Alexander balzò in piedi, sollevato all’idea di poter fare qualcosa. Ma, prima che avesse il tempo di rispondere, Harry disse: «Sappiamo tutti fin troppo bene che Rich non si sarebbe lasciato soffocare in quell’ascensore senza reagire. E il fatto che uno di noi potesse essere un assassino sono tutte palle! Sapevamo anche questo. Lo abbiamo sempre saputo» disse con un tono severo «e abbiamo scelto di far finta di niente.» Guardò Jake scuotendo amaramente la testa. «Esiste un luogo però dove l’aria può essere aspirata in pochi secondi: le zone destinate alla coltivazione con la tecnica della polivasatura all’interno della serra. Sono state progettate per essere a tenuta stagna con un sistema di scarico, un impianto per l’aspirazione di gas.»
«Ci ho pensato» replicò Jake con un certo disappunto. «Il problema è lo stesso. Perché Rich avrebbe dovuto restarsene lì mentre qualcuno si avvicinava e armeggiava con la valvola del gas o digitava comandi sulla tastiera del computer o chissà che altro? L’ha progettata lui! Sapeva cosa poteva fare!»
«Ma se l’assassino aveva il computer portatile, avrebbe potuto controllare anche ogni funzione della serra. Sarebbe bastato premere un pulsante per farlo» obiettò Harry. «Ricordati che quella notte è stato immesso del pesticida nella serra, le coltivazioni sono andate distrutte. Penso che l’assassino lo abbia fatto per depistare le indagini. Forse Rich ha reagito ma sarebbe stato impossibile verificarlo dopo i terribili effetti del veleno nella serra.»
Charlie si voltò verso Alexander.
Il ragazzo annuì sconsolato. «Sì, il computer portatile avrebbe potuto essere programmato per fare una cosa simile.» E aggiunse quasi in tono lamentoso: «Ma ci sarebbe voluto del tempo. Del tempo per imparare il sistema, il linguaggio, il programma che regolava quella funzione. Non sarebbe stato come accendere o spegnere l’interruttore di una luce.»
«Per Gary sarebbe stato esattamente così» aggiunse a bassa voce Harry. «Chi, più di lui, poteva avere il tempo per programmare tutto quello che voleva? Con chi altro potrebbe essere andato nella camera di coltivazione?»
«Oddio!» sussurrò Beth. «Gary? Perché?»
«Non lo so perché, ma chi altro avrebbe potuto predisporre in anticipo ogni cosa? Solo tre persone: Rich, Gary o Alexander.»
Alexander guardò alternativamente Harry e Charlie con un’espressione confusa. Il suo volto si contorse in una smorfia come se stesse per scoppiare a piangere. «Non siamo stati noi» disse scuotendo la testa. «Perché distruggere il nostro unico sogno? Rovinare tutto quello per cui avevamo lavorato?» E scosse la testa con convinzione.
«E poi il nostro straordinario e atletico Gary ha sollevato Rich di peso e lo ha portato in casa percorrendo tutto il corridoio, nella speranza che nessuno lo vedesse trasportare un cadavere di ottantacinque chili» disse Jake con sarcasmo. «Lo ha messo nell’ascensore ed è andato a gettarsi nella Jacuzzi per il rimorso prendendosi la briga di coprire la vasca in modo che la sua vista non risultasse sgradevole per nessuno. Tanto per confondere ulteriormente la situazione, durante il percorso ha fatto in modo di sbarazzarsi dei computerini.» Jake si avviò verso la porta. «Mi offro volontario per preparare il caffè e i panini, ma voglio che un testimone controlli che io non aggiunga dell’arsenico nella zuccheriera.»
«Non è divertente!» gli gridò Laura. «Hai un’idea migliore per spiegare quello che è successo? Almeno Harry ci sta provando.»
«Stai zitta!» le intimò Harry senza neanche guardarla in faccia.
Charlie indicò con un gesto la porta, Constance si alzò e uscì con lui e Alexander.
«È una situazione orribile» disse Alexander accigliato. «Peggiore di quanto mi aspettassi.»
«Lei dice?» domandò Charlie. «A me sembrava che stesse andando tutto abbastanza bene» aggiunse con un sorriso.
Alexander lo guardò allibito con un’aria di riprovazione. "Così giovane" pensò Constance "così intelligente e così ingenuo."
«Ti do una mano per il caffè» propose Beth a Jake. «Ammesso che riusciamo a trovarlo.»
«Vengo anch’io» disse Laura. «So dov’è.»
«Penso che tu sappia troppe cose di Smart House» disse d’un tratto Bruce. «E le sapevi sin dalla scorsa primavera. Eri già stata qui, vero? Alla fine ci sei riuscita ad accalappiare Gary, non è così?»
Laura gli lanciò uno sguardo carico di odio. Prima che avesse il tempo di rispondere, Milton la prese bruscamente per un braccio e la costrinse a distogliere lo sguardo da Bruce. «Vorrei scambiare due parole con te» le disse.