Lottando contro il panico, si aggrappò alle punte del collo di Saphira per sostenersi. Dobbiamo... scendere, disse
. Davanti agli occhi gli danzavano miriadi di puntini rossi. Non riesco a... respirare. Saphira parve non udirlo, e così ripete il messaggio, più forte, questa volta. Ancora nessuna risposta. Non mi può sentire, comprese. Annaspò, sforzandosi di pensare, poi le batte sul fianco e gridò: «Portaci giù!»
Lo sforzo gli fece girare la testa. La vista gli si annebbiò e cadde in un vortice di tenebra.
Riprese i sensi mentre uscivano dal fondo dello strato di nubi. La testa gli martellava. Che cosa è successo?
domandò, drizzando la schiena e guardandosi intorno.
Sei svenuto
, rispose Saphira.
Eragon fece per passarsi una mano fra i capelli, ma si bloccò quando sentì i ghiaccioli. Sì, lo so, ma perché non mi hai risposto?
Avevo la mente confusa. Le tue parole non avevano senso. Quando hai perso conoscenza, ho capito che c'era qualcosa che non andava e sono scesa. Non ho dovuto abbassarmi molto prima di capire che cos'era accaduto.
Meno male che non sei svenuta anche tu,
commentò Eragon con una risatina nervosa. Saphira si limitò ad agitare la coda. Lui guardò con struggimento il punto in cui le vette erano nascoste dalle nubi. Che peccato, non siamo riusciti a . sorvolare una di quelle cime... Be', adesso sappiamo: possiamo volar via da questa valle solo passando da dove siamo entrati. Perché siamo rimasti a corto d'aria? Com'è possibile che quaggiù ci sia, e invece lassù no?
Non lo so, ma non oserò mai più volare così vicina al sole.Dovremmo fare tesoro di questa esperienza. La conoscenza potrà tornarci utile se dovessimo mai combattere contro un altro Cavaliere.
Spero che non accada mai,
disse Eragon. Restiamo a questa altezza, per adesso. Per oggi ne ho avuto abbastanza.
Fluttuarono sulle dolci correnti aeree, rasentando le pareti delle montagne, finché Eragon non vide che la colonna degli Urgali aveva raggiunto l'ingresso della valle. Ma che cosa li fa andare così veloci, e come fanno a sopportare questo ritmo?
Ora che siamo più vicini
, disse Saphira, vedo che questi Urgali sono più grossi di quelli che abbiamo incontrato prima. Potrebbero superare di diverse spanne un uomo alto. Non so da quale terra provengano, ma dev'essere un luogo terribile per produrre simili mostri.
Eragon scrutò il territorio sotto di loro: non riusciva a vedere i particolari come lei. Se mantengono quest'andatura, prenderanno Murtagh prima che troviamo i Varden.
Non perdere la speranza. La foresta potrebbe rallentare i loro progressi... Sarebbe possibile fermarli con la magia?
Eragon scosse il capo. Fermarli?... No. Sono in troppi.
Pensò al sottile strato di nebbia nella valle e sorrise. Ma forse potrei farli ritardare un po'
. Chiuse gli occhi, scelse le parole che gli servivano, fissò la nebbia e ordinò: «Gath un reisa du rakr!» Sotto di loro, il panorama prese a cambiare. Dall'alto sembrava che il terreno stesse scorrendo come un grande fiume pigro. Una plumbea fascia di nebbia si addensò davanti agli Urgali e si ispessì fino a diventare un muro minaccioso, scuro come una nube temporalesca. Gli Urgali esitarono, poi continuarono come un inarrestabile ariete. La barriera vorticò intorno a loro, nascondendo la colonna alla vista. .