«Lo deve sapere!» gli gridò Charlie, ed ebbe l’impressione che Alexander volesse scappare via, così lo afferrò per un braccio e lo trascinò sulla sedia di fronte alla tastiera. «Lei sa sicuramente qual è, e ora me lo cercherà. Non può essere
Alexander sembrava terrorizzato e scosse la testa.
«Non si alzerà da qui finché non lo avrà trovato, ha capito?»
Sconsolato, Alexander iniziò a digitare sulla tastiera con due sole dita. Cominciò a scorrere un testo e il ragazzo guardò il monitor. Fece qualche operazione per cancellare la schermata, digitò nuovamente qualcosa e poi di nuovo, e di nuovo ancora. Qualche minuto dopo alzò lo sguardo pieno di speranza. In quel momento si udì bussare.
«Non si muova!» Charlie aprì appena la porta, vide che era Constance e la fece entrare.
Constance si accorse della presenza di Alexander e rivolse al marito uno sguardo interrogativo. Charlie aveva un’aria particolarmente corrucciata.
«Alexander sta cercando il codice che ha usato Gary» disse cupamente.
«È inutile» ribadì Alexander facendo appello alla comprensione di Constance. «Non può pretendere che gli dica qualcosa che non so.»
«Ha provato nella
«Conosco tutti gli elementi che contiene, ma lui pensa che si tratti di qualcos’altro in aggiunta ai normali file.»
Constance annuì. Se Charlie era convinto di questo probabilmente aveva ragione. «Forse non in aggiunta, ma nascosto in uno dei
«È quello che sto cercando di verificare» rispose sconsolato.
Constance lo guardò per alcuni secondi poi disse: «A cosa era meno interessato? Alla serra? Alla cucina? A qualcosa fuori dalla casa? All’autorimessa?»
Alexander lanciò uno sguardo impaurito a Charlie e digitò un nuovo comando, e poi un altro ancora. Stava scorrendo i beni inventariati delle varie stanze tra cui la sala musica e la libreria. Era appena passato alla cucina quando all’improvviso trasalì nell’udire la voce di Charlie, ma questa volta il tono era gentile, sommesso e confortante come quello di un amorevole genitore. «Basta così, Alexander. Ora può andare. So che ha del lavoro da sbrigare.»
Il ragazzo guardò alternativamente Charlie e Constance, balzò in piedi e uscì quasi di corsa dalla stanza.
«Lo hai visto anche tu?» le domandò Charlie. Constance annuì e Charlie si sedette al computer e digitò "sala tv". Apparve una nuova schermata con sottocategorie riguardanti il mobilio e una lista di videocassette. Ad attirare Charlie e Constance era stata proprio quella lista la cui prima voce era "Sesamo". Charlie spostò il cursore su "Sesamo" e lo selezionò. Constance emise un suono soffocato. Una porzione di muro si stava spostando rivelando una porta.
«Sapevo che quel figlio di puttana era capace di farlo» mormorò Charlie, e Constance sorrise.
Charlie cominciò a canticchiare sottovoce, emettendo un suono monotono più simile alle fusa di un gatto che a una voce umana. Si chinò a esaminare la porta senza toccarla, tornò alla scrivania e prese una matita. Premette la gomma sul primo dei tre pulsanti posti sul rivestimento della porta e questa si aprì. Si ritrovarono davanti un altro ascensore non più grande di un metro per un metro, sul cui pavimento erano appoggiati un rotolo di copie cianografiche e due computer portatili perfettamente uguali a quello che avevano recuperato nel vaso di gardenia.
«Bene, bene» disse Charlie a bassa voce con un tono decisamente soddisfatto. «Che bella sorpresa!»