Читаем Morire dentro полностью

Qui potete osservare l’intera trafila dello sviluppo intellettuale di David Selig. Questa è la sua collezione di dischi, un centinaio, superconsunti, alcuni acquistati addirittura nel lontanissimo 1951 (arcaici dischi monofonici!). Quasi tutta musica classica, benché si notino due pile abusive: cinque o sei dischi jazz datati 1959 e cinque o sei dischi rock datati 1969, ambedue i blocchi acquistati durante opachi, abortiti sforzi per allargare gli orizzonti del suo gusto. D’altronde, quello che troverete qui, essenzialmente, è roba austera, spinosa, inaccessibile: Schònberg, l’ultimo Beethoven, Mahler, Berg, i quartetti di Bartok, le passacaglie di Bach. Niente che potreste agevolmente fischiettare dopo averlo sentito una volta. Non se ne intende gran che di musica, però sa quello che gli piace. Non dovete preoccuparvi troppo.

Questi, poi, sono i suoi libri, accumulati da quando aveva dieci anni e deliziosamente trasportati qui e là, dietro di lui, di luogo in luogo. Gli strati archeologici dei suoi interessi di lettura possono essere isolati ed esaminati facilmente. Jules Verne, H.G. Wells, Mark Twain, Dashiell Hammett alla base. Sabatini, Kipling. Sir Walter Scott. Van Loon: Storia del genere umano. Verrilli: Grandi conquistatori dell’America del Sud e dell’America centrale. I libri di un assennato, serio, alienato ragazzino. Poi di colpo, con l’adolescenza, un brusco sbalzo: Orwell, Fitzgerald, Hemingway, Hardy, il Faulkner più facile. Date un’occhiata a questi rari paperback degli anni ’40 e dei primissini anni ’50, in un formato così inconsueto, con sopraccoperte plastificate. Guardate che cosa potevate comperare allora con 25 cent. Osservate i disegni accattivanti, i titoli vistosi!

Questi libri di fantascienza sono della stessa epoca. Me la sono masticata tutta, quella roba, sperando di trovare qualche suggerimento per la mia natura di spostato nelle fantasie di Bradbury, Heinlein, Asimov, Sturgeon, Clarke. Guardate: ecco qui Q.I. = 10.000 di Stapledon; ecco Il mostro dell’Hampdenshire di Beresford; ed ecco un libro intitolato Gli Estranei: i ragazzi-prodigio, con storie di super-ragazzi dotati di mostruosi poteri. Ho sottolineato un mucchio di passi in quest’ultimo; si tratta, generalmente, di brani per i quali mi trovo in disaccordo con gli scrittori. Estranei? Quegli autori, con le loro capacità, erano i veri estranei, che tentavano di immaginare poteri che non avevano mai posseduto; io invece, che c’ero dentro, io il giovane parassita mentale (il libro è datato 1954) avevo ben motivo di dissentire da loro. Loro erano ossessionati dall’angoscia del supernormale, e dimenticavano l’estasi. Con tutto ciò, riflettendo ora su angoscia ed estasi, devo ammettere che ne sapevano più di me. Amici, ho sempre meno motivo di dissentire. Questo è il vicolo cieco dei topi, dove i morti hanno perso la loro aggressività.

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