Che Paradiso arreca: è limpida Visione!
Felicità
Solo si mostra a chi purezza alberga.
Dopo questo vomitai di nuovo. Da non interpretarsi come espressione critica. Per un attimo mi sentii meglio. Dovrei telefonare a Judith. Chiederle che mi faccia un brodo di gallina.
Ahi, meschino!
Sabato. Senza l’aiuto di brodini di gallina, mi sono ristabilito e decido di andare al party. Disgraziato, castrato. Ricorda, ricorda, il 6 novembre. Perché David ha permesso a Judith di trascinarlo fuori dalla sua tana? Un viaggio in metrò che non finisce mai verso il centro; negri già completamente in preda all’ubriacatura di fine settimana aggiungono un particolare
Una calca. Ottanta, novanta; un centinaio di persone, vestite alla maniera dei fiammeggianti anni Settanta, riunite in gruppetti, che urlano l’una all’altra verità profondissime. Quelli che non hanno in mano whisky e soda sono tutti affaccendati a passarsi sigarette di marijuana, a tirare lunghe boccate conformi al rituale, a tossire, a esalare con forza. Prima che sia riuscito a togliermi il soprabito qualcuno mi ficca in bocca un’elaborata pipa con il fornello d’avorio. — Super hashish — mi spiega. — Appena arrivato da Damasco. Avanti, bello, serviti! — Ingurgito il fumo, per amore o per forza, e sento un effetto immediato. Stravedo. — Sì — urla il mio benefattore. — Ha il potere di annebbiare la mente della gente, non è così? — In questo casino la mia mente è già abbastanza annebbiata, senza bisogno della canapa, soltanto per sovraccarico. Pare che il potere funzioni, stasera, a un’intensità ragionevolmente alta, ma senza distinguere troppo i soggetti, e io, involontariamente, sono preso in un calderone concentrato di emissioni che mi si rovesciano addosso, un caos di pensieri che si mescolano. Tutta roba confusissima. Scompaiono la pipa e quello che me l’aveva passata e io, sotto l’influsso della droga, avanzo traballando in una stanza piena di fracasso, i muri tappezzati dal pavimento al soffitto di scaffali zeppi di libri. Scorgo Judith nell’attimo preciso in cui lei scorge me, e da lei viene su una linea di contatto diretto, un’emissione dapprima vivissima, ma che poi degenera: "Fratello, dolore amore, paura, ricordi condivisi, perdono, dimenticare, odio, ostilità, avversione, frumz, zzzhhh, mmm. Fratello. Amore. Odio. Zzzhhh".
— Duv! — si mette a urlare. — Sono qui, Duvid!