Читаем Morire dentro полностью

— Penso di sì — dico, mentre cerco la mia penna. — Non dovrebbero esserci difficoltà — soprattutto dal momento che la ricerca è già bell’e pronta tra le mie carte, annata 1952, esattamente su questo venerando tema di lettere. — Ho soltanto bisogno di alcune informazioni su di voi per l’intestazione. La grafia precisa del nome, il nome del vostro professore, il numero del corso… — Lui comincia a elencarmele. Mentre prendo nota, dilato lo spiraglio della mia mente per l’abituale sondaggio dell’intimo del cliente, per farmi un’idea dello stile da usare nella ricerca. Sarò capace di falsificare il tipo di saggio che Yahya Lumumba potrebbe verosimilmente produrre? Sarà una sfida che mi metterà a dura prova, scrivere in gergo negro stretto portando avanti il tutto in maniera fredda, distaccata e arrogante, ogni parola una presa in giro della faccia grassa del professore bianco. Credo proprio di non farcela: ma Lumumba vuole questo da me? Non penserà che io prenda in giro lui se uso quello stile, trattandolo come lui tratterebbe il prof? Devo saperle queste cose. Così insinuo i miei tentacoli serpeggianti al di là del suo scalpo chiomato fin nella recondita materia grigia. Salve, grande uomo negro. Entrando, afferro qualcosa, come una versione più immediata e vivida della personalità stereotipata che lui proietta costantemente all’esterno: l’orgoglio innato del negro, il disprezzo per quell’estraneo muso bianco, l’esultanza per la sua struttura muscolare sottile dalle lunghe gambe. Però questi sono soltanto atteggiamenti di deposito, l’attrezzatura standard della sua mente. Non sono ancora arrivato al livello del pensiero di questo-istante. Non sono penetrato nell’essenza di Yahya Lumumba, l’individuo irripetibile di cui debbo far mio lo stile. Mi spingo più in profondità. Nel penetrarvi avverto un sensibile aumento della temperatura fisica, un’ondata di calore, confrontabile forse a quello che può provare un minatore a cinque miglia di profondità, mentre si spinge verso il magma infuocato del nucleo terrestre. Quest’uomo, Lumumba, dentro è in costante ebollizione. Il calore che proviene dalla sua anima tumultuosa mi mette sull’avviso, devo stare attento, ma non sono ancora arrivato all’informazione che cerco, e perciò vado avanti, finché improvvisamente il parossismo fuso di quella corrente di lava che è la sua coscienza mi urta con una violenza terrificante. "Fottuto giudeo cervellone testa di cazzo Cristo come odio questa donnetta spelacchiata rubarmi tre e cinquanta a pagina devo fregarlo devo spaccargli il muso a questo sfruttatore questo schiavista non dovrebbe avere un soldo un giudeo che fa dei prezzi più alti per i negri sicurissimo devo fregarlo è una buona idea quella di fregarlo devo spaccargli il muso prenderlo scagliarlo in mezzo a quei rifiuti se scrivessi da me la ricerca gli farei vedere ma non sono capace merda questo è il fottuto guaio mammoletto non posso Europide Sofocle Ischilo chi sa cagare qualcosa su di loro io ho dell’altro in testa i Rutgers giocano uno-contro-uno giù sul campo passami la palla stupido impara che è così ed eccola lì alta ed è canestro per Lumumba! e aspettate gente lui è stato incastrato mentre stava tirando a canestro adesso va alla riga molto sicuro di sé è facile alto un metro e novanta il sostegno di tutto il Columbia che rappresenta un primato far girare la palla una due volte in alto dentro! Lumumba in forma per un’altra grande serata stanotte Europide Sofocle Ischilo perché cazzo devo conoscere tutto su di loro scrivere tutto su di loro quant’è bello per un negro questi vecchi greci crepati fottuti che importanza hanno loro per l’esperienza del popolo negro importanza importanza importanza non per me per quella merda dei giudei che cosa ne sanno loro di quattromila anni di schiavitù che ci pesa c’è dell’altra roba nelle nostre menti che non può sapere nessuno di loro soprattutto questa mammoletta testa di cazzo devo pagarlo 20 dollari per fare qualcosa che io non sono buono a fare da me chi dice che io devo fare tutto quello che c’è di buono perché perché perché perché"

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