Rispose una seconda mente più agitata. “
— Certi mancano totalmente di buon senso — borbottò Raven. — Perché non ci lasciano in pace?
— Senti chi parla! — disse Charles sorridendo.
Raven studiò le pareti del castello. — La caccia è cominciata. Dobbiamo cercare di tenerli a bada fino all’arrivo di Thorstern o di uno dei sosia.
Tenerli a bada non fu difficile. Andarono a sedersi su un bastione avvolto dalla nebbia e alto una quindicina di metri. Un gatto selvatico li avrebbe potuti scoprire, un supersonico li avrebbe potuti localizzare con l’eco, e un levitante li avrebbe saputi scorgere per quel suo istinto di curiosare nei punti che gli esseri normali trascuravano.
Ma quelli che stavano dando loro la caccia erano esseri normali, con tutte le limitazioni imposte alle normali forme di vita.
Così i due rimasero appollaiati in cima alla muraglia, come due gufi, a scrutare gli esseri inferiori che strisciavano con le armi in pugno attorno alla rocca di basalto nei cortili, pronti a far fuoco, e scossi dalla paura dell’ignoto.
Per le loro povere menti normali, il mutante era un essere che aveva sviluppato manie di grandezza, sempre pronto a ridurre in schiavitù i normali esseri umani. Un mutante con più poteri doveva essere qualcosa di infinitamente peggiore. Forse era una creatura non umana, camuffata da uomo e capace di tutto.
Il pensiero di trovarsi improvvisamente di fronte a una mostruosità biologica quale poteva essere un tele-piro-ipnotico e chissà che altro, e di doversi difendere con semplici pallottole, era addirittura insostenibile per alcuni degli uomini impegnati nelle ricerche.
Un uomo passò sotto l’arcata puntando una lampada portatile particolare sulle cellule per non disattivarle. Cercò invano nei paraggi, gli occhi spalancati, i peli ritti, e passò un paio di volte proprio sotto i piedi della preda, prima di arrendersi e tornare sui suoi passi.
Nel medesimo istante un secondo uomo emerse dalla porta del cortile, percepì dei rumori furtivi provenienti dall’arcata e fissò in quella direzione. Le armi in pugno, i due avanzarono in punta di piedi… Videro una forma vaga stagliarsi nella nebbia.
— Chi va là? — gridarono insieme, e fecero fuoco.
Uno venne mancato di pochi centimetri, l’altro fu ferito a un braccio. Lontano, oltre il cancello, qualcuno sparò in aria a un immaginario levitante, centrando un banco di nebbia.
Raven guardò verso il basso per osservare quello che stava succedendo nel cortile. Charles invece alzò di scatto la testa.
— Sento qualcosa. Non te ne sei accorto?
— Sì. Sta arrivando qualcuno. Ho la sensazione che sia il nostro uomo.
Si udiva il rumore delle grosse eliche di un elicottero che volava a considerevole altezza: stava arrivando da est, e volava sopra la coltre di nebbia.
Un sottile raggio di luce arancione partì da una delle torri del castello e rimase fisso nella notte. L’elicottero cominciò a scendere verso il faro e il rumore delle eliche diventò assordante. Infine l’apparecchio venne a trovarsi sopra il castello.