«Quando è buio si possono vedere le luci delle città, sul lato notturno. New York e Londra si distinguono benissimo. Lo spettacolo più bello però è il riflesso del sole sul mare. Lo si nota vicino all’orlo del disco quando non c’è nuvolaglia… è come una stella brillantissima e tremula. Adesso però non è visibile perché quello che si vede sul tratto della falce è quasi tutta terraferma.»
Quando non ci fu proprio più niente di nuovo da vedere, si accomiatarono dai due astronomi che li salutarono con un po’ di tristezza quando la
Sulle colline non esistevano vere e proprie strade, ma in epoche remotissime ogni asperità del suolo era stata livellata cosicché il terreno appariva ora perfettamente liscio e piano. Qua e là qualche masso ostinato sporgeva ancora dalla superficie uniforme del pianeta, offrendo un contrasto caleidoscopico di colori e forme, ma erano ostacoli facilmente aggirabili. Un paio di volte notarono piccoli alberi, se così si potevano chiamare, di una specie che Gibson non aveva mai visto prima. Più che alberi sembravano rami di corallo, rigidi e pietrificati. A detta del geologo, la loro età era incalcolabile poiché, per quanto fossero certamente vivi, nessuno era ancora riuscito a calcolarne la velocità di crescita. Certo non potevano avere meno di 50.000 anni. Il loro sistema di riproduzione era un mistero assoluto.
Verso la metà del pomeriggio, giunsero a una bassa roccia splendidamente colorata.
«Sarà bene avviarci, se vogliamo essere a casa per l’ora del tè» disse a un certo punto il geologo. «Possiamo ritornare per la stessa strada oppure girare dietro le colline. Che cosa preferite?»
«Perché non passiamo per la pianura? Sarebbe il percorso più diretto» suggerì Mackay, il quale cominciava a essere un po’ annoiato della gita.
«Ma anche il più lento… bisogna procedere a passo d’uomo, attraverso quei cavoli troppo cresciuti.»
«Io detesto tornare sui miei passi» disse Gibson. «Giriamo dietro le colline e vediamo un po’ quello che troviamo da quelle parti.»
La giovane guida rise.
«Non illudetevi con speranze inutili. Di qui o di lì è pressappoco lo stesso. Su, si parte!»
La
Viaggiavano da forse mezz’ora quando le colline presero a digradare entro una lunga valle serpeggiante che presentava senza possibilità di equivoco tutte le caratteristiche di un antico corso d’acqua. Cinquanta milioni di anni prima circa, spiegò il geologo, un grande fiume scorreva in quel letto per portare le sue acque nel Mare Erythraeum, uno dei pochi