«Ha davvero intenzione di farci ripercorrere ogni minuto?» domandò Laura incredula. «È una follia. Che differenza fa?»
«Non so rispondere a questa domanda» ammise tranquillamente Charlie. «Visto che ha capito perfettamente quello che voglio fare, potrebbe sveltire l’operazione cercando di fornirci le informazioni riguardo al tempo mancante, evitandoci la fatica di ricostruirlo secondo per secondo? Ripensi a quando e dove è stata uccisa, chi l’ha uccisa e chi ha testimoniato. A quel punto faccia mente locale su ciò che è accaduto prima e poi prosegua la sua ricostruzione. Se quella sera non c’è stata nessun’altra attività andiamo avanti e passiamo al mattino seguente.»
Minuto dopo minuto, incontro dopo incontro, Charlie li condusse attraverso quella giornata di maggio. Di tanto in tanto interrompeva qualcuno per porre una domanda, ma per la maggior parte del tempo si limitò ad ascoltare. Quando Beth menzionò le copie cianografiche viste il sabato sul tavolo accanto a Rich Schoen, Charlie la interruppe.
«Immagino che Rich avesse nascosto il bastone di gommapiuma dentro ai fogli arrotolati» disse Beth. «È stata l’arma che poi ha usato su Gary.»
«Dove sono ora le copie cianografiche?»
Vi fu uno scambio di sguardi, poi Milton Sweetwater si strinse nelle spalle e disse: «Presumibilmente in uno degli uffici.»
«Rich li portò qui dall’ufficio di Palo Alto» spiegò Alexander. «Ce li avrebbe mostrati alla riunione di lunedì. Di solito li teneva là, non più a Smart House, ma non so dove siano adesso.»
Charlie annuì e lasciò che continuassero a descrivere il pomeriggio di sabato.
Poco dopo intervenne nuovamente. «Fino a questo momento nessuno ha riferito di aver incontrato Gary. Era normale alle tre del pomeriggio?»
Beth annuì. «Stava sveglio quasi tutta la notte, non si alzava mai prima di mezzogiorno o l’una e gli piaceva fare colazione da solo. Non mi ha allarmata il fatto di non vederlo in giro.»
«È per questo che cenavamo alle sette» disse Laura con un sorriso sarcastico. «Gary voleva che la cena finisse entro le nove così poteva rimettersi a lavorare.»
Proseguirono raccontando le loro avventure come assassini e come vittime, finché non arrivarono al momento in cui si erano ritrovati per l’aperitivo. A quel punto Charlie li interruppe.
«Basta così, è tardi» disse. «Per favore, consegnatemi i fogli se avete delle annotazioni sull’orario o delle osservazioni di qualsiasi genere. Finiremo domani.»
«Era quasi mezzanotte.»
9
Beth lo fissò costernata. "Dovevano sospendere tutto proprio adesso?" Si guardò attorno. Jake e Milton confabulavano a bassa voce. Bruce si aggirava per la stanza mentre Charlie radunava i fogli. Laura si era alzata per andarsene, ma poi sembrava essersi accorta che nessuno aveva intenzione di lasciare la stanza, allora aveva raggiunto Harry vicino alla credenza. Harry sembrava teso come una corda di violino, sarebbe bastato sfiorarlo per far esplodere tutta la sua tensione. Laura si tenne a debita distanza evitando di toccarlo.
Charlie diede uno sguardo ai presenti e raccolse i fogli alla rinfusa. Constance non si era mossa dalla poltrona.
D’un tratto Jake e Milton smisero di parlare e si avvicinarono a Charlie. «Charlie, è evidente, quantomeno a me» disse Milton con un tono autoritario «che è giunto alla conclusione che si sia trattato di un delitto, che quelle due morti non siano state accidentali.» Rimasero tutti immobili. «Se stasera lei se la sente di continuare, la esorto caldamente a farlo. Se dovrà saltar fuori qualcosa da questa storia, è meglio che mettiamo tutto in chiaro stasera. Se tra noi c’è un assassino e qualcuno lo ha visto fare qualcosa di sospetto, quella persona potrebbe essere in pericolo. Io, per esempio, ho intenzione di chiudere in qualche modo la porta della mia stanza stanotte.»
«Sono assolutamente d’accordo» gli fece eco Jake. «È riuscito a spaventarci a morte stasera» disse con calma. «Non voglio lasciare tutto in sospeso.»
Charlie sollevò entrambe le mani. «Per me va bene. Qualcuno ha qualcosa in contrario?» Non si fece avanti nessuno. «Facciamo una pausa, diciamo una ventina di minuti. Potremmo preparare dell’altro caffè e magari dei panini. Forse durante la pausa potreste annotare i particolari delle successive uccisioni, il nome della vittima, l’arma, il testimone, le altre vittime, l’orario e tutto ciò che può essere pertinente. In questo modo guadagneremo tempo. Alexander, nel frattempo le spiacerebbe mostrarci dove lavorava Rich Schoen quand’era a Smart House? Aveva un suo ufficio?»