— Già. Almeno ci fosse il modo di raccontare loro qualcosa sulla verità, ma senza tirare in ballo i Deneb.
— Non c’è. Nel modo più assoluto.
— Lo so. Ed è un vero peccato.
Rimasero in silenzio ad ascoltare le menti.
— Hai sentito? — disse Raven facendo un piccolo cenno al compagno. — Proprio quello che volevamo sapere. Thorstern non era al castello, ma lo stanno aspettando. Infatti l’uomo nella sala di trasmissione, quando l’ho visto cadere a terra, non somigliava minimamente a Thorstern. Doveva essere un malleabile.
— Io me ne sono accorto nel momento in cui sono entrato in contatto — disse Charles. — Recitava molto bene, e non avevo avuto il minimo sospetto. È stata una sorpresa… Ma non certo paragonabile a quella che ha provato lui grazie a me.
— Ormai ha finito di restare sorpreso! La morte mette fine a tutto, vero?
Charles ignorò la domanda, perché la risposta era ovvia.
— La sala di trasmissione era protetta da schermi d’argento per evitare penetrazioni mentali dall’esterno. Si chiamava Greatorex. Ed era uno dei tre mutanti che avevano libero accesso al castello.
— Per motivi speciali.
— Sì. L’avevano addestrato a impersonare Thorstern, e Thorstern era diventato il suo secondo io. Ecco perché diceva di essere invulnerabile. Lui parlava a nome di due persone. Il vero grande capo era invulnerabile soltanto perché non si trovava in quella stanza. — Charles rimase un attimo in silenzio. — I tre mutanti fanno il loro servizio e turni al castello ogni volta che Sua Eccellenza, lo richiede.
— Dove sono gli altri due? Ha detto qualcosa la sua mente?
— Sono da qualche parte in città, in attesa di essere chiamati in servizio.
— Puoi capire cosa significa. Se stanno aspettando Thorstern, e lui non sa ancora cos’è successo, può darsi che arrivi di persona. A meno che non riescano ad avvisarlo e lui non ci mandi una seconda copia di se stesso. Gli conviene gettarci un’altra esca perché non potremo rifiutarci di abboccare.
— Ma non riuscirà a prenderci.
— Però nemmeno noi prenderemo lui… Ecco cosa mi preoccupa. — Corrugò la fronte, poi rivolse improvvisamente l’attenzione altrove. — Ascolta… comincia a rendersi conto di qualcosa, questo tipo.
I pensieri giungevano da una delle stanze del castello.