Charlie sospirò e si versò dell’altra birra. «Ho letto la rassegna stampa che mi ha mandato. Cos’altro c’è da sapere? Gli articoli erano esaurienti?»
«Non del tutto» rispose Milton Sweetwater dopo una pausa quasi impercettibile, come se in quel breve lasso di tempo fosse giunto a una decisione. «Possiamo dare per scontato che il nostro incontro di oggi sia confidenziale; a prescindere dal fatto che lei accetti o meno l’incarico?»
Charlie fece un gesto con la mano. «Per noi è una prassi.»
Milton Sweetwater si sporse in avanti. «C’è una parte considerevole di quel fine settimana di cui abbiamo ritenuto di non parlare né alla stampa né alla polizia. Non credo abbia rilevanza, ma nell’ultima nostra riunione abbiamo deciso di raccontare tutto all’investigatore che avremmo assunto, e iniziare le indagini da lì.»
Charlie annuì, poi guardò nuovamente i gatti sotto il cespuglio di lillà. Le foglie del cespuglio erano tristemente afflosciate e i gatti sembravano morti. A Charlie si strinse il cuore.
«C’è qualcosa che deve sapere riguardo Gary Elringer e la società, altrimenti quel fine settimana le sembrerà totalmente assurdo» cominciò a dire Milton. «Gary era un genio. Immagino che gli articoli di giornale abbiano approfondito questo aspetto. Si costruì il primo computer prima di compiere dieci anni, andò a Stanford a quindici, si laureò a venti potendo già vantare una mezza dozzina di innovazioni o di vere e proprie invenzioni e scoperte. Aveva depositato decine di brevetti prima ancora di compiere l’età per bere alcolici. Aveva anche una personalità difficile. Viziatissimo prima da bambino e poi da adulto, era piuttosto paffuto, aveva il tatto di un elefante, era collerico, si prendeva tutto ciò che voleva e generalmente rendeva infelici le persone che gli stavano accanto. All’università incontrò Beth MacNair, una ragazza timida, assai brillante e fisicamente poco procace. In qualche modo si trovarono in sintonia e si sposarono. Questo accadde dieci anni fa. Nel frattempo Bruce Elringer, il fratello di Gary, aveva messo a punto un programma per comporre musica al computer, qualcosa di rivoluzionario, e decisero di fondare la Bellringer Company. Potevano contare su un hardware e numerosi software da utilizzare con un nuovo tipo di computer. Gary aveva già guadagnato un sacco di soldi, non abbastanza, ma molti. Coinvolsero nei loro progetti alcune altre persone tra cui me, e lanciammo la Bellringer Company Incorporated. Tutto cominciò otto anni fa e fu un successo spettacolare fin dall’inizio.»
L’uomo terminò la birra e sollevò la bottiglia per leggere l’etichetta.
«È una marca locale» spiegò Charlie. Entrò in casa e ritornò con altre due bottiglie. Constance invece beveva del tè freddo, consumava birra solo con il cibo messicano. Charlie cominciò a pensare alla cucina messicana, al maiale con salsa verde, ai petti di pollo con peperoncino rosso e salsa alla panna…
«La società fu gestita da Gary sin dall’inizio» proseguì Milton dopo essersi versato dell’altra birra. «Possedeva la maggioranza e nessuno ebbe mai nulla da obiettare. Sapevamo tutti che senza di lui la società non sarebbe nemmeno esistita. Anche quando cominciò a distribuire azioni per garantirsi la lealtà dei collaboratori, Gary continuò a mantenere il controllo dell’azienda, non ci sono dubbi a questo proposito.» Spiegò con dovizia di particolari l’atto costitutivo della società, come erano state distribuite le quote azionarie e come funzionava la compagnia. «Fino a tre anni fa non era molto importante chi ne avesse il controllo» disse. «Nei primi anni non vi furono profitti per gli azionisti, eravamo tutti stipendiati. A un certo punto però cominciammo ad avere degli utili da spartire, ma quando Gary iniziò Smart House i guadagni svanirono.»
Sebbene tentato, Charlie non sbadigliò. Non era così noioso, si disse, ma non riusciva nemmeno a provare interesse per l’assetto societario che l’avvocato gli stava illustrando. Cibo messicano o italiano, decise. Alla fin fine il cibo piccante e pepato era più rinfrescante di quello non piccante. Avrebbe ordinato una caraffa di
«Deve comprendere che tipo di dinamiche esistevano all’interno della società, altrimenti non capirà mai per quale motivo abbiamo accettato tutti il gioco dell’assassino proposto da Gary» disse Milton non del tutto inconsapevole dell’effetto che le sue parole avrebbero avuto sull’interlocutore.
Charlie spalancò gli occhi. «Mi racconti.»
Milton terminò di descrivere il gioco con Charlie che lo guardava incredulo e Constance inorridita.
«Lei è un avvocato, e nonostante questo ha accettato di giocare?» gli domandò Constance.