Mrs Ramos apparecchiò, portò il caffè e si allontanò silenziosamente così come era arrivata. Constance versò il caffè a tutte e due benché ne avesse già bevuto parecchio quella mattina. In qualche modo, pensò, condividere il caffè o il cibo agevolava la conversazione. Agevolava le autorivelazioni, si corresse.
«Ha un comportamento che sfiora l’isteria» disse Constance vedendo che Beth non sembrava voler proseguire il discorso. «La gente in quello stato dice e fa cose che normalmente non direbbe o farebbe.»
«Credo sia così. Non siamo mai stati ricchi. La mia famiglia non ha mai avuto soldi. I miei lavoravano per l’amministrazione pubblica, mia madre è stata infermiera per qualche tempo ma ha lasciato il lavoro appena siamo andati all’università. Io e mio fratello, intendo. Avevamo una borsa di studio ma mio fratello ha smesso di studiare. Era troppo difficile finanziariamente, e poi voleva sposarsi. Anche quando Gary ha cominciato a guadagnare non avevamo soldi. Capisce cosa intendo? Se gli arrivava un assegno di mille dollari ne spendeva istantaneamente duemila. Poi è nata la società e siamo stati tutti assunti, ma neppure allora abbiamo visto il becco di un quattrino. C’era sempre qualcosa di più grande o migliore da comprare, un laboratorio più spazioso da affittare, altro personale da assumere e così via. Quando sono tornata all’università la situazione stava appena cominciando a migliorare. Pensavo che fosse finito il tempo delle economie, e credo che lo avessero pensato tutti. Nessuno di loro aveva grandi conti in banca. Avevano idee, progetti, sogni, speranze, ma neanche un soldo. A parte Milton, credo, ma di certo non gli altri.»
Constance si rese conto che quel discorso era fuori luogo. Non era ciò per cui avevano litigato Maddie e Beth. Aspettò. Quando la maniglia cominciò ad abbassarsi si alzò e con estrema gentilezza prese il vassoio dalle mani di Mrs Ramos, disse qualcosa e ritornò al tavolo con la colazione. Beth era ancora intenta a guardare fuori dalla finestra e non si era accorta di nulla.
«Maddie dice che se fossi stata più carina con Gary, se non lo avessi lasciato, non sarebbe successo nulla di tutto questo. Dice che si è incattivito a causa mia. Ora tutti trattano male Bruce, lui ne soffrirà e diventerà anche lui cattivo o chissà che altro. Maddie desidera che sia gentile con lui, che gli dica che non voglio soldi per le azioni, che aspetterò il momento più opportuno finché i guai non saranno passati.»
«Mangi la sua colazione» le disse Constance quando Beth ricadde nel silenzio.
Beth prese un boccone, poi un altro, senza nemmeno guardare il cibo. Posò la forchetta e bevve dell’altro caffè. «Mi ha detto che Bruce ha accettato delle pesanti condizioni economiche per gli alimenti della moglie, la sua ex moglie, perché pensava che non avrebbe avuto problemi di soldi. Se fossi rimasta con Gary non avrebbe pensato a quello stupido gioco. Uomini adulti che si aggirano furtivamente con palloncini, pistole ad acqua, fratello contro fratello. Ed è tutta colpa mia! Se fossi rimasta con lui e avessimo avuto dei bambini non avrebbe cominciato a occuparsi di Smart House!» Il mento le tremava di nuovo e aveva gli occhi lucidi e gonfi di lacrime.
Constance le appoggiò una mano sul braccio e le disse con fermezza: «Beth, Maddie è molto spaventata. Perché ha così paura?»
«Le è crollato il mondo addosso. Gary è morto, Bruce è… È convinta che Bruce abbia ucciso il fratello, credo. Gary era il sole, Bruce la luna, ed erano tutto per lei. Questa consapevolezza la spaventa a morte.»
Charlie e Alexander si trovavano nell’appartamentino di Gary. Charlie era al computer e lo stava detestando con tutte le sue forze. Alexander era seduto accanto a lui.
«Non c’è bisogno che le spieghi come lo so» disse Charlie rabbiosamente. «Le dico che aveva una serie di comandi separati, o qualcosa del genere, a cui poteva accedere attraverso questa dannata macchina, mi creda. Lei lo conosceva bene, cerchi di entrare nella sua testa. Se avesse una stanza segreta, per esempio, come aprirebbe e chiuderebbe la porta?»
Alexander si mordicchiava le unghie guardandosi intorno nervosamente e rifiutandosi di entrare nella testa di Gary anche solo per un istante. «Qualsiasi cosa. Avrebbe potuto programmare qualsiasi cosa avesse voluto. Come faccio a saperlo?»
Charlie inspirò brevemente. «Va bene, va bene. Facciamo un gioco. Attraverso questo computer possiamo colloquiare con quello principale, giusto?»
Alexander annuì stancamente.
«Immaginiamo che io voglia chiudere a chiave la porta e non mi voglia alzare. Cosa potrei fare?»
«Entrare nelle funzioni della sicurezza. È un programma separato che va sotto la denominazione
«Bene. Di solito usava parole normali come questa? Nessun codice segreto o altri stratagemmi?»
«Dipende da cosa doveva fare.»
Charlie imprecò sottovoce e guardò il ragazzo. «Aveva creato un codice segreto, ammesso fosse questo ciò di cui si serviva?»
«Non lo so.»