— Falbrough, dobbiamo tenere questa faccenda sotto silenzio. Non deve trapelare neppure una parola. Qualcuno ha sbagliato nel reparto esami, e se si sparge la voce di un errore, anche di uno solo, Poppy sarà invaso da una folla furibonda nel giro di pochi minuti.
— Sì, signore. — Falbrough aveva un'aria terribilmente grave e severa. — Che cosa devo fare, signore?
— Non dica una sola parola su quanto è accaduto a "nessuno", nemmeno agli uomini del reparto esami. Prepari un certificato per il bambino, cerchi i genitori, presenti le nostre scuse e glielo restituisca. E si assicuri che, d'ora in poi, i controlli siano sempre applicati con il massimo rigore.
— Può contarci, signore. È tutto?
— È tutto — disse seccatamente Walton, e tolse la comunicazione. Sospirò profondamente, e guardò la parete, senza vederla.
Il piccolo Prior era salvo. E adesso lui, davanti agli occhi della legge… la Legge del Controllo… era un criminale. Lui, Roy Walton. Era un criminale come l'uomo che aveva cercato di nascondere agli investigatori il padre morente, o come i genitori in ansia che tentavano di corrompere un dottore del centro esami.
Si sentiva curiosamente sporco. E, adesso che aveva tradito FitzMaugham e la Causa, adesso che era tutto finito, non riusciva a capire bene perché l'aveva fatto, perché aveva messo a repentaglio il programma Poppy, la sua posizione… e perfino la sua vita… per salvare un bambino potenzialmente tubercoloso.
Be', la cosa era fatta.
No. Non del tutto. Più tardi, quando le acque si fossero calmate, avrebbe dovuto terminare il lavoro trasferendo tutti gli uomini che si trovavano nella clinica in località molto distanti tra loro, e cancellando totalmente i ricordi del computer sulle attività svolte nel corso della mattinata.
L'operatore chiamò di nuovo.
— C'è suo fratello in linea, signore. Debbo inoltrarle la chiamata?
Le mani di Walton furono scosse da un tremito impercettibile, nell'udire quelle parole.
Comunque, doveva dare una risposta, e quella risposta poteva essere solo una.
— Me lo passi pure — disse.
Era buona regola di Fred — chissà come ci riusciva — di farsi vivo soltanto quando doveva dire o fare qualcosa di spiacevole. E, in genere, si trattava di qualcosa di spiacevole per "lui".
Nel suo stato d'animo, Walton immaginò, con grande paura, che la chiamata di suo fratello non preludesse a niente di buono. Avrebbe potuto scommetterci, tanto ne era sicuro.
3
Roy Walton guardò la testa e le spalle di suo fratello formarsi nel vortice di colore dello schermo. Fred Walton era più massiccio, più basso di suo fratello, che era alto e magro; era un tarchiato individuo di un metro e settanta, mentre Roy raggiungeva il metro e ottantacinque. Fred aveva sempre provato un certo complesso d'inferiorità per la statura del fratello, e quando i due ragazzi avevano avuto un'età che permettesse il confronto, Fred aveva sempre cercato di crescere, facendo degli sport e grande esercizio; ma, con sua grande delusione, il fratello era rimasto "il più grande" della famiglia in tutti i sensi, non ultimo quello della carriera.
Anche sullo schermo il collo e le spalle di Fred davano un'impressione poderosa di solidità e di forza. Walton aspettò che la sagoma del fratello prendesse completamente forma, e quando il breve intervallo necessario fu trascorso, domandò: — Ebbene, Fred? Cosa succede?
Gli occhi di suo fratello scintillarono dietro l'espressione sonnolenta del viso.
— Mi dicono che sei sceso qui poco fa, Roy. Come mai non ho avuto l'onore di una visita?
— Non sono sceso nella tua sezione. Si trattava di un lavoro d'ufficio, però. Non ho avuto il tempo di farti una visita.
Walton fissò con testardaggine l'emblema del caduceo che splendeva sul bavero della giacca di Fred, e si rifiutò di guardare da qualsiasi altra parte.
Fred disse, lentamente: — Hai avuto il tempo di pasticciare con il computer, però.
— Lavoro! Come te lo devo dire?
— Ma davvero, Roy? — Il tono di suo fratello era velenoso. — Guarda caso, ho usato il computer poco dopo di te, stamattina. Sono stato curioso… ah, non devi dirmelo, è stato imperdonabile da parte mia, caro fratellino. Ho chiesto una trascrizione del tuo dialogo con la macchina.
Delle scintille parvero scaturire dallo schermo. Walton si appoggiò allo schienale, sentendosi sommerso da una cappa di piombo. Riuscì a stringere le labbra in una linea dura, anche se non sentiva forza nel viso e nella mascella, e disse: — Questo e un atto criminale, Fred. Qualsiasi uso io abbia fatto di un computer di Poppy è strettamente confidenziale.
— Un atto criminale? Può darsi… ma allora siamo in due in famiglia, vero, Roy?
— Che cosa sai?
— Non vorrai che cominci a recitare tutto attraverso un sistema di comunicazione pubblico, vero? Il tuo amico FitzMaugham potrebbe ascoltare ogni parola di questa conversazione, e i miei sentimenti fraterni mi impediscono di provocare un pasticcio del genere. Il vecchio dottor Walton non vuole mettere nei guai il suo amato fratello maggiore… oh, no, certo!