Читаем La casa che usside полностью

«Giusta domanda. Quello che le ho esposto a grandi linee è lo scenario su cui stiamo lavorando. Dopo il funerale e dopo le formalità legali, si supponeva che le cose tornassero, per quanto possibile, alla normalità. Bastava solo riorganizzare e pianificare il futuro dell’azienda, ma improvvisamente Beth Elringer, la vedova, ha cominciato a sollevare delle obiezioni e Bruce Elringer si è schierato con lei. Ormai all’interno della società c’è una frattura ampia e profonda come quella che divise il Mar Rosso. Nella situazione in cui ci troviamo nessuno ha abbastanza voti per prendere delle decisioni. La società andrà a picco se non potrà progredire. Le cose funzionano così nell’industria informatica, nessuno può starsene a guardare e aspettare. Lo scorso giovedì c’è stata un’assemblea degli azionisti, e tutti hanno urlato agli altri le proprie ragioni per tre ore finché ho proposto di assumere un investigatore privato per chiarire la situazione. Bruce ha avuto anche un’altra idea, e alla fine abbiamo deciso di prendere in considerazione entrambe le proposte.»

«Bruce Elringer? Lui cosa crede che sia accaduto?»

«Pensa che Beth abbia ucciso il marito.»

Charlie emise un leggero sibilo.

«Gran brutta situazione» commentò Milton con una certa amarezza. «A ogni modo, Bruce ha invitato tutti a tornare a Smart House il prossimo fine settimana per ricostruire i momenti salienti di quell’ultimo giorno, e dimostrare che Beth ha avuto l’opportunità di uccidere Rich e Gary. Bruce ha anche individuato un movente e delle prove indiziarie. Alcuni di noi hanno protestato contro la richiesta di Bruce e preteso che accettasse la presenza di una figura professionale come la sua. Ecco perché sono qui.» Milton inspirò profondamente.

Senza dire nulla Charlie si allontanò e tornò con altre due bottiglie di birra. Constance si versò il tè rimasto e per molto tempo nessuno parlò.

«Se andiamo da Spirelli, non riusciremo a parlare perché quel dannato fisarmonicista comincia a suonare alle otto» disse infine Charlie con un’aria pensosa. «Io propongo di andare da El Gordo. Voi che ne pensate?» Poi, rivolgendosi a Milton con un tono quasi cordiale: «Temo di avere un sacco di domande da farle.»

5

A tarda sera Charlie e Constance si misero a parlare approfittando del fresco della camera da letto, i cuscini dietro la schiena, il televisore accesso, l’audio abbassato. Fuori dalla porta della stanza Brutus miagolava per entrare. I gatti non sopportavano che chiudessero la porta, e con l’aria condizionata accesa Charlie e Constance la tenevano chiusa.

«Se lo faccio entrare gironzolerà per la stanza cinque minuti e poi comincerà a miagolare per uscire di nuovo» disse Charlie. «Fai finta di non sentirlo. Che impressione ti ha fatto Sweetwater?»

«È spaventosamente viscido e scaltro. È un tipo affascinante. Assomiglia a Gregory Peck e sfortunatamente lo sa. Tocca a te ora.»

«È un genio del computer» disse Charlie, come se questo riassumesse le sue impressioni.

«Da quel che ha detto, lo sono tutti.»

«Lo so» borbottò. Brutus alzò la voce e Charlie imprecò contro di lui. Per un istante vi fu silenzio, poi Ashcan emise un verso stridulo e si udirono gli altri gatti correre all’impazzata per il corridoio. Charlie sospirò, si alzò dal letto e uscì in corridoio accompagnato dalla risatina di Constance.

Condusse i tre gatti verso la porta scorrevole che dava accesso alla terrazza, li fece uscire e rimase fuori per un minuto. I lampi giocavano con le nubi verso ovest, ma erano troppo distanti perché si potesse udire il rombo del tuono. L’aria era pesante, minacciosa e dannatamente calda, decretò Charlie. Poi un lampo balenò in cielo e questa volta il fragore del tuono si fece sentire distintamente, molto più vicino.

«Ho capito!» esclamò, e rientrò a chiamare Constance. Quell’estate erano stati investiti per tre volte da tempeste elettriche che avevano fatto saltare la corrente. Una scarica aveva danneggiato il televisore e la stufa elettrica dei Mitchum, i loro vicini.

Staccarono le spine dalle prese in tutta la casa e si sedettero in terrazza ad aspettare che il temporale li rispedisse dentro. Si stava alzando il vento. La temperatura sembrò aumentare e l’aria sapeva di ozono. Charlie si augurò che venisse un bell’acquazzone, che rinfrescasse l’aria e mettesse fine all’ondata di caldo che giorno dopo giorno lo stava facendo sciogliere come ghiaccio al sole.

«Se la casa, o il computer della casa, ha veramente ucciso due persone, non pensi che potrebbe essere un luogo pericoloso?» gli domandò Constance tra un rombo di tuono e l’altro. "La pioggia si sta allontanando" pensò con rammarico.

«Staremo alla larga da ascensori e vasche idromassaggio. Sei nervosa all’idea di andare in quella casa?»

«Non particolarmente, era solo una considerazione. Se si erano messi tutti in agitazione per un gioco, immagina come saranno stavolta quando si riuniranno. Ora sanno che la casa è in grado di uccidere o che tra loro c’è un assassino.»

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