— Abbiamo deciso di non entrare — disse l’oracolo. — Non subito. Volevamo essere sicuri che il villaggio appartenesse davvero alla tua gente. Siamo rimasti nella foresta e abbiamo osservato. Abbiamo visto. — L’oracolo esitò. — C’erano barche sul lago che si muovevano da sole. Andavano avanti e indietro fra le isole e la riva. C’erano altre cose. Carri. Gente che ci viaggiava dentro. I carri si muovevano nello stesso modo delle barche, senza che nessuno facesse alcun lavoro. E i carri facevano rumori. Ruggivano come assassini-delle-foreste. Lanciavano grida come
— Saremmo dovuti entrare nell’accampamento — disse Nia. — Sapevamo che costoro erano tuoi parenti. Portavano indumenti simili ai tuoi e non avevano pelliccia. Avevo la responsabilità di riferire loro quello che era accaduto a te e a Deragu. — Raddrizzò le spalle e mi guardò dritto in faccia. — Non ci sono riuscita, Li-sa. Anche se tu potevi essere in pericolo. Anche se queste persone avrebbero potuto aiutarti. Avevo paura.
— Per quanto tempo avete osservato? — domandai.
— Un giorno — rispose l’oracolo. — E parte di un altro. Poi tu sei arrivata con Deraku, viaggiando su una delle barche che si muovevano anche se le persone che c’erano sopra non facevano niente. Vi abbiamo visti scendere. Abbiamo visto i vostri parenti che vi salutavano.
— È stato un sollievo — aggiunse Nia.
— Questa mattina ti abbiamo vista allontanarti da sola. Ti abbiamo seguita. — L’oracolo fece il gesto che significava "è finita" o "la storia è terminata".
— Probabilmente io avrei fatto la stessa cosa — dissi. — Mi sarei nascosta e sarei stata a osservare. So che la mia gente è strana. Ma non c’è niente nell’accampamento di cui preoccuparsi. Siete disposti a venire con me?
— Sì — disse l’oracolo. — Non ho sentito niente di nuovo dal mio spirito. Ed è per questo che sono venuto. Per incontrare la tua gente che non ha pelo.
Nia fece il gesto del dubbioso assenso.
Tornammo verso il campo.
— Sono preoccupata per Ulzai — dissi.
— Se la caverà — ribatté l’oracolo. — Gli
Ottimo ragionamento, se uno credeva nei messaggi degli spiriti.
— Perché l’accampamento vi ha spaventati? — chiesi. — Non vi siete fatti spaventare dalla mia scatola con le voci.
— La tua radio — disse Nia, pronunciando la parola con cura e quasi correttamente. — Quella cosa è piccola. Te l’ho detto, non ho paura delle cose nuove se sono piccole. E se non sono troppo numerose. — Tacque per un momento. — E tu sei mia amica. Io non conosco queste persone.
Arrivammo alla banchina. C’era una barca ormeggiata lì, forse la stessa sulla quale eravamo arrivati. Accanto alla barca c’erano un paio di persone. Guardarono me e i nativi, poi restarono immobili a osservarci.
Entrammo nel campo.
— Avete fame? — chiesi.
— Sì — rispose l’oracolo.
— Vi procurerò del cibo. — Mi diressi verso la cupola grande. Loro mi seguirono, tenendosi vicini a me.
C’era un fuoristrada parcheggiato accanto all’entrata della cupola. Non era lo stesso che avevo visto in precedenza. Avrei riconosciuto la grossa ammaccatura nel fianco. Com’erano riusciti a fare tutto questo solo in pochi giorni? Un uomo stava sollevando dalla parte posteriore una cassa con su scritto "fragile". Si arrestò, con la cassa a mezz’aria, e ci fissò a bocca aperta.
— Brian! — esclamai. — Come stai?
— Quelli sono alieni — disse.
— Sarebbe più giusto dire che gli alieni siamo noi. Questi individui sono nativi.
Lui sorrise a Nia.
— Questa persona sta mostrando i denti come fa sempre Deragu.
— Significa che è amichevole.
— Questo è un uomo? — s’informò Nia.
Feci il gesto dell’affermazione.
— Quali sono i segni per distinguerlo? Non è più grosso di te, e non riesco a giudicare se il suo pelame è diverso dal tuo. Ne avete entrambi così poco.
— Non conta la struttura del pelame, ma la collocazione. Soltanto gli uomini hanno il pelo sulla parte inferiore del viso, ma non tutti gli uomini. La sua voce è più profonda della mia, e le sue spalle sono più larghe. Sono questi i segni.
Nia aggrottò la fronte. — Non sento una grande differenza nelle vostre voci, e mi sembrate snelli tutti e due. — Fece il gesto che significava "così sia". — Di’ all’uomo che è mio desiderio essere amichevole.
— Okay. Se Nia sapesse sorridere, lo farebbe — dissi in inglese. — Ma fra la sua gente sorridere non è un gesto di amicizia. E, da quanto sono riuscita a capire, loro non hanno un’espressione paragonabile.
— Merda — disse Brian. — Questo significa che ho fatto qualcosa di sbagliato?
— No. Lei è stata insieme a me e a Derek che, come ricorderai, sorride parecchio.
— Già. Ricordo. Il famoso sorriso merdoso del Guerriero del Mare. Dille che sono felice di fare la sua conoscenza. Dille che questo è un gran giorno.
— Lo farò.