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Sarà meglio per loro. Si accovacciò accanto alla porta, in attesa, la coda fremente. Eragon chiuse gli occhi, gustando il riposo dopo tanta fatica. Sonnecchiò per un po', poi si stirò e cominciò a girare in tondo per la sala. Annoiato, esaminò una delle lanterne. Era fatta di un singolo pezzo di vetro a forma di goccia, grande due volte un limone, e splendeva di una morbida luce azzurra che non ondeggiava nè tremolava. Il vetro era racchiuso fra quattro sottili tralci di metallo, saldati in cima a creare un gancio, e in basso a formare tre graziosi riccioli. Nell'insieme, un oggetto molto raffinato. I’ispezione di Eragon fu interrotta da voci fuori dalla sala. La porta si aprì, ed entrò una dozzina di guerrieri a passo di marcia. Il primo trasalì nel vedere Saphira, Erano seguiti da Orik e dall'uomo calvo, che dichiarò: «Siete stati convocati al cospetto di Ajihad, capo dei Varden. Se dovete mangiare, fatelo mentre marciamo.» Eragon e Murtagh si alzarono insieme, guardandolo con sospetto. «Dove sono i nostri cavalli? Posso riavere la mia spada e il mio arco?»


L'uomo calvo lo guardò con sussuego. «Le tue armi ti saranno restituite quando Ajihad lo riterrà opportuno, non prima, E i vostri cavalli vi aspettano nel tunnel. Ora venite!» Mentre l'uomo calvo si voltava per andarsene, Eragon si affrettò a chiedere: «Come sta Arya?»


L'uomo esitò. «Non lo so. I guaritori sono ancora con lei.» Uscì, accompagnato da Orik, Uno dei guerrieri fece un cenno. «Prima tu» disse. Eragon varcò la soglia, seguito da Saphira e Murtagh. Ripercorsero il corridoio che avevano attraversato la sera prima, passando davanti alla statua dello strano pennuto. Quando raggiunsero l'enorme tunnel, di accesso alla montagna, trovarono l'uomo calvo in attesa insieme a Orik, che reggeva le redini di Tornac e Fiammabianca. «Cavalcherete uno dietro l'altro al centro del tunnel» li istruì l'uomo calvo. «Se tentate . di filarvela da qualche parte, verrete fermati.» Quando Eragon fece per montare su Saphira, l'uomo calvo gridò: «No! Monterai sul tuo cavallo finché non ti ordinerò altrimenti.»


Eragon si strinse nelle spalle e prese le redini di Fiammabianc. Montò in sella e guidò il cavallo davanti a Saphira. Restami vicina, nel caso che avessi bisogno di te.


Contaci, rispose lei.


Murtagh sali su Tornac, alle spalle di Saphira: L'uomo calvo studiò il gruppetto allineato, poi fece un cenno ai guerrieri, che si divisero in due ali e li circondarono, cercando di dare a Saphira più spazio possibile. Orik e l'uomo calvo si misero in testa al corteo.


Dopo avergli scoccato un'ultima occhiata, l'uomo calvo batté le mani. due volte e s'incamminò. Eragon sfiorò appena i fianchi di Fiammabianca. Il gruppo si avviò verso il cuore della montagna. Il rumore dei passi e degli zoccoli sul pavimento di pietra riecheggiava ingigantito nel tunnel deserto. Usci e cancelli interrompevano a tratti le pareti uniformi, ma erano sempre sbarrati. Eragon osservò ammirato le straordinarie dimensioni del tunnel, scavato con incredibile perizia: le pareti, il pavimento e il soffitto erano stati levigati con impareggiabile precisione. Gli angoli alla base delle pareti erano perfettamente squadrati, e per quanto riusciva a vedere, il tunnel stesso non variava dal suo corso nemmeno di un pollice.


Via via che procedevano, l'apprensione di Eragon per rincontro con Ajihad aumentava. Il capo dei Varden era una figura misteriosa per gli abitanti dell'Impero. Era salito al potere una ventina di anni prima, e da allora aveva condotto una guerra spietata contro re Galbatorix. Nessuno sapeva da dove venisse, e nemmeno che aspetto avesse. Si favoleggiava che fosse uno stratega eccezionale e un guerriero feroce. Con una tale reputazione, Eragon era preoccupato per come sarebbero stati ricevuti. Eppure sapere che Brom.si era fidato tanto dei Varden da servirli lo aiutò a placare i suoi timori.


Vedere di nuovo Orik gli suscitò altre domande. Il tunnel era ovviamente opera dei nani: nessuno sapeva scavare con tanta abilità. Ma i nani facevano parte dei Varden o li stavano solo ospitando? E chi era il re che Orik aveva citato? Lo stesso Ajihad? Eragon capiva che i Varden erano riusciti a evitare di essere scoperti nascondendosi nel sottosuolo. Ma gli elfi dov'erano?


Per quasi un'ora l'uomo calvo li condusse lungo il tunnel, senza mai deviare né imboccare una svolta. Probabilmente abbiamo già percorso una lega, pensò Eragon. Forse ci stanno facendo attraversare tutta la montagna! Alla fine vide in lontananza un fioco bagliore rosato. Aguzzò la vista, cercando di scorgerne la fonte, ma era ancora troppo lontano. Il bagliore si fece più intenso via via che si avvicinavano.


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