«Che ha detto?»
L'uomo si bloccò con la mano a mezz'aria. «Che il senatore era contento che l'avessi fatta entrare, prima. Aveva ragione, non c'era problema.»
«Ne ha parlato con il senatore?» Il tono di Gabrielle era sbalordito.
«Sì, e allora?»
«No, è che…»
«Per la verità, è stato strano, perché ha impiegato un paio di secondi per ricordare la sua visita. Probabilmente lui e gli amici avevano bevuto parecchio.»
«Quando ne avete parlato, Owen?»
«Subito dopo che lei è andata via. Perché, qualcosa non va?»
Un attimo di silenzio. «No… no, nulla. Senta, ora che ci ripenso, meglio non disturbarlo in questo momento. Continuerò a insistere al suo numero di casa, e se non ho fortuna la richiamo.»
La guardia alzò gli occhi al cielo. «Come preferisce, signora Ashe.»
«Grazie, Owen, e scusi tanto.»
«Ci mancherebbe.» L'uomo chiuse la comunicazione, crollò sulla sedia e riprese a dormire.
Sola in ufficio, Gabrielle rimase immobile parecchi secondi prima di posare la cornetta. "Sexton ha saputo che sono stata in casa sua… e non me ne ha fatto parola?"
Quella notte strana, irreale, stava diventando sempre più confusa. Ripensò alla telefonata che le aveva fatto il senatore mentre si trovava nella sede della ABC. L'aveva stupita ammettendo spontaneamente di avere incontrato esponenti delle compagnie spaziali e di accettarne il denaro. La sua franchezza l'aveva riconquistata alla sua causa, facendola addirittura vergognare di se stessa. Ma, a quel punto, la confessione di Sexton appariva decisamene meno nobile.
Quei soldi erano briciole, aveva affermato Sexton. Perfettamente legali
D'un tratto, tutti i vaghi sospetti che aveva nutrito sul conto del senatore sembrarono riaffiorare contemporaneamente.
Fuori, il taxista strombazzava il clacson.
103
La plancia della
Aveva mandato Tolland e Corky a cercare Xavia per poter parlare da sola con Pickering. Gli aveva promesso di chiamarlo subito dopo l'arrivo, e poi lei era ansiosa di sapere che cosa aveva appreso nel colloquio con Marjorie Tench.
Il SHINCOM 2100 a bordo della
Digitò il numero privato di Pickering, appoggiò il ricevitore all'orecchio e attese. Si aspettava una risposta immediata e invece la linea continuò a squillare.
Sei, sette, otto volte Rachel guardò l'oceano nero, e l'impossibilità di raggiungere il direttore non fece che aumentare la sua inquietudine per il fatto di trovarsi in quel posto.
Nove, dieci squilli.
"Rispondi!"
Camminò nervosamente avanti e indietro, perplessa. Pickering portava sempre con sé il cellulare e, inoltre, le aveva espressamente raccomandato di chiamarlo subito.
Con crescente apprensione, rifece il numero.
Quattro squilli. Cinque.
"Ma dov'è?"
Infine, il
«Pronto, direttore?»
Tre
«Pronto?»
Una scarica di elettricità statica le esplose nell'orecchio. Allontanò la cornetta dalla testa, assordata. Le scariche cessarono all'improvviso, poi udì una serie di rapidi toni oscillanti a distanza di mezzo secondo l'uno dall'altro. La sua perplessità cedette il passo alla consapevolezza, e poi alla paura.
«Merda!»
Si voltò verso il quadro comandi sul ponte, sbatté il ricevitore nell'alloggiamento e chiuse la comunicazione. Per parecchi secondi rimase immobile, terrorizzata, a chiedersi se fosse riuscita a interrompere la chiamata in tempo.
Al centro della nave, due ponti sotto di lei, l'idrolaboratorio della
La geologa marina della
«Siete rimasti a secco di birra?» gridò, evidentemente convinta che fossero rientrati alcuni membri dell'equipaggio.
«Xavia, sono Mike.»