«Temo proprio di non avere nessuna idea» disse infine Jimmy. «In ogni caso potreste prendere il mio posto. Oh, a proposito. Questo mi fa venire in mente qualcosa che ho colta al volo l’altro giorno all’Amministrativo.» Abbassò la voce e con gesto da cospiratore si protese in avanti. «Avete mai inteso parlare del
«No. Che cos’è?»
«È appunto quello che sto cercando di scoprire. Pare che si tratti di un piano segretissimo, e molto importante, per giunta.»
«Oh!» fece Gibson, improvvisamente attento. «Ma forse io ne so qualcosa. Prova un po’ a dirmi quello che sai tu.»
«Ecco, una sera sono rimasto a lavorare fino a tardi. Mi trovavo nell’archivio ed ero seduto a terra tra uno scaffale e l’altro a cercare alcune carte, quando sono entrati il Presidente e il maggiore Whittaker. Non potevano sapere che io ero lì, e perciò parlavano tra loro come se fossero soli. A un certo punto il maggiore Whittaker ha detto qualcosa che mi ha fatto drizzare immediatamente le orecchie. Mi ricordo ancora le sue parole. Ha detto testualmente così: "Qualunque cosa succeda, si scatenerà un putiferio non appena la Terra sarà informata del
Il
Gibson era abbastanza informato sul gioco di forze politiche tra Marte e Terra. Da alcune frasi di Hadfteld e dai commenti della stampa locale, aveva capito che la colonia stava attraversando un momento critico. Sulla Terra si erano levate potenti voci di protesta contro le continue spese enormi, di cui non si vedeva la fine né una possibile diminuzione, per sovvenzionare il pianeta minore. Più di una volta Hadfield gli aveva parlato di progetti che era stato costretto ad abbandonare perché troppo dispendiosi, e di altri per i quali non era riuscito a ottenere il permesso.
«Vedrò un po’ quello che mi riesce di cavare dalle mie varie fonti d’informazione» disse Gibson. «Di questo ne hai già parlato con qualcun altro?»
«No.»
«Se fossi in te terrei la bocca chiusa con chiunque. Dopotutto potrebbe trattarsi di una cosa senza alcuna importanza. Se scoprirò qualcosa ti informerò.»
«Non vi dimenticherete di interessarvi di Irene?»
«Certamente no. Ne parlerò appena se ne presenterà l’occasione. Ma forse ci vorrà un po’ di tempo. Bisogna che aspetti di trovare Hadfield in un momento di umore favorevole.»
Come investigatore, Gibson valeva poco. Fece due tentativi diretti piuttosto mal riusciti prima di capire che qualsiasi attacco frontale era inutile. George, il barista, era stato il suo primo obiettivo, perché sembrava che sapesse sempre tutto quello che succedeva su Marte, e per Gibson rappresentava una delle più preziose fonti d’informazione. Ma per una volta tanto, George risultò assolutamente disinformato.
«Il
«Ne siete proprio sicuro?» insistette Gibson, guardandolo attentamente.
George sembrò perdersi in profonda meditazione.
«Sicurissimo» rispose infine. E non fu possibile cavargli altro. George era un attore talmente consumato che nessuno avrebbe saputo dire con certezza se stesse mentendo o se fosse sincero.
Gibson ebbe un poco più di fortuna con un redattore del
Quando entrò nella piccola redazione dell’unico giornale di Marte, il personale, due soli impiegati, lo guardò quindi con sorpresa.
Dopo aver offerto loro alcune copie di un suo articolo, quale pegno di pace, Gibson mise in azione la trappola che aveva studiato.
«Sto cercando di raccogliere tutte le informazioni che mi riesce di trovare sul
Per alcuni secondi nessuno fiatò. Poi Westerman disse: «Credo che di questo sarà meglio che ne parliate al Presidente.»
«Non volevo disturbarlo per così poco. È sempre tanto occupato» disse Gibson con aria innocente.
«Io non posso dirvi niente.»
«Perché? Volete dire che non ne sapete niente?»
«Prendetela come volete. Sono in pochi su Marte a sapere di che cosa si tratti precisamente.»
Questa sì che era una notizia interessante!
«E voi per caso siete fra quei pochi?» insistette Gibson.