Eleazar ignorò il tentativo di sviare il discorso e proseguì. «Probabile che Aro voglia anche la tua compagna. Deve essere rimasto affascinato da un talento in grado di tenergli testa nientemeno che in forma umana».
L’argomento metteva a disagio sia me che Edward. Se Aro voleva che facessi qualcosa — qualunque cosa -, gli bastava minacciarlo, e avrei ceduto. E viceversa.
Forse la morte era il minore dei mali? Era la cattura ciò che dovevamo temere di più?
Edward cambiò tema. «Credo che i Volturi stessero aspettando solo di avere un pretesto. Non sapevano che scusa avrebbero trovato, ma il piano era già predisposto. Ecco perché Alice ha visto la loro decisione prima che trovassero un appiglio in Irina. Era già tutto stabilito, mancava soltanto una giustificazione valida».
«Se i Volturi stanno abusando della fiducia che tutti gli immortali ripongono in loro...», mormorò Carmen.
«Ha qualche importanza?», chiese Eleazar. «Chi ci crederebbe? Se anche qualcuno si convincesse che i Volturi approfittano del proprio potere, che differenza farebbe? Nessuno è in grado di tenergli testa».
«Eppure alcuni di noi, a quanto pare, sono così pazzi da volerci provare», sussurrò Kate.
Edward scosse la testa. «Siete qui soltanto come testimoni, Kate. Qualunque cosa voglia Aro, non credo che, per ottenerla, sia disposto a macchiare la reputazione dei Volturi. Se riusciamo a smontare le sue accuse, dovrà lasciarci in pace».
«Naturalmente», mormorò Tanya.
Nessuno sembrava convinto. Per pochi interminabili minuti ci fu solo il silenzio.
Poi sentii il rumore di pneumatici che svoltavano dalla strada principale sullo sterrato che portava a casa Cullen.
«Oh merda, Charlie!», borbottai. «Forse il clan di Denali potrebbe attendere al piano di sopra finché...».
«No», m’interruppe Edward con una voce che sembrava provenire da molto lontano. Aveva lo sguardo vuoto e lo teneva fisso sulla porta. «Non è tuo padre». Mi mise a fuoco. «Sono Peter e Charlotte. A quanto pare Alice è riuscita a convincerli. Prepariamoci al secondo turno».
32
La compagnia
Ormai l’enorme casa dei Cullen conteneva più ospiti di quanti sembrava poter alloggiare. La situazione era gestibile soltanto perché nessuno dei nuovi arrivati aveva bisogno di dormire. I pasti erano rischiosi, però. La nostra compagnia collaborava al meglio. Gli ospiti stavano alla larga da Forks e da La Push e cacciavano solo al di là dei confini dello Stato; Edward era un padrone di casa impeccabile e, senza battere ciglio, prestava le sue automobili a chi ne aveva bisogno. Quel compromesso mi metteva molto a disagio, anche se cercavo di ripetermi che, tanto, sarebbero comunque andati a caccia, da qualche parte nel mondo.
Jacob ne era ancora più sconvolto. I licantropi esistevano proprio allo scopo di evitare perdite di vite umane, ed ecco che si doveva passar sopra al dilagare degli assassinii appena fuori dai confini territoriali del loro branco. Ma date le circostanze, con Renesmee in grave pericolo, tenne la bocca chiusa e guardò in cagnesco il pavimento invece dei vampiri.
Ero stupita della facilità con cui i vampiri in visita tolleravano Jacob: i problemi che Edward aveva previsto non si erano mai concretizzati. Jacob sembrava più o meno invisibile ai loro occhi: non proprio una persona vera, ma nemmeno una potenziale fonte di cibo. Lo trattavano come la gente che non ama le bestie tratta gli animali domestici dei propri amici.
Leah, Seth, Quil ed Embry si erano temporaneamente ricongiunti al branco di Sam e Jacob sarebbe stato felice di unirsi a loro, se fosse riuscito a sopportare la lontananza da Renesmee, impegnata nella conquista dello strano gruppo di amici di Carlisle.
Avevamo ripetuto la scena della presentazione di Renesmee al clan di Denali almeno cinque volte. Prima per Peter e Charlotte, che Alice e Jasper ci avevano mandato senza fornire loro alcun chiarimento: come la maggior parte delle persone che conoscevano Alice, si erano fidati delle sue istruzioni nonostante la mancanza di ragguagli. Alice non aveva raccontato nulla sulla direzione verso cui lei e Jasper avrebbero proseguito il loro viaggio. E non aveva fatto alcuna promessa di rivederli in futuro.
Né Peter né Charlotte avevano mai visto un bambino immortale. Anche se conoscevano la regola, la loro prima reazione negativa non fu decisa come quella del clan di Denali. La curiosità li aveva portati ad accettare la "spiegazione" di Renesmee. Punto. E si erano impegnati a fare da testimoni né più né meno della famiglia di Tanya.
Carlisle aveva convocato amici anche dall’Irlanda, i primi ad arrivare, e dall’Egitto.