Читаем La missione di Sennar полностью

Le visioni infernali non si fecero attendere. Volti sfigurati e arti deformi balzarono verso di lei, investendola. Vrašta Anekhter Tanhiro. Vrašta Anekhter Tanhiro. Grida mostruose e risate chiocce le esplosero nella testa. Vrašta Anekhter Tanhiro. Vrašta Anekhter Tanhiro. Nihal si sentì avvolgere da un sudario di tenebre. Strizzò più volte le palpebre, ma che avesse gli occhi aperti o chiusi non faceva differenza. Era invasa, posseduta. Il terrore era insopportabile, la follia era lì, a un passo. Cadde all’indietro battendo i denti. Sentì che iniziava a perdere coscienza. Allora gridò, gridò e gridò ancora, e si strappò dal buio con uno sforzo disumano.

Quando aprì gli occhi, madida di un sudore ghiacciato, il globo nero roteava lento sulla sua palma.

«Che cos’è quella cosa?»

La voce di Laio le giunse come un sussurro.

Sulla soglia, il ragazzo la guardava con gli occhi spalancati. Nihal era seduta al centro della tenda, pallida e rigida, il collo piegato all’indietro e gli occhi rovesciati. La luce innaturale scavava ombre sul suo volto. «Ti ho sentita urlare» mormorò. «Allora sono entrato e...»

Era così pallido che quasi risplendeva sul fondo scuro della tenda.

«Va tutto bene, Laio» lo tranquillizzò Nihal a voce bassa, mentre l’Ombra Inestinguibile le bruciava la pelle.

Allungò la mano sulla spada e il globo scomparve nella lama, per fondersi con il nero del cristallo. Poi si alzò in piedi, scossa da un tremito che non riusciva a dominare. Era terrorizzata, sfinita da ciò che aveva sopportato in quei pochi attimi. Ogni volta che risaliva dall’abisso, una parte di lei restava sul fondo. Si avvicinò a Laio e lo abbracciò.

«Che cosa è successo?» chiese lui smarrito.

«Ho recitato una formula. È difficile pronunciarla, è un po’... doloroso.»

Laio rimase in silenzio e le accarezzò goffamente la schiena.

Quando si sentì di nuovo calma, Nihal si staccò da lui cercando di evitare il suo sguardo, ma il ragazzo la trattenne per un braccio. «Che formula, Nihal?»

«Laio, abbi fiducia in me. Questo è l’unico modo per battere Dola. Va tutto bene» rispose lei. Si liberò dalla stretta.

«Come puoi dirmi che va tutto bene? Quando sono entrato avevi un’espressione... non eri tu! Sembravi uno spettro, Nihal!»

Laio continuava a guardarla con gli occhi spalancati.

Nihal si lasciò cadere sulla branda e si passò le mani sul viso. Tremavano ancora. «Ho bisogno del tuo appoggio, Laio. Ho bisogno di sapere che hai fiducia in me e che credi che posso farcela.»

Il ragazzo non disse altro. Le si sedette accanto e le cinse le spalle con un braccio.


Quando le truppe raggiunsero il colle a ridosso dell’accampamento nemico, Nihal si avvicinò al generale. «Tutto procederà come previsto. Vi chiedo solo di coprirmi mentre tengo occupato Dola.»

Mevern annuì.

Allora Nihal abbassò la visiera dell’elmo e tutto si attutì. Era tempo di attaccare. Era tempo di concentrarsi e di scacciare ogni pensiero che non fosse la battaglia. Il generale levò in alto la spada e quando la calò Nihal e Oarf si alzarono in volo veloci.

Nihal si diresse senza indugi verso la torre centrale. Se una parte di lei fremeva per il desiderio di combattere, l’altra nutriva la speranza impossibile di cogliere Dola di sorpresa e catturarlo così, senza duello.

Un colpo di coda di Oarf abbatté parte del torrione, che precipitò sulle tende del campo. Nihal sentì gli urli gutturali dei fammin schiacciati dal crollo e subito dopo le grida dei suoi uomini che avanzavano.

Forse Dola non era nella torre. Nihal si guardò intorno per cercarlo, ma lo gnomo e il drago nero sembravano scomparsi. Oarf ruggì, mentre infuriava su un altro pezzo del torrione. Dov’è quel maledetto, dove? Nihal fece un paio di ampi giri intorno alle rovine senza vedere nulla. Poi sentì muoversi qualcosa. Un ansare lento e possente, come di un enorme mantice, risuonò tra le rovine. Due grumi di brace illuminarono il buio della notte. Una testa nera eruppe dalle macerie. Il drago si liberò con uno scrollone dai pietroni ammassati e rimase a scalpitare su quel che restava della torre. Sul suo dorso svettava Dola, armato di una lunga lancia.

«Sono qui per te, Dola!» gridò Nihal, mentre la rabbia le esplodeva in petto. «Sono venuta a prendere la tua testa!»

Il guerriero restò fermo per un istante, con gli occhi da furetto puntati verso il cielo. Da sotto l’elmo uscì una voce sprezzante: «Sei resistente, ragazzino. E stupido». «Questo lo vedremo, bastardo» mormorò Nihal. Sguainò la lama e quel semplice gesto, che aveva fatto migliaia di volte, scacciò i sussurri maligni che le offuscavano il pensiero, l’esultanza del suo cuore, il desiderio di vendetta, tutto. In lei rimase solo la gelida determinazione del cavaliere.

Il drago si alzò in volo all’improvviso e Dola si gettò lancia in resta contro Nihal. Oarf schivò il colpo e lei fu rapida a colpire la bestia nera, che spalancava le fauci davanti a lei.

Перейти на страницу:

Все книги серии Cronache del mondo emerso

Похожие книги