«Alexander, che tipo di rapporto c’era tra di voi al di là del lavoro? Vi conoscevate bene?» domandò pigramente Constance.
«Alcuni si conoscevano più di altri» borbottò. «Non lo so.»
«Sa se qualcuno di loro pratica arti marziali?»
Alexander la fissò come se avesse detto qualcosa di osceno o stesse parlando in swahili. Charlie sentiva che la sua pazienza nei confronti della ritrosia di quel ragazzo era giunta agli sgoccioli. Alexander scosse la testa e bofonchiò qualcosa di incomprensibile, si alzò e si avvicinò quasi furtivamente alla porta. Questa volta nessuno dei due cercò di fermarlo. Arrivato in prossimità dell’uscita, si voltò e si allontanò in fretta.
«Probabilmente possiamo scoprirlo» disse Charlie immerso nei suoi pensieri. «Perché lo vuoi sapere?»
«Stavo pensando a Gary. Io sarei in grado di buttare chiunque in quella vasca idromassaggio e di affogarlo senza procurargli nemmeno un livido. Mi chiedevo se qualcun altro fosse capace di farlo.»
In quello stesso momento, al piano di sopra, Beth era appoggiata al montante della vetrata scorrevole della camera di Maddie. Si sentiva goffa, provava una sensazione di pesantezza in tutto il corpo, persino nel cervello. Non riusciva a comprendere cosa le stesse proponendo Maddie. Quella notte si era girata e rigirata nel letto, aveva fissato l’oscurità e per due volte si era alzata di scatto trattenendo il respiro per ascoltare i rumori del buio. Alla fine aveva acceso la luce del bagno lasciando filtrare un po’ di chiarore dalla porta, e solo a quel punto era riuscita ad appisolarsi, pur continuando a svegliarsi di tanto in tanto.
Maddie aveva esordito chiedendole se l’investigatore avesse intenzione di trascinarli nel fango a causa di quello stupido gioco, ma aveva abbandonato subito l’argomento, e ciò di cui stava parlando in quel momento risultava incomprensibile a Beth.
Maddie aveva gli occhi rossi, il viso e le palpebre gonfi. Continuava a traguardare Beth fissando il mare al di là del vetro, sollevando e posando più volte la tazza senza bere. Sul tavolo davanti a lei c’era la colazione, intatta.
«Ci devi qualcosa» le disse. «Avresti potuto evitare tutto quanto. Tutto quanto. Aveva continuamente bisogno di te e tu lo sapevi. Hai distrutto la sua vita e ora rovinerai anche quella di Bruce e la mia.»
«Non so di cosa stai parlando!»
«Lo sai, lo sai. Lo hai buttato tra le braccia di quella donna! Lui la disprezzava. Non faceva che ripetermelo, e tu lo hai buttato tra le sue braccia. Ora tu avrai i soldi e Bruce sarà rovinato. Ci devi qualcosa!»
«Cosa vuoi da me?» le domandò Beth decisa a non piangere, a non urlare contro quella donna che ora le appariva del tutto folle.
«Che tu venga a casa con me. Anche Bruce ci verrà. Noi tre saremo di nuovo una famiglia. Bruce ha bisogno di qualcuno di cui fidarsi, di qualcuno che adesso lo aiuti. Ci saranno abbastanza soldi, e poi a te non servono tutti, a nessuno serve così tanto denaro, non quello che Gary ha tirato su dal nulla. Ci devi…»
«Smettila! Non vi devo un bel niente! Né a te né a Bruce. Mio Dio, se potesse mi manderebbe sulla forca!»
Sembrava che Maddie non l’avesse nemmeno sentita. «Voleva una famiglia, io lo so, una vera famiglia con te, dei bambini, una vera casa. Così sarebbe stato felice, soddisfatto. Tu glielo hai negato e lo hai negato anche a me. Come puoi essere così insensibile ora? Ci sono abbastanza soldi per tutti. Non devi distruggere anche la vita di Bruce. Come puoi farlo? Sii più gentile con noi, Beth. Ti prego, non farci più soffrire.»
Beth si tastò le orecchie con le mani. «Non voglio più sentire questi discorsi! Maddie, tu sai cosa significava vivere con Gary. Maledizione, lo sai!»
«Ha lavorato così tanto» disse Maddie, e ricominciò a piangere. «Per tutta la vita ha avuto solo te e il lavoro. Le uniche due cose…»
Con un grido inarticolato Beth corse via e si fermò tremante nell’ampio corridoio. Sobbalzò nell’udire la voce di Jake che la chiamava.
«Stai bene?» le domandò avvicinandosi con un’espressione preoccupata.
«Sì» rispose Beth. «Stavo parlando con Maddie prima di colazione. È stato uno sbaglio.»
«Ho bussato alla tua porta» le disse, e d’un tratto parve a disagio. «Pensavo che avremmo potuto fare colazione insieme, ma dopo quello che è accaduto ieri forse preferiresti di no. Beth, mi dispiace. Non avrei dovuto criticarti. Ieri io, e adesso Maddie…»
«Non l’hai fatto» rispose. «Insomma, non la definirei una critica.» Beth si rese conto di essere altrettanto impacciata. Fece un profondo sospiro e si sforzò di sorridere. «A ogni modo sono felice che tu mi abbia parlato un po’.»
«Un po’? Ti ho raccontato la storia della mia vita!»