«Cosa c’è di strano?» disse con una punta d’impazienza. «Sono settimane che gettiamo i nostri rifiuti e poiché non imprimiamo nessuna accelerazione è naturale che qualcosa continui a galleggiarci intorno. Non appena cominceremo a frenare, ce ne staccheremo subito, e la nostra spazzatura se ne andrà sfrecciando fuori dal sistema solare.»
Certo, com’era semplice!
Per millenni dopo la sua morte, quel pezzo di carta avrebbe continuato a portare il proprio messaggio alle stelle, mentre lui ne avrebbe per sempre ignorato il contenuto…
Norden andò a riceverlo al compartimento stagno. Sembrava alquanto soddisfatto di sé, ma Gibson non era in condizioni di notare questo particolare. Era ancora sperduto tra le stelle e gli ci sarebbe voluto un po’ di tempo prima di ritornare alla normalità.
«Ce l’avete fatta?» chiese Bradley agli altri, non appena Gibson fu lontano.
«Sì, e con quindici minuti di vantaggio. Abbiamo chiuso i ventilatori e abbiamo scoperto il foro con il sistema antidiluviano ma sempre efficace del fumo di candela. Una bella saldatura e un po’ di vernice ad asciugatura rapida hanno compiuto il resto: in quanto allo scafo esterno lo tureremo quando saremo in cantiere, se proprio sarà necessario. Mac ha fatto proprio un bel lavoro.»
6
Il viaggio, ormai alle ultime settimane, era caratterizzato da un senso inevitabile di noia per il diminuito interesse che si sarebbe riacceso soltanto quando fossero entrati nell’orbita di Marte.
L’ultima avventura, per Gibson, era stato il momento in cui aveva definitivamente perso di vista la Terra. Di giorno in giorno si era andata avvicinando sempre più alle smisurate ali perlacee della corona, quasi si preparasse a immolare i suoi miliardi di esseri sulla pira funeraria del Sole. Una sera era apparsa ancora visibile al telescopio, simile a una minuscola favilla in lotta coraggiosa con lo splendore abbagliante entro cui era destinata a scomparire. Gibson aveva pensato che forse sarebbe stata ancora visibile il mattino seguente, ma durante la notte chissà quale colossale esplosione aveva gettato la corona mezzo milione di chilometri più in là nello spazio, e la Terra si era perduta sullo sfondo della cortina incandescente. Doveva trascorrere una settimana prima di vederla riapparire, e in quel breve tempo il mondo di Gibson si sarebbe trasformato così profondamente come sarebbe stato difficile prevedere.
Quando Gibson aveva cominciato a interessarsi seriamente di astronautica, Jimmy se l’era trovato davanti puntualmente un paio di volte la settimana, e aveva cercato allora di valutarlo, impresa tutt’altro che tacile, perché Gibson non era mai lo stesso per molto tempo di seguito. C’erano momenti in cui era riguardoso e attento, e in genere estremamente socievole, ma ce n’erano altri in cui si dimostrava talmente di cattivo umore e distratto che veniva spontaneo definirlo l’uomo più intrattabile dell’astronave.
Per quanto lo riguardava, Jimmy non era affatto sicuro dell’opinione di Gibson su di lui. A volte aveva la sgradevole sensazione che lo scrittore lo considerasse unicamente come materiale grezzo che un giorno forse avrebbe potuto acquistare qualche valore.
Una cosa che sorprendeva in Gibson era la sua solida preparazione tecnica. Quando Jimmy aveva iniziato i suoi corsi serali, come tutti a bordo li chiamavano, si era immaginato che Gibson fosse semplicemente preoccupato di evitare di commettere errori pacchiani negli articoli che radiodiffondeva alla Terra, ma che non nutrisse affatto un vero e profondo interesse per l’astronautica in sé. Ma ben presto si accorse che non era affatto così. Gibson dimostrava un desiderio quasi commovente di dominare branche della scienza così poco comuni, e chiedeva dimostrazioni matematiche che a volte mettevano in imbarazzo Jimmy. Il giornalista possedeva un bagaglio rilevante di cognizioni tecniche, frutto dei suoi studi giovanili. Si era certamente prodotto in dilettanteschi tentativi di affrontare teorie scientifiche un po’ troppo avanzate per lui, e questo gli aveva dato una infarinatura su alcuni problemi, più tipica dei curiosi che dei competenti.
Pur non ammettendola di solito, a volte Gibson accettava con spiritosa rassegnazione il riconoscimento della sua ignoranza e cercava subito di cambiare argomento. Era un ottimo conversatore, con un fiuto infallibile per le notizie scandalistiche, ed era particolarmente abile nello scalzare la reputazione altrui, ma lo faceva senza la minima malizia, anche se più di un aneddoto da lui raccontato a Jimmy sui personaggi più in vista del momento fosse riuscito a scandalizzare il bravo ragazzo che era alquanto puritano.