La valle si oscurò mentre le ore passavano. Senza il sole a dare il suo tepore, l'aria cadde preda della morsa pungente del gelo e la nebbia di terra gelò sugli alberi, ricoprendoli di candida brina. Gli animali notturni presero a sgusciare dalle loro tane per osservare nel buio gli stranieri che attraversavano il loro territorio.
Eragon continuò a tenere d'occhio le pendici dei monti, cercando la cascata che avrebbe indicato la fine del loro viaggio, Era dolorosamente consapevole che ogni minuto che passava portava Arya più vicina alla morte. "Più veloce, più veloce" mormorò fra sé, guardando Murtagh sotto di loro. Prima che Saphira virasse per andare a raccogliere altre pietre, disse:
Il buio, quello vero, cominciò a invadere la valle, posandosi su alberi e montagne come un velo d'inchiostro. Anche con il suo udito fine e il fiuto delicato, Saphira non riusciva più a individuare gli Urgali nella fitta foresta. Non c'era nemmeno la luna ad aiutarli; sarebbero passate ancora ore prima che sorgesse dietro le montagne.
Saphira compì una lenta, delicata virata a sinistra, e scivolò oltre la cresta. Eragon la avvertì vagamente sotto di loro, poi strizzò gli occhi quando scorse una debole linea bianca davanti.
Guardò il cielo, ancora rischiarato dagli ultimi vaghi bagliori del tramonto. I profili scuri dei monti curvavano verso il centro a formare una specie di anfiteatro che chiudeva la valle.
Eragon sciolse i legacci del fodero di Zar'roc, chiedendosi se era abbastanza forte da combattere. Saphira atterrò alla sinistra dello Zannadorso, poi si accovacciò, in attesa. La cascata rumoreggiava in lontananza.
Eragon balzò giù da Saphira, inciampando nel tentativo di tenere il passo di Murtagh. Dietro di loro, Saphira andò al fiume, per poterli seguire senza essere ostacolata dagli alberi. Prima che Eragon potesse raccontargli le novità, Murtagh disse: «Ti ho visto lanciare pietre con Saphira... ambizioso. I Kull si sono fermati o sono tornati indietro?»
«Ce li abbiamo ancora alle calcagna, ma ormai siamo quasi arrivati. Come sta Arya?» «Non è morta» replicò Murtagh asciutto. Il suo respiro era breve, affannoso. Le parole che seguirono erano pervase da una calma ingannevole, come quelle di un uomo che cela una passione travolgente. «C'è una valle o una gola più avanti da cui io possa andarmene?»
Con ansia, Eragon cercò di ricordare se aveva visto qualche breccia nelle montagne intorno a loro; per un po' non aveva pensato al problema di Murtagh. «È buio» disse, evasivo, abbassando la testa per schivare un ramo basso. «è facile che mi sia sfuggito qualcosa, ma... no.»
Murtagh lanciò un'imprecazione sonora e si fermò di colpo, tirando le redini dei cavalli finché anche quelli non si fermarono. «Stai dicendo che l’unico posto dove posso andare è dai Varden?» «Sì, ma continua a correre. Gli Urgali ci sono addosso!»