Eragon si sentì avvampare e distolse lo sguardo. Sapeva benissimo che cosa avrebbe detto Brom. Saphira continuò a tenerli inchiodati a terra, per lasciar sbollire l'ira, poi disse a Eragon,. con una punta di asprezza:
Eragon si volse riluttante verso Murtagh, assaggiando il sapore del sangue che gli scorreva dentro la guancia Murtagh evitò il suo sguardò e prese a fissare il cielo. «Allora? Ci libera o no?» «No, a meno che non parliamo…Vuole che ti chieda qual è il vero problema» disse Eragon, imbarazzato.
Saphira ringhiò per tutta conferma e continuò a fissare Murtagh. Era impossibile sfuggire al suo sguardo implacabile. Murtagh alzò le spalle e borbottò qualcosa fra i denti. Gli artigli di Saphira premettero sul suo petto, e la sua coda frustò l'aria. Murtagh le scoccò un'occhiata furente, poi a voce alta disse: «Te l'ho già detto. Non voglio andare dai Varden.»
Eragon aggrottò la fronte. Era tutto lì? «Non vuoi... o non puoi?»
Murtagh cercò di spostare la zampa di Saphira, poi si arrese con un'invettiva. «Non voglio! Si aspettano da me delle cose che non posso dar loro.»
«Hai rubato qualcosa, per caso?»
«Vorrei che fosse così semplice.»
Eragon roteò gli occhi, esasperato. «E allora cos'è? Hai ucciso qualche persona importante o hai corteggiato la donna sbagliata?»
«No, sono nato» rispose Murtagh, enigmatico. Spinse di nuovo la zampa di Saphira. Questa volta lei li liberò entrambi. Si alzarono sotto il suo sguardo vigile e si spazzolarono la polvere dal fondo delle braghe.
«Continui a evitare la domanda» disse Eragon, tastandosi il labbro spaccato.
«E allora?» ribatté secco Murtagh, marciando impettito verso i margini del campo. Dopo un attimo sospirò. «Non importa il motivo per cui mi trovo in questa situazione, ma posso dirti che i Varden non mi accoglierebbero a braccia aperte nemmeno se portassi loro la testa del re. Oh, magari mi saluterebbero cordialmente e mi farebbero entrare nei loro consigli, ma fidarsi di me? Mai. Se arrivassi in circostanze meno opportune, come quelle attuali, mi metterebbero ai ferri.» «Non vuoi dirmi di che cosa si tratta?» insistette Eragon. «Anch'io ho fatto cose di cui non vado orgoglioso, perciò non ti giudico.»
Murtagh scosse piano il capo, gli occhi che luccicavano. «Non è questo. Non ho fatto niente per meritare questo trattamento; sarebbe stato più facile rimediare, se fosse così. No... il mio unico crimine è quello di esistere.» Si fermò per prendere un respiro tremante. «Capisci, mio padre...» Un acuto sibilo di Saphira troncò il suo discorso.
I due seguirono il suo sguardo rivolto a ovest, Murtagh impallidì. «Demoni!»
A una lega circa di distanza, parallela alla catena montuosa, marciava una colonna di figure. La linea delle truppe, a centinaia, si allungava per oltre un miglio. La polvere si alzava sotto i loro talloni. Le armi scintillavano nella luce morente. Un alfiere procedeva in testa, su un carro nero, tenendo alto un vessillo cremisi.
«È l'Impero» disse Eragon avvilito. «Ci hanno trovati... in qualche modo.» Saphira protese il collo oltre la sua spalla e guardò la colonna.
«Già, ma quelli sono Urgali, non uomini» disse Murtagh.
«Come fai a saperlo?»
Murtagh indicò il vessillo. «Quella bandiera porta il simbolo personale di un capoclan degli Urgali. È una belva spietata, incline a violenti attacchi di follia.»
«L'hai già incontrato?»
Gli occhi di Murtagh si socchiusero. «Una volta, per poco. Conservo ancora le cicatrici di quell'incontro. Questi Urgali potrebbero non essere stati mandati a cercarci, ma sono sicuro che ormai ci hanno visti e che ci seguiranno. Quel capo non è tipo da lasciarsi sfuggire un drago, specie se gli è giunta notizia di Gil'ead.»
Eragon corse al fuoco e lo soffocò con qualche manciata di terra. «Dobbiamo fuggire! Tu non vuoi andare dai Varden, ma io devo portare Arya da loro prima che muoia. Facciamo un compromesso: tu mi accompagni finché non raggiungiamo il Lago Kóstha-mérna, poi andrai per la tua strada.» Murtagh esitò, ed Eragon si affrettò ad aggiungere: «Se te ne vai adesso, sotto gli occhi degli Urgali, ti inseguiranno. Che cosa vuoi fare, affrontarli da solo?»
«D'accordo» disse Murtagh, gettando le bisacce in groppa a Tornac. «ma quando saremo vicini ai Varden, me ne andrò, questo è sicuro.»
Eragon moriva dalla voglia di interrogare ancora Murtagh, ma non con gli Urgali alle spalle. Raccolse le sue cose e sellò Fiammabianca. Saphira batté le ali e si alzò in volo, girando in cerchio sopra di loro per vigilare mentre abbandonavano l'accampamento.