Nia si appoggiò all’indietro e chiuse gli occhi. Doveva aver perso peso in quegli ultimi giorni. La sua faccia appariva più magra del solito ed era facile scorgere le ossa, perfino sotto la pelliccia. Aveva la mascella pesante. La fronte era rotonda e bassa. Gli zigomi erano grossi e non c’era alcuna rientranza dove il naso si univa alla fronte. Saliva diritto, ampio e piatto fino in cima. Aprì gli occhi e batté le palpebre. — Decidi tu fra noi due. Ha ragione Hua? Sono una pervertita?
Alzai lo sguardo in cerca di ispirazione. L’apertura per il fumo era scura. C’era qualcosa lassù che bloccava la luce.
Che diavolo? Mi alzai in piedi.
La cosa si mosse. Entrò di nuovo la luce del sole. Riuscivo a vedere il cielo. — Torno subito — dissi a Nia. Uscii e mi girai.
Come tutti i tetti del villaggio, anche questo era ricoperto di vegetazione. Le piccole foglie rotonde splendevano alla luce del sole e c’erano fiori arancioni. Fra i fiori svolazzavano gli insetti. Avevano ali gialle. Più o meno a metà della pendenza del tetto c’era la sciamana. La lunga veste era tirata su e potevo vederle le gambe. Erano ossute e pelose, con grosse ginocchia.
— Hai ascoltato dall’apertura per il fumo. Hai sentito quello che ha detto Nia.
— I miei occhi saranno cattivi, ma le mie orecchie sono le migliori del villaggio.
Mi protesi verso la donna, che si lasciò cadere fra le braccia. Era leggera e puzzava. Era un miscuglio di odori, conclusi mentre la mettevo giù. Pelo, muschio e alito cattivo. La vecchia aveva bisogno di un dentista. Feci un passo indietro.
— La Voce della Cascata ha detto di aiutarvi e quindi devo farlo. Quel pazzo! Perché non è cresciuto nel modo giusto e non è andato a raggiungere i suoi fratelli? Ma lui no, quel folle! Lui doveva sentire voci e vedere cose nei sogni. Vado a parlare con lui e quello danza qua e là e farfuglia. Nudo, per di più. Uno di questi inverni si prenderà una brutta infreddatura e morirà. Lascia che te lo dica, è duro fare la madre. Adesso, vattene via! La donna là dentro è debole. Ha bisogno di riposare.
Aprii la bocca.
— Non le dirò quello che ho sentito. Va’! Levati di mezzo!
Mi voltai e mi allontanai. Alle mie spalle la sciamana brontolava. Udii la parola "perversione" e la parola "disgustoso". Poi disse ad alta voce: — Perché queste cose capitano a me?
Continuai a camminare finché non arrivai a casa di Eshtanabai. La donna era seduta sulla soglia, appoggiata all’intelaiatura della porta, e aveva l’aria tranquilla e soddisfatta.
Mi fermai. Lei alzò lo sguardo. — Come sta la tua amica?
— Meglio. Dimmi, com’è la sciamana?
— Vecchia e bizzarra. Molti dicono che non è più quella di un tempo. Ma ricorda ancora le cerimonie. Parla del passato. Le donne anziane lo fanno sempre. E si preoccupa dei suoi figli. Non delle figlie. Queste si trovano nel villaggio. Sa come tirano avanti. Si preoccupa dei figli maschi. Ne ha avuti cinque e sono vissuti tutti abbastanza a lungo per subire il cambiamento. Quattro si trovano su a nord, se non sono già morti. Il quinto, il più giovane, l’hai conosciuto. È nato dal suo ultimo accoppiamento, quando stava già diventando vecchia. Forse è per questo che è diventato un oracolo. Le donne anziane hanno figli strani. Lo sanno tutti. Perché me lo domandi?
Feci il gesto che poteva significare qualsiasi cosa o niente, il gesto dell’incertezza.
— Non è un gran che come risposta. — Eshtanabai si alzò in piedi. — Vieni dentro. Ho un po’ di
Era la bevanda alcolica indigena. O, per lo meno, la sostanza inebriante indigena sotto forma di liquido.
— Ci ubriacheremo. Non ho nient’altro da fare per oggi. — Mi precedette dentro casa.
La seguii. Perché no? Ci sedemmo accanto al fuoco. Era un mucchio di tizzoni. Vedevo un minuscolo rosseggiare in fondo al mucchio, dal quale saliva un filo di fumo che si avvolgeva in volute nel raggio di luce che penetrava dall’apertura nel soffitto. Eshtanabai riempì due scodelle e me ne porse una. Bevvi. Il liquido era amaro e mi bruciava in bocca. Tossii, poi deglutii.
— Bevine ancora — fece lei. Vuotò la sua tazza, poi la riempì. — Ascolta. — Si protese in avanti. — Credo che tu sia preoccupata per la sciamana. È una brava donna. Vecchia e stramba, ma brava. Ma non tutto quello che esce dalla sua bocca è santo. Soltanto un oracolo è santo in ogni momento, ed è una terribile tensione. La maggior parte degli oracoli muoiono giovani. Bevi ancora un po’. Ti farà bene. È dura starsene seduti ad aspettare che qualcuno che si ama si ristabilisca.
Bevvi il resto del