tra i faggi e torna subito. Entrate ad aspettarlo in casa, – e Geppone entr`o nel castello.
Dopo un’ora rincas`o il Vento Tramontano.
– Buon giorno, Vento.
– Chi sei?
– Sono Geppone.
– Cosa cerchi?
– Tutti gli anni mi porti via i raccolti, lo sai bene, e per colpa tua muoio di fame con tutta la famiglia.
– E perch'e sei venuto da me?
– Per chiederti, visto che m’hai fatto tanto male, che tu rimedi in qualche modo[79]
.– E come posso?
– Son nelle tue mani.
Il Vento Tramontano fu preso dalla carit`a del cuore per Geppone, e disse:
– Piglia questa scatola, e quando avrai fame aprila, comanda quel che vuoi e sarai obbedito. Ma non darla a nessuno, che se la perdi non avrai pi`u niente.
Geppone ringrazi`o e part`i. A met`a strada, nel bosco, gli venne fame e sete. Aperse la scatola, disse:
– Porta pane, vino e companatico[80]
, – e la scatola gli butt`o fuori un bel pane, una bottiglia e un prosciutto. Geppone fece una bella mangiata e bevuta l`i nel bosco e ripart`i.Prima di casa trov`o moglie e figlioli che gli erano venuti incontro:
– Com’`e andata? Com’`e andata?
– Bene, bene, – fece lui e li ricondusse tutti a casa; – mettetevi a tavola. – Poi disse alla scatola: – Pane, vino e companatico per tutti, – e cosi fecero un bel pranzo tutti insieme.
Finito di mangiare e bere, Geppone disse alla moglie:
– Non lo dire al Priore che ho portato questa scatola. Se no gli prende voglia d’averla e me la soffia.
– Io, dir qualcosa? Dio me ne liberi![81]
Ecco che il Priore manda a chiamare la moglie di Geppone.
– `E tornato, tuo marito? Ah s`i, e com’`e andata? Bene, son con tento. E che ha portato di bello? – E cos`i, una parola dopo l’altra, gli cava fuori tutto il segreto.
Subito chiam`o Geppone:
– O Geppone, so che hai una scatola molto preziosa. Me la fai vedere? – Geppone voleva negare, ma ormai sua moglie aveva detto tutto, cos`i mostr`o la scatola e le sue virt`u al prete.
– Geppone, – disse lui, – questa la devi dare a me.
– E io con cosa resto? – disse Geppone. – Lei sa che ho perso tutti i raccolti, e non ho di che mangiare.
– Se mi dai cotesta[82]
scatola, ti dar`o tutto il grano che vuoi, tutto il vino che vuoi, tutto quel che vuoi quanto ne vuoi.Geppone, poveretto, acconsent`i; e cosa gliene venne? Il Priore, grazie se gli diede qualche sacco di sementi grame. Era di nuovo allo stento e questo, bisogna dirlo, per colpa di sua moglie.
– `E per causa tua che ho perso la scatola, – le diceva, – e dire che il Vento Tramontano me l’aveva raccomandato, di non dirlo a nessuno. Ora, di ripresentarmi a lui non ho pi`u il coraggio. Finalmente si fece animo, e part`i per il castello. Buss`o, s’affacci`o la moglie del Vento.