"Enshi sollevò l’arco. C’era una freccia pronta, sistemata contro la corda. Incominciò a tendere l’arco. ’Ti ucciderò, vecchio. Ti conficcherò una freccia nel ventre.’
"Il vecchio disse: ’Questo è oltraggioso. Non sai come vanno fatte queste cose? Nessun vero uomo usa mai una freccia contro un altro uomo. Un coltello è l’arma appropriata. Anche una clava va bene. Ma niente che uccida da lontano. Un vero confronto avviene corpo a corpo’.
"Enshi parlò in risposta. Disse: ’Non mi importa quali siano le regole. Questa donna è mia. Farò ciò che devo per tenermela’."
Nia fece una breve pausa. Il suo viso appariva pensieroso. — Sollevai il mio martello e dissi: "Neppure a me importa delle regole. Se mi verrai vicino, ti ucciderò, vecchio. Credimi. Dico la verità".
"Che altro c’è da dire? Il vecchio rinunciò e se ne andò. Il giorno dopo ebbe inizio la smania. Enshi e io restammo insieme per tre giorni. Credo che sia giusto. Forse quattro giorni. Una mattina mi svegliai. La luce penetrava dalla porta del nostro rifugio. Enshi era vicino a me. Il vecchio gli stava sopra. Lo vidi conficcare il coltello nella gola di Enshi. Anasu gridò. Mi alzai, ma era troppo tardi. Il vecchio era completamente pazzo e forte come talvolta lo sono i pazzi. Era molto più forte di me, e io non sono una persona debole. Mi spinse a terra e ficcò il suo pene dentro di me. Cercai di liberarmi. Lui mi colpì. Il coltello che teneva in mano mi fece un taglio sulla spalla. Ho ancora la cicatrice. I bambini piangevano. Tutti e due. Il vecchio faceva dei grugniti. Lo morsicai. Mi colpì di nuovo." Nia si accigliò. — Qualche volta me lo sogno ancora. Ho del sangue in bocca. C’è del sangue per terra. Sento il vecchio sopra di me e dentro di me. Sento piangere i bambini. Nel sogno, so che Enshi è morto. Dopo un po’ mi sveglio.
"Ma allora non mi svegliai. Il vecchio restò finché la smania non fu terminata. Furono cinque o sei giorni. Ci accoppiammo più e più volte." Nia serrò i pugni. "Quando non ci accoppiavamo, mi teneva legata. Non era stupido, sebbene fosse pazzo. Sapeva che avrei preso i bambini e sarei fuggita. Diceva che ero io la pazza. Nessuna donna normale gli avrebbe ordinato di andarsene. Nessuna donna normale avrebbe cercato di respingerlo.
"I bambini avevano fame. Piangevano. Allora mi slegò in modo che potessi dar loro da mangiare. Ma non volle lasciarmi seppellire Enshi. Trascinò il suo corpo fuori dal rifugio e lo lasciò disteso lì allo scoperto, nello spiazzo fuori dalla porta. Il tempo era molto caldo. Enshi si gonfiò. Incominciò a puzzare. Arrivarono insetti e uccelli. Quando la porta della capanna era aperta, riuscivo a vederli banchettare. Hua continuava a dire: ’Che cosa c’è che non va? Che cosa è successo a Enshi?’.
"Le dissi di stare tranquilla. Avrebbe fatto infuriare il vecchio.
"Che altro potrei dire? Due uomini si erano scontrati nel periodo degli accoppiamenti. Uno aveva ucciso l’altro. Era una cosa che non accadeva spesso, ma non era sbagliata. Perché continuavo a pensare che fosse sbagliata? Perché odiavo il vecchio? Aveva il diritto di accoppiarsi con me. Aveva vinto lui, sebbene forse non in modo del tutto leale."
Nia smise di parlare. Attesi. Avevo un gusto aspro in bocca e non riuscivo a pensare a niente da dire.
— La smania finì e il vecchio se ne andò. Seppellii Enshi. Diedi da mangiare ai bambini, li pulii e li consolai. Poi sellai i nostri animali.
"Portai i bambini con me. Non potevo fare altro. Tenevo in braccio Anasu mentre Hua cavalcava il cornacurve di Enshi. Dovetti legarla alla sella. Seguimmo le tracce del vecchio. Ci vollero due giorni.
"Lo trovai ai piedi delle colline, ai margini della pianura. Si era acceso un fuoco nell’ultimo boschetto prima che iniziasse la pianura.
"Legai i cornacurve. Misi a terra i bambini e dissi a Hua di tenere d’occhio suo fratello. Dissi loro di non piangere, che sarei tornata presto, e scesi lungo la collina. Adesso avevo un arma. Un arco. Era lo stesso che era appartenuto a Enshi. Ricordo il momento della giornata. Appena dopo il tramonto. Il cielo a occidente era arancione. Il fuoco del vecchio brillava fra gli alberi. Mi avvicinai strisciando. Lo vidi rannicchiato accanto al fuoco." Nia s’interruppe. "Lo colpii nella schiena. Lui gridò e cadde riverso. Lo colpii di nuovo.
"Che altro c’è da dire? Mi accertai che fosse morto. Poi spensi il fuoco e tornai dai miei bambini. Erano rimasti in silenzio, nascosti in un cespuglio, come un paio di cuccioli di cornacurve.
"In seguito mi recai a nord fino al villaggio. Affidai i bambini ad Angai. Adesso era lei la sciamana. Mi disse che li avrebbe cresciuti nel modo giusto. Io non potevo. Mi diressi verso est e finii dove mi hai trovata, nel villaggio di Nahusai."