Читаем La casa che usside полностью

Milton Sweetwater si strinse nelle spalle. «Avrebbe dovuto conoscere Gary. Sarebbe stato peggio se non avessimo accettato. All’epoca mi dissi che era un gioco relativamente innocuo, inoltre servì esattamente allo scopo che Gary aveva annunciato: fece scoprire a ognuno di noi quale meraviglia fosse in realtà Smart House.»

«Una meraviglia che ha voluto entrare nel gioco» obiettò Charlie. «Vada avanti. Mi sembra di capire che sia proprio questa la parte che i giocatori hanno omesso di raccontare ai poliziotti.»

«Esatto, ci sembrava inutile. Pensi ai commenti su tutti i quotidiani, sui giornali scandalistici. E poi il gioco non aveva nulla a che fare con quanto è successo, avrebbe potuto trattarsi di qualsiasi altro gioco o addirittura di nessun gioco. Che differenza avrebbe potuto fare per le indagini?»

«Non lo so» rispose Charlie. «Me lo dica lei. Che differenza ha fatto?»

L’avvocato parve a disagio. «Tanto per cominciare divennero tutti paranoici. Ora mi sembra incredibile che sia accaduto, ma non appena il gioco iniziò diventammo tutti paranoici. In secondo luogo sapevamo che a causa del gioco la casa, o meglio il computer, sarebbe apparso responsabile di entrambe le morti. Vede, durante il fine settimana il computer registrò i movimenti di tutti i presenti, e quando la parte di registrazione che ci interessava fu esaminata, mostrò chiaramente che non c’era nessuno con Rich in ascensore, e che Gary era andato nella stanza della Jacuzzi da solo. La polizia concluse che c’erano delle anomalie nel programma e su questo fummo tutti d’accordo. Dopotutto si era trattato di un collaudo, un collaudo limitato al fine settimana, intendo. Inoltre nessuno portò a suffragio informazioni che contraddicessero quanto appurato, e, sebbene il caso non sia stato chiuso ufficialmente, ha subito una battuta d’arresto e si trova a un punto morto. Diranno che si è trattato di uno sfortunato incidente… di due incidenti, e si finirà col credere che la Bellringer Company fabbrica computer assassini» aggiunse amaramente.

Charlie scuoteva la testa. «La polizia aveva in mano ben più di un pessimo programma pieno di anomalie. Cos’altro ha scoperto?»

«Sì, è vero» ammise Milton. «Ha scoperto altre cose. Sa, per il modo in cui il gioco era stato congeniato e col fatto che ci comportavamo tutti in maniera così paranoica, evitavamo di restare anche solo un istante in compagnia di un’altra persona. Per la maggior parte del tempo stavamo in gruppi di quattro o più persone e ci tenevamo d’occhio a vicenda. Vede, se ci si trovava in compagnia di qualcuno, sarebbe potuta sopraggiungere una terza persona in cerca della sua vittima. In questo modo ci sarebbero state una vittima, un testimone e un assassino. Penso che tutti avessimo dei sospetti riguardo a chi tosse già stato ucciso e chi no, ma anche un atteggiamento apparentemente indifferente avrebbe potuto rivelarsi una strategia.» Allargò le braccia rassegnato. «A ogni modo sapevamo che Rich era solo, che non c’era nessuno con lui, e sapevamo che non era in un gruppo di quattro persone.»

«In che modo esattamente ne ha avuto la certezza?» gli domandò pazientemente Charlie.

Milton parve più a disagio che mai. «Stavo pedinando Laura Westerman» rispose imbarazzato. «Laura era seduta a guardare un film insieme ad altre persone. Era stato allestito un angolo bar nella stanza e lei aveva un bicchiere in mano. Pensai che prima o poi sarebbe tornata a riempirlo, così mi sistemai accanto al bar. E infatti ritornò. Rich si trovava nelle vicinanze, gli rivolsi la parola in modo da attirare la sua attenzione ed essere sicuro che fosse mio testimone. Quando Laura fu a portata di tiro, le sparai con la cerbottana.» L’uomo non guardò né Charlie né Constance ma corrugò la fronte con lo sguardo perso nel vuoto. «Nell’elenco delle armi figurava come dardo avvelenato in grado di procurare una morte istantanea.»

Charlie osservava l’acqua colare giù dal bicchiere, mentre Constance faceva ruotare il ghiaccio dentro al bicchiere da bibita. Alla fine Milton guardò Constance, poi Charlie, e riprese il racconto.

«Feci segno a Laura e Rich di uscire dalla sala tv dove gli altri stavano guardando il film. Andammo nella stanza accanto, la biblioteca, e usai il computer per registrare l’uccisione. Rich testimoniò e Laura confermò di essere stata uccisa. Sia io che lei lo vedemmo allontanarsi da solo. Immaginai che dovesse tornare nella sua stanza per farsi assegnare dal computer una nuova vittima, oppure che fosse diretto al piano inferiore per scegliere un’arma. Questo quantomeno è ciò che abbiamo pensato tutti. Lo tenevo d’occhio perché sospettavo che fossi io la sua vittima. Quella è stata l’ultima volta che qualcuno l’ha visto vivo.»

«Non c’è da stupirsi che non ne abbiate voluto parlare alla polizia o ai giornalisti» disse Charlie. «È la cosa più ridicola che abbia mai sentito. Che ore erano?»

« Le undici meno dieci. Rich è stato ritrovato alle undici e quaranta e hanno stimato che sia morto tra le undici e le undici e trenta.»

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