«La tua vestaglia è ancora nell’armadio, e anche se l’avessi tirata fuori non l’avresti appoggiata ordinatamente sul copriletto perché deve essere tolto per la notte. Forse in inverno, in una casa particolarmente fredda avresti lasciato il copriletto, ma non in questa casa, non in estate, non con una coperta sul letto, altrimenti saresti morto di caldo. E Milton era troppo preciso, troppo ordinato per lasciare il copriletto e la vestaglia sul letto per tutto il giorno. Penso che li avrebbe tirati fuori solo poco prima di indossarli, e non dimenticare che non ha messo la sedia sotto la maniglia né ha tentato di chiudere la porta in qualche maniera. Non deve averne avuto il tempo. L’assassino dev’essere entrato nella sua stanza, oppure Milton dev’essere uscito immediatamente. Non credo che avrebbe preparato il letto per la notte senza togliere il copriletto. Sono convinta che se ne avesse avuto il tempo lo avrebbe piegato accuratamente e lo avrebbe appoggiato sulla sedia. Charlie, è stato qualcun altro a preparare il letto, non Milton.»
«E poi ha cancellato tutte le impronte nella camera. Pensi possa essere stata Laura?»
«Perché avrebbe dovuto? Non sembrava importarle che qualcuno fosse a conoscenza di quello che aveva fatto in passato.»
«Forse Harry per proteggerla? O Beth? La sua stanza è vicina a quella di Milton e ha detto di non aver sentito nulla. Pensi possa essere stata Beth?»
Constance non sapeva dare una risposta. Pochi minuti dopo Charlie la osservò piegare il copriletto del secondo letto gemello e togliere l’ordinato involto così come ogni sera.
16
Dall’alto della scogliera Charlie osservava gli uomini muoversi come formiche tra gli scogli e Dwight Ericson aggirarsi all’estremità di quella nera distesa irregolare, investito dagli schizzi delle onde che s’infrangevano di tanto in tanto sulla costa. Charlie non aveva mai visto il livello della marea così basso. La mattina era fresca e senza vento. Il sole a est non aveva ancora illuminato la parete di roccia dietro a Smart House.
Jake Kluge comparve sul sentiero che saliva dalla spiaggia in pantaloncini e maglietta a maniche corte. Era estremamente muscoloso e in forma, e la scioltezza della sua camminata ora sembrava appropriata al suo fisico. Nonostante avesse corso e si fosse arrampicato per il sentiero, non ansimava particolarmente. Lo salutò con un cenno della mano ma non si fermò. Solo pochi minuti prima Harry era sceso giù per cominciare la sua corsa mattutina.
Charlie pensò a quanto lo irritavano gli uomini che mettevano in mostra i muscoli delle gambe con i pantaloncini corti, che trasformavano la corsa all’alba in una sorta di rituale. Alla fine si diresse nuovamente verso casa e vide Constance che lo aspettava sotto l’ampia veranda. Charlie la raggiunse con la dignitosa e pacata sobrietà di chi è consapevole del proprio ruolo nella vita, ed entrarono insieme per fare colazione.
Bruce era sulla soglia della sala della colazione e fissava Alexander con uno sguardo pieno d’ira. «Non me ne frega un cazzo! Voglio quella lista!» gridò. «Ne ho diritto!»
«Te ne farò una copia» gli rispose Alexander. «Farò una copia a tutti dopo colazione.»
«Eccome se la farai!» Bruce uscì a grandi passi e sbatté la porta.
Alexander cominciò ad avvicinarsi piano alla porta. Sembrava terrorizzato, più da Charlie che da Bruce.
«Be’, il ragazzo è piuttosto arrabbiato stamattina» disse allegramente Charlie, e avvicinò una sedia per Constance e un’altra per sé. «Si sieda Alexander.»
Alexander si sedette miseramente in punta alla sedia.
«Cos’è questa lista di cui dovrebbe dare una copia a Bruce?»
«Niente di importante, davvero. Una lista di cose che la polizia ha preso dalla stanza di Milton, tutto qua. Bruce sta cercando di fare un inventario degli oggetti della casa. Teme che qualcuno stia portando via delle suppellettili.»
Se Alexander avesse assunto un’aria ancora più colpevole, lo avrebbero certamente portato via per impiccarlo, pensò Charlie.
«Gliene preparerò io una copia» gli propose Constance. Preso dalla confusione Alexander ebbe un attimo di esitazione. Constance stese la mano e disse con decisione: «Sono sicura che avrà cose più importanti da fare.»
Assistere all’indecisione di Alexander, per quanto breve, fu una sofferenza. Alla fine tirò fuori dalla tasca un foglio di carta e lo consegnò a Constance. Il ragazzo parve istantaneamente sollevato. «Per quanto tempo ci terranno qui? Cosa stanno aspettando?»
Charlie si strinse nelle spalle. «Stanno cercando la pistola. Appena l’avranno trovata probabilmente vi rilasceranno tutti.»
«Se non ci lasciano andare presto…» cominciò a dire Alexander, ma poi scosse la testa. «Devono per forza lasciarci andare. Non si rendono conto del logorio, della tensione, degli stati d’animo che si stanno creando. Dobbiamo tornare tutti al lavoro e loro non lo capiscono.»
«Oh, credo che lo capiscano» rispose Charlie con un certo sarcasmo. «Sono sicuro di sì.»