— Bravissimo, Norman. — Lei cominciò, distrattamente, a mescolare le carte. I suoi occhi, normalmente inespressivi, scintillavano con un’intensità ardente, da Las Vegas. Disse: — Il mazzo è formato da 25 carte, suddivise in cinque "semi" o simboli. Ci sono cinque carte segnate con una stella, cinque con un cerchio, cinque con un quadrato, cinque con un disegno di linee ondulate e cinque con una croce o con un più. Per tutto il resto identiche alle ordinarie carte da gioco. — Porse il mazzo a Barbara Stein, un’altra delle sue favorite, e le disse di riprodurre i cinque simboli sulla lavagna. — L’idea è questa: il soggetto esaminato guarda le carte una per una, coperte, e tenta di indovinare il simbolo che sta dall’altra parte. Il test può essere eseguito in molti modi diversi. Talvolta chi pone il test dà lui stesso una rapida occhiata a ogni carta, prima; questo offre al soggetto una possibilità di tirar fuori la risposta giusta dalla mente dell’esaminatore, se ci riesce. Altre volte né il soggetto né l’esaminatore guardano la carta, prima. A volte è permesso al soggetto di toccare la carta prima di dare la sua risposta. Talvolta al soggetto vengono bendati gli occhi, e altre volte si è permesso di fissare attentamente il retro della carta. Non ha nessuna importanza che metodo si segue, però; lo scopo di fondo è sempre lo stesso: il soggetto deve determinare, servendosi di poteri extrasensoriali, il disegno che c’è sulla carta che lui non può vedere. Estelle, supponi che il soggetto non possegga per niente poteri extrasensoriali, ma che proceda soltanto e unicamente buttandosi a indovinare. Quanti tentativi, possiamo aspettarci che azzecchi su un mazzo di 25 carte?
Estelle, colta di sorpresa, arrossì e sparò: — Uhm… dodici e mezzo?
Un sorriso aspro da parte della signorina Mueller, la quale si rivolse alla più intelligente e più felice gemella. — Beverly?
— Cinque, signorina Mueller?
— Esatto. C’è sempre e solo una probabilità su cinque di indovinare il seme giusto, per cui cinque dichiarazioni giuste su 25 è tutto quello che può azzeccare chi punta solo sulla fortuna. Naturalmente, i risultati non sono mai così puliti. In un giro completo del mazzo potete azzeccarci quattro volte, poi nel giro seguente sei, poi cinque, e poi forse sette, e poi può darsi soltanto tre, comunque la
Si alzarono circa un terzo delle mani nella classe. Alcune appartenevano agli stupidi che non erano arrivati a capire che era buona politica mostrare simpatia per gli entusiasmi dell’insegnante. Alcune appartenevano agli scettici incorreggibili che disdegnavano queste cliniche manipolazioni. Una delle mani apparteneva a David Selig. Lui stava soltanto cercando di darsi una copertura che lo proteggesse.
La signorina Mueller disse: — Oggi faremo qualche test. Victor, vuoi essere la nostra prima cavia? Vieni qui e guarda la classe.
Sorridendo nervosamente, Victor Schlitz si mosse con passo dinoccolato. Si fermò in piedi tutto rigido di fianco alla cattedra della signorina Mueller intanto che lei mescolava e rimescolava le carte. Poi, una rapida occhiata attenta alla carta che stava sopra al mazzo e lei la fece scivolare verso di lui. — Qual è il simbolo?
— Cerchio?
— Vediamo. La classe non dica niente. — Porse la carta a Barbara Stein, dicendole di segnare un trattino sotto il simbolo interessato, sulla lavagna. Barbara segnò il quadrato. La signorina Mueller diede una rapidissima occhiata alla carta seguente.
— Onde — disse Victor. Barbara segnò sotto la stella.
— Più. —
— Cerchio. —
— Stella. —
— Quadrato. —