Читаем La velocità del buio полностью

— Eravamo a un torneo — racconto. — Don venne da me dopo un incontro e mi disse cosa avevo fatto di sbagliato e Tom, il mio istruttore, gli disse di lasciarmi in pace. Don cercava di aiutarmi, ma Tom pensava che non fosse così. Tom disse che io ero stato molto più bravo di Don al suo primo torneo, Don lo sentì e andò in collera con Tom. Dopo non ha voluto più far parte del nostro gruppo.

— Ehm. Ho l'impressione che questo sia più che altro un motivo per tagliare le gomme del suo istruttore. Dovremo controllare, però. Se le viene qualche altra idea, me la comunichi. Manderò qualcuno a prendere il giocattolo: vedremo di riuscire a ricavarne qualche impronta digitale, se sarà possibile.

Dopo aver riattaccato, mi siedo e penso a Don, ma non è piacevole. Penso a Marjory, invece.

Marjory ha detto a Lucia che io le piaccio? Questa è un'altra cosa che la gente normale fa, penso. Loro sanno quando a qualcuno piace un'altra persona, e quanto; non devono avere dubbi. Fa parte della loro abilità a leggere la mente degli altri, a sapere quando uno scherza e quando fa sul serio, a sapere quando una parola è usata nel suo senso letterale e quando è usata in altri sensi. Quanto vorrei sapere con sicurezza se piaccio a Marjory. Lei mi sorride e mi parla con gentilezza: ma lo farebbe ugualmente, credo, anche se avesse per me solo un poco di simpatia. È una persona di modi gentili.

Ricordo le accuse di Emmy. Ma le allontano dalla mia mente. Marjory è mia amica, me lo ha detto, e io devo crederle se davvero le sono amico.

Accendo il ventilatore per mettere in moto le mie girandole e spirali. Ne ho bisogno: sto respirando troppo in fretta e mi sento il collo bagnato di sudore. È a causa dell'automobile, a causa del signor Crenshaw, a causa del fatto che ho dovuto chiamare la polizia. Non a causa di Marjory.

Dopo qualche minuto la funzionalità del mio cervello torna all'analisi e alla creazione di schemi. Ma non lascio tornare la mia mente a Cego e Clinton. Lavorerò per una parte dell'intervallo del pranzo onde pareggiare il tempo che mi ci è voluto per parlare col signor Stacy, ma non i due minuti e diciotto secondi che il signor Crenshaw mi ha fatto perdere.

Immerso nella bellezza e complessità degli schemi, non ne emergo per il pranzo fino alle 13.28.17.


La musica nella mia mente è il Concerto per violino n.2 di Bruch. A casa ne ho quattro interpretazioni diverse. Una risale al Ventesimo secolo ed è la più vecchia, ma è ancora la migliore.

Questa musica rende più agevole distinguere alcuni tipi di schemi piuttosto che altri. Bach ne mette in risalto la maggior parte, ma non quelli che sono… l'unica definizione che mi viene in mente è "ellittici". Le lunghe ondate di questa musica, che oscurano gli schemi a favo illuminati da Bach, mi aiutano a trovare e costruire le lunghe, asimmetriche componenti che trovano riposo nella fluidità.

È una musica oscura. Sentirla mi dà l'impressione di lunghe scie ondulanti di tenebra, come nastri nerazzurri agitati dal vento di notte, oscurando e rivelando le stelle. Ora morbida, ora più alta, ora il violino solista con l'orchestra che alita nello sfondo e ora in crescendo, col violino che naviga sull'orchestra come un nastro su una corrente d'aria.

Credo che sarebbe la musica giusta anche per leggere Cego e Clinton. Mangio in fretta e carico il timer del mio ventilatore. In questo modo gli ammiccamenti e i barbagli della luce mi faranno sapere quando sarà il momento di rimettermi al lavoro.

Cego e Clinton parlano di come il cervello elabora bordi, angoli, consistenze, colori e di come le informazioni scorrono avanti e indietro attraverso le stratificazioni del processo visivo. Io non sapevo che c'era una zona separata per l'identificazione dei visi, benché i riferimenti che gli autori citano risalgano al Ventesimo secolo. Non sapevo che l'abilità di riconoscere un oggetto visto da angolazioni diverse è fortemente deficitaria in un cieco nato che riguadagni la vista più tardi.

Molto spesso gli autori parlano di cose che mi hanno dato fastidi gravi mettendole in relazione con l'esser nati ciechi o aver subito un trauma cranico per incidenti, embolie o aneurismi. Quando la mia faccia non diventa strana come quella delle persone normali allorché provano una forte emozione, questo vuol dire che il mio cervello non riesce a elaborare i cambi di espressione?

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